Articoli Repubblica Dominicana
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La Repubblica Dominicana, una nazione situata nella parte orientale dell'isola di Hispaniola, ha una storia che riflette l'incontro tra culture diverse, la colonizzazione, le lotte per l'indipendenza e una continua ricerca di stabilità politica.
Nel 1492, Cristoforo Colombo giunse nell'isola di Hispaniola durante il suo primo viaggio verso il Nuovo Mondo. Questa scoperta segnò l'inizio della colonizzazione europea nelle Americhe. L'isola, abitata originariamente dai Taíno, un popolo indigeno pacifico, divenne il punto di partenza per l'espansione spagnola nel continente americano.
Nel 1496, Bartolomeo Colombo, fratello di Cristoforo, fondò la città di Santo Domingo sulla costa meridionale di Hispaniola. Questa città, oggi la capitale della Repubblica Dominicana, è la più antica colonia europea stabilmente abitata nel Nuovo Mondo e servì come base per ulteriori esplorazioni e conquiste spagnole.
Sebbene inizialmente Santo Domingo fosse un centro vitale per la colonizzazione spagnola, nel tempo altre colonie americane, come quelle in Messico e Perù, si rivelarono più redditizie per la Corona spagnola. Di conseguenza, l'importanza economica di Hispaniola diminuì, e l'isola fu gradualmente trascurata dagli spagnoli.
Mentre gli spagnoli concentravano le loro attenzioni altrove, coloni francesi cominciarono a insediarsi nella parte occidentale di Hispaniola. Questo processo culminò nel 1697 con il Trattato di Ryswick, in cui la Spagna cedette formalmente la parte occidentale dell'isola alla Francia, dando vita alla colonia di Saint-Domingue, oggi conosciuta come Haiti.
Nel 1804, dopo una lunga e sanguinosa rivolta degli schiavi, Haiti divenne la prima nazione nera indipendente del mondo, proclamando la sua indipendenza dalla Francia. Successivamente, nel 1822, Haiti occupò anche la parte orientale dell'isola, che all'epoca era sotto il controllo spagnolo, unificando temporaneamente tutta Hispaniola sotto il governo haitiano.
L'occupazione haitiana durò fino al 1844, quando un gruppo di patrioti dominicani, guidati da Juan Pablo Duarte, Ramón Matías Mella e Francisco del Rosario Sánchez, si ribellò contro il dominio haitiano. Il 27 febbraio 1844, questi patrioti proclamarono l'indipendenza della parte orientale dell'isola, dando vita alla Repubblica Dominicana.
Nonostante la proclamazione dell'indipendenza, il giovane stato dominicano affrontò quasi un secolo di instabilità politica. Dal 1844 al 1930, il paese subì ben 56 rivoluzioni e vide l'alternarsi di 43 presidenti, una media di un nuovo presidente ogni due anni. Questa situazione di caos politico fu aggravata dalla pressione esterna, in particolare dalle potenze straniere come gli Stati Uniti, che avevano interessi economici e strategici nella regione.
Nel 1916, a causa dell'aumento dei debiti esteri e dei disordini interni, gli Stati Uniti occuparono la Repubblica Dominicana. I marine americani rimasero nel paese fino al 1924, stabilendo un regime di controllo che mirava a stabilizzare l'economia e a pacificare le fazioni politiche. Sebbene l'occupazione abbia portato a un miglioramento delle infrastrutture e a una certa stabilità, fu anche criticata per aver limitato la sovranità del paese.
Nel 1930, Rafael Leónidas Trujillo salì al potere attraverso un colpo di stato. Trujillo instaurò una delle dittature più dure e durature della storia latinoamericana, rimanendo al potere fino al suo assassinio nel 1961. Durante il suo regime, Trujillo esercitò un controllo totale sulla vita politica, economica e sociale della Repubblica Dominicana, utilizzando la repressione, la propaganda e la corruzione per mantenere il potere.
Sotto Trujillo, la città di Santo Domingo fu ribattezzata Ciudad Trujillo in suo onore, e furono costruiti numerosi monumenti e opere pubbliche che glorificavano la sua figura. Tuttavia, il suo regime fu anche responsabile di gravi violazioni dei diritti umani, inclusi omicidi politici, torture e massacri, come quello degli haitiani nel 1937.
Dopo l'assassinio di Trujillo nel 1961, la Repubblica Dominicana entrò in un periodo di turbolenza politica. Il paese fu governato da una serie di giunte militari e governi provvisori, che cercarono di gestire la transizione verso la democrazia. Nel 1965, una guerra civile scoppiò tra i sostenitori di un ritorno alla costituzione del 1963 e i lealisti del governo militare, portando a una nuova occupazione americana con lo sbarco di 23.000 soldati.
Negli anni '70 e '80, la Repubblica Dominicana iniziò a stabilizzarsi politicamente, anche se il processo di democratizzazione fu spesso accompagnato da tensioni sociali e violenze politiche. Durante questo periodo, il paese affrontò anche gravi crisi economiche, causate da un mix di inflazione, disoccupazione e debito estero.
Nonostante queste sfide, la Repubblica Dominicana ha continuato a svilupparsi, diventando una delle economie in crescita più dinamiche dei Caraibi. La nazione ha anche fatto progressi significativi nella democratizzazione, con elezioni regolari e una maggiore partecipazione civile.