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Le rovine di Uaxactún, Tikal e Piedras Negras sono testimonianze vivide dell'alto grado di sviluppo raggiunto dalle antiche città maya in territorio guatemalteco fra il primo millennio a.C. e il primo millennio d.C. Questi siti archeologici dimostrano l'avanzata organizzazione sociale, le capacità ingegneristiche e l'acuta comprensione astronomica dei Maya, facendo del Guatemala uno dei principali centri della civiltà precolombiana.
Nel 1523-24, la regione fu conquistata dagli spagnoli guidati da Pedro de Alvarado, alleato di Hernán Cortés. Alvarado divenne il primo capitano generale della Capitaneria Generale del Guatemala, un'area vasta che includeva gli attuali stati di Nicaragua, El Salvador, Honduras e Costa Rica. Questo territorio rimase il centro amministrativo delle colonie iberiche in Centro America, conosciute come l’Audiencia de los Confines, per tre secoli. La città di Antigua, capitale della Capitaneria, divenne un florido centro di palazzi, chiese e conventi, prima di essere distrutta da un terremoto nel Settecento.
Nel 1838, la federazione centroamericana si sciolse e il Guatemala proclamò la propria indipendenza l'anno successivo. Il paese fu governato da caudillos o dittatori militari fino alla seconda guerra mondiale. Tra questi spicca Justo Rufino Barrios, al potere dal 1871 al 1885, che cercò di modernizzare il paese.
Il periodo delle dittature terminò nel 1944 con una rivoluzione che insediò una giunta provvisoria di tendenza socialdemocratica. Nel 1945, Juan José Arévalo fu eletto presidente in libere elezioni, seguito dal suo ministro della difesa, Jacobo Arbenz, nel 1951. Arbenz implementò una vasta riforma agraria e orientò il Guatemala verso la sfera di influenza sovietica durante la Guerra Fredda.
Nel 1954, un esercito di oppositori guidati dal colonnello Carlos Castillo Armas e sostenuti dalla CIA rovesciò Arbenz, che finì in esilio. Questo evento segnò il ritorno al potere dell'oligarchia conservatrice e il ripristino delle relazioni con gli Stati Uniti. Armas governò fino al suo assassinio nel 1957, seguito da un periodo di instabilità e alternanza al potere tra vari esponenti delle forze armate.
Dagli anni Sessanta, la vita politica guatemalteca è stata segnata da estrema violenza, con guerriglie di sinistra e terrorismo di destra. Nel 1986, Vinicio Cerenzo divenne presidente, cercando di implementare riforme, ma ostacolato dalla resistenza dei militari e dei grandi proprietari terrieri. Le tensioni continuarono a crescere, culminando nelle elezioni presidenziali del 1990-91, vinte dal conservatore Jorge Serrano Elias del Movimento di Azione Solidale (MAS).
La storia del Guatemala è un mosaico di conquiste, rivoluzioni, e continui tentativi di riforma e stabilizzazione. Dai tempi antichi delle prosperose città maya alla tumultuosa politica del XX secolo, il Guatemala continua a lottare per un equilibrio tra il rispetto del suo ricco patrimonio culturale e la necessità di una stabilità politica e sociale duratura.