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La storia di Panama è attraversata da eventi che hanno segnato non solo il destino del paese, ma anche quello di interi continenti. Situato nell'istmo che collega il Nord e il Sud America, Panama ha sempre avuto un'importanza strategica fondamentale, diventando il punto focale di scambi commerciali, conflitti coloniali e successivamente di tensioni internazionali.
Il primo contatto europeo con Panama avvenne nel 1502, quando Cristoforo Colombo, durante il suo quarto e ultimo viaggio nel Nuovo Mondo, esplorò le coste dell'istmo. Colombo giunse vicino all'attuale località di Portobelo, un'area che ben presto avrebbe attirato l'attenzione degli spagnoli per la sua importanza strategica.
Nel 1513, Vasco Núñez de Balboa, un esploratore spagnolo, attraversò l'istmo di Panama, diventando il primo europeo a vedere l'Oceano Pacifico da est. Questa scoperta rafforzò l'importanza di Panama come ponte tra due oceani, rendendolo un punto cruciale per l'espansione dell'impero coloniale spagnolo.
Nel 1519, Pedro Arias Dávila, il governatore spagnolo, fondò la città di Panamá, la prima città europea sul Pacifico. Questo insediamento crebbe rapidamente, diventando un crocevia per il commercio tra l'America del Sud e la Spagna. La città divenne anche un punto di incontro culturale, dove si mescolarono influenze spagnole e indigene, creando un ibridismo culturale unico.
Panamá prosperò durante il XVI e il XVII secolo grazie al commercio di oro e argento, trasportato dalla flotta spagnola attraverso il Pacifico e l'Atlantico. Tuttavia, questa ricchezza attirò anche l'attenzione dei pirati e filibustieri. Nel 1671, Henry Morgan, un famigerato pirata inglese, attaccò e distrusse la città di Panamá, cogliendola di sorpresa e saccheggiandola.
Dopo l'attacco di Morgan, Panamá fu ricostruita e continuò a essere un importante centro commerciale. Nel 1718, l'istmo fu incorporato nel Vicereame della Nuova Granada, che comprendeva gran parte dell'attuale Colombia e Venezuela. Questa nuova sistemazione amministrativa rimase inalterata fino alla fine del XVIII secolo.
All'inizio del XIX secolo, l'intero continente latinoamericano fu scosso dai movimenti per l'indipendenza dalla Spagna. Anche a Panamá ci furono tentativi di ribellione, ma il primo sforzo significativo si verificò nel 1819, quando i nazionalisti panamensi tentarono di liberarsi dal giogo coloniale. Sebbene inizialmente non ebbero successo, la determinazione per l'indipendenza continuò a crescere.
Il 28 novembre 1821, i nazionalisti panamensi riuscirono finalmente a proclamare l'indipendenza dalla Spagna. Tuttavia, piuttosto che diventare una nazione indipendente, Panamá scelse di unirsi alla Grande Colombia, un vasto stato federale che includeva l'attuale Colombia, Venezuela, Ecuador e Panama. Questo stato durò fino al 1830, quando si dissolse e Panama fu incorporata nella Repubblica di Colombia.
Nel 1880, una compagnia francese guidata da Ferdinand de Lesseps, l'ingegnere dietro la costruzione del Canale di Suez, iniziò gli scavi per la costruzione di un canale attraverso l'istmo di Panama. Tuttavia, a causa di difficoltà finanziarie, malattie e problemi ingegneristici, il progetto francese fallì e i diritti furono successivamente venduti agli Stati Uniti.
Il presidente statunitense Theodore Roosevelt era determinato a completare il canale, vedendolo come una componente essenziale per il controllo marittimo e commerciale degli Stati Uniti. Nel 1903, gli Stati Uniti appoggiarono un movimento indipendentista a Panama, sperando che un nuovo governo avrebbe concesso condizioni più favorevoli per la costruzione del canale. Il 3 novembre 1903, Panama dichiarò l'indipendenza dalla Colombia e, pochi giorni dopo, firmò un trattato con gli Stati Uniti che concedeva il controllo della Zona del Canale agli americani.
Con il passare dei decenni, la presenza americana nella Zona del Canale iniziò a generare malcontento tra i panamensi. Nel 1936, sotto la presidenza di Franklin Delano Roosevelt, gli Stati Uniti firmarono un nuovo trattato con Panama che aboliva i diritti di intervento negli affari interni panamensi. Tuttavia, le tensioni non scomparvero del tutto, soprattutto con l'elezione di Arnulfo Arias nel 1940, un nazionalista che cercò di ridurre l'influenza americana.
Le tensioni aumentarono durante la Seconda Guerra Mondiale, quando gli Stati Uniti ottennero il permesso di occupare alcune basi al di fuori della Zona del Canale. Arias fu destituito nel 1941 e sostituito da Ricardo Adolfo de la Guardia, ma il malcontento per la presenza americana rimase. Nel 1948, Arias fu rieletto, ma la sua presidenza durò solo fino al 1951, quando un golpe lo costrinse a lasciare il potere.
Nel 1968, un colpo di stato portò al potere il generale Omar Torrijos, che dominò la politica panamense fino alla sua morte nel 1981. Torrijos negoziò con il presidente americano Jimmy Carter il Trattato Torrijos-Carter del 1977, che stabiliva il trasferimento del controllo della Zona del Canale a Panama entro il 31 dicembre 1999.
Le tensioni tra Panama e gli Stati Uniti raggiunsero il culmine alla fine degli anni '80, durante la dittatura del generale Manuel Noriega. Accusato di traffico di droga, Noriega affrontò sanzioni economiche e pressioni internazionali. Nel dicembre 1989, gli Stati Uniti invasero Panama con l'Operazione Just Cause, depose Noriega e insediò Guillermo Endara come presidente, riconosciuto come il legittimo vincitore delle elezioni del maggio precedente.
Il 31 dicembre 1999, in conformità con il Trattato Torrijos-Carter, Panama riprese il controllo totale del Canale, segnando un momento di grande importanza nella storia del paese. Da allora, Panama ha continuato a svilupparsi come un hub internazionale per il commercio e la finanza, mantenendo la sua posizione strategica come punto di congiunzione tra Nord e Sud America.