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Il Nicaragua è un paese con una storia segnata da conquiste, lotte per l'indipendenza e periodi di profonda trasformazione politica e sociale. Dalla sua scoperta da parte degli europei nel XVI secolo, passando per l'epoca coloniale spagnola, fino ai conflitti del XX secolo, il Nicaragua ha vissuto eventi storici che hanno modellato la sua identità attuale.
Prima dell'arrivo degli spagnoli, il territorio che oggi conosciamo come Nicaragua era abitato da diverse tribù indigene, tra cui i Chorotega, i Nicarao e i Matagalpa. Queste popolazioni vivevano in comunità organizzate, praticando l'agricoltura, la caccia e la pesca, e avevano sviluppato culture ricche di tradizioni, religioni e arti. I Nicarao, in particolare, occupavano la regione intorno ai laghi Nicaragua e Managua, e furono una delle tribù che ebbero i primi contatti con gli europei.
Il primo europeo a raggiungere le coste del Nicaragua fu Cristoforo Colombo, che nel 1502 sbarcò sulla costa caraibica durante il suo quarto e ultimo viaggio verso il Nuovo Mondo. Tuttavia, passarono ancora vent’anni prima che gli spagnoli tornassero in Nicaragua con l'intento di colonizzare la regione. Nel 1522, Gil González Dávila, guidando una spedizione spagnola, entrò in contatto con il capo tribù Nicarao, che accolse gli spagnoli con amichevolezza. In onore di questo capo tribù, González Dávila battezzò la nuova terra con il nome di "Nicaragua".
Nel 1523, gli spagnoli fondarono le città di Granada e León, che divennero presto i principali centri amministrativi e commerciali della colonia. Queste città rappresentarono per secoli i poli opposti del Nicaragua, con Granada che si affermava come baluardo del conservatorismo e León come roccaforte del liberalismo. La rivalità tra queste due città influenzò profondamente la storia politica del paese, contribuendo a una divisione ideologica che si manifestò in molte delle lotte interne del Nicaragua.
Durante il periodo coloniale, il Nicaragua rimase sotto il controllo della Corona spagnola, amministrativamente dipendente dal governo spagnolo in Guatemala. L'economia del paese si basava principalmente sull'agricoltura, con la coltivazione di prodotti come mais, cacao e indaco, destinati sia al consumo locale che all'esportazione. Tuttavia, il dominio spagnolo fu caratterizzato anche da sfruttamento e oppressione delle popolazioni indigene, che furono costrette a lavorare nelle piantagioni e nelle miniere.
Il 15 settembre 1821, il Nicaragua, insieme ad altre province dell'America Centrale, proclamò l'indipendenza dalla Spagna. Questo evento segnò la fine del dominio coloniale spagnolo e l'inizio di un nuovo capitolo nella storia del Nicaragua. Tuttavia, l'indipendenza non portò immediatamente alla stabilità, poiché il paese fu coinvolto in una serie di conflitti interni ed esterni che continuarono a influenzare la sua evoluzione politica.
Dal 1823 al 1838, il Nicaragua fece parte della Federazione delle Province Unite dell'America Centrale, un tentativo di unire le nazioni appena indipendenti della regione in una singola entità politica. Tuttavia, la Federazione fu caratterizzata da instabilità e conflitti interni, e alla fine si sciolse nel 1838, quando il Nicaragua divenne uno stato indipendente e sovrano.
Nel corso del XIX secolo, il Nicaragua fu oggetto di interesse da parte di potenze straniere, in particolare la Gran Bretagna e gli Stati Uniti, a causa della sua posizione strategica e del potenziale per la costruzione di un canale interoceanico che avrebbe potuto rivaleggiare con il Canale di Panama. Questi interessi stranieri spesso si tradussero in interventi diretti negli affari interni del paese, stimolati anche dai disordini e dalle rivalità politiche locali.
Nel 1902, gli Stati Uniti intervennero militarmente in Nicaragua per garantirsi l'esclusiva sul progetto di un canale interoceanico che avrebbe dovuto passare per il Rio San Juan, il Lago di Nicaragua e l'istmo di Rivas. Sebbene il progetto non sia mai stato realizzato, l'intervento statunitense segnò l'inizio di una lunga storia di ingerenze americane nella politica nicaraguense, che avrebbe avuto profonde ripercussioni negli anni a venire.
All'inizio del XX secolo, il Nicaragua fu governato dal dittatore José Santos Zelaya, che cercò di modernizzare il paese e rafforzare il suo controllo sul territorio. Tuttavia, le sue politiche autoritarie e il suo confronto con gli interessi statunitensi portarono a una rivolta sostenuta dagli Stati Uniti, che culminò con la sua caduta nel 1909.
Dal 1912 al 1933, gli Stati Uniti mantennero una presenza militare in Nicaragua per sostenere il governo conservatore e proteggere i propri interessi strategici. Durante questo periodo, Augusto César Sandino emerse come leader della resistenza contro l'occupazione statunitense, guidando una guerriglia che divenne simbolo della lotta per l'indipendenza e la sovranità del Nicaragua.
Nel 1934, dopo l'assassinio di Sandino, il controllo del Nicaragua passò nelle mani della Guardia Nazionale, addestrata dagli Stati Uniti e guidata da Anastasio Somoza García. Nel 1936, Somoza divenne ufficialmente presidente del Nicaragua, instaurando una dittatura familiare che sarebbe durata per oltre quattro decenni. I Somoza accumularono immense ricchezze personali mentre il paese rimaneva uno dei più poveri dell'America Latina.
Nel 1979, dopo anni di crescente opposizione e conflitti interni, il regime di Anastasio Somoza Debayle fu rovesciato dalla Rivoluzione Sandinista, guidata dal Fronte Sandinista di Liberazione Nazionale (FSLN). Questa rivoluzione pose fine alla dittatura dei Somoza e portò al potere una coalizione di forze rivoluzionarie guidata da Daniel Ortega.
Dopo la rivoluzione, i rapporti tra il Nicaragua e gli Stati Uniti si deteriorarono rapidamente, soprattutto a causa delle accuse secondo cui il governo sandinista stava fornendo armi ai ribelli di El Salvador e rafforzando i legami con Cuba. Gli Stati Uniti risposero sostenendo i Contras, un gruppo di ribelli anti-sandinisti, in un conflitto che devastò il paese durante gli anni Ottanta.
Nel 1984, Daniel Ortega vinse le elezioni presidenziali, ma il conflitto interno continuò fino al 1990, quando, dopo anni di guerra civile e pressioni internazionali, si tennero elezioni libere che portarono alla vittoria di Violeta Barrios de Chamorro, candidata di una coalizione di opposizione.
La storia del Nicaragua è una storia di conquiste, resistenza e trasformazione. Dalle sue origini come centro di civiltà indigene, attraverso l'epoca coloniale, l'indipendenza e le lotte del XX secolo, il Nicaragua ha affrontato sfide enormi e ha subito profonde trasformazioni. Oggi, il paese continua a evolversi, cercando di costruire un futuro di pace e prosperità, nonostante le difficoltà ereditate dal passato.