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La storia della Guyana è caratterizzata da secoli di dominazione coloniale europea e lotte per l'indipendenza. Questo territorio sudamericano, situato sulla costa nord-orientale del continente, ha subito l'influenza di molte potenze coloniali, tra cui gli olandesi, i francesi e gli inglesi. Oggi, la Guyana è una nazione indipendente con una storia complessa e affascinante, in cui si intrecciano questioni economiche, politiche e sociali.
Il primo contatto europeo con la regione che oggi conosciamo come Guyana avvenne all'inizio del XVII secolo, quando gli olandesi iniziarono a stabilire insediamenti lungo le rive dei principali fiumi della zona. Questi coloni cercavano di sfruttare le risorse naturali della regione, in particolare il legname e i prodotti agricoli. Gli olandesi costruirono fortificazioni e stabilirono un sistema di piantagioni che utilizzava il lavoro degli schiavi africani, importati per lavorare nelle coltivazioni di zucchero, caffè e cacao.
Nonostante gli sforzi olandesi per mantenere il controllo della regione, altre potenze europee, come la Francia e la Gran Bretagna, iniziarono a interessarsi alla Guyana. Durante il XVII e XVIII secolo, ci furono periodi di breve dominio francese e britannico, ma gli olandesi riuscirono a mantenere il controllo principale della regione per circa due secoli. Tuttavia, la loro influenza iniziò a declinare verso la fine del XVIII secolo.
Il 1796 fu un anno cruciale nella storia della Guyana. Durante le guerre napoleoniche, gli inglesi riuscirono a prendere il controllo della regione, approfittando della debolezza olandese. Sebbene il dominio britannico non fosse ancora ufficiale, gli inglesi cominciarono a stabilirsi nella regione, introducendo le loro strutture amministrative e consolidando il loro potere.
Il riassetto mondiale del 1814, noto come Congresso di Vienna, segnò formalmente il passaggio della Guyana agli inglesi. Con il trattato del 1814, i territori olandesi furono ufficialmente ceduti alla Gran Bretagna, segnando l'inizio di una nuova era coloniale per la Guyana. Nel 1831, questi territori furono unificati sotto il nome di Guyana Britannica, diventando una colonia della corona con Georgetown come capitale.
Uno degli eventi più significativi durante il periodo coloniale britannico fu l'abolizione della schiavitù nel 1834. La schiavitù era stata la forza trainante dell'economia delle piantagioni in Guyana, e la sua abolizione portò a cambiamenti radicali nella società e nell'economia. Molti ex schiavi africani abbandonarono le piantagioni, e i proprietari terrieri britannici cercarono nuove fonti di manodopera per mantenere la produzione agricola.
Questo portò all'arrivo di migliaia di lavoratori a contratto dall'India, che furono portati in Guyana per lavorare nelle piantagioni di zucchero. Questi immigrati indiani, noti come coolies, avrebbero avuto un impatto duraturo sulla demografia e la cultura della Guyana. La presenza di diverse etnie – africani, indiani, cinesi ed europei – creò una società multiculturale che è ancora una caratteristica distintiva della Guyana moderna.
Nel corso del XX secolo, il movimento per l'indipendenza guyanese iniziò a prendere slancio. Il Partito Progressista del Popolo (PPP), fondato da Cheddi Jagan e sua moglie Janet, emerse come la principale forza politica che spingeva per l'autogoverno e l'indipendenza. Nel 1953, il PPP vinse le elezioni, portando Jagan al potere come il primo leader eletto democraticamente della Guyana.
Tuttavia, il governo britannico, preoccupato per le tendenze marxiste di Jagan e temendo che potesse instaurare un regime comunista, destituì il suo governo poco dopo. Nonostante questo, Jagan continuò a godere di un forte sostegno popolare e vinse le elezioni successive nel 1957 e nel 1961. Durante questi anni, Jagan promosse politiche a favore delle classi lavoratrici e lottò per l'indipendenza dalla Gran Bretagna.
Nel 1964, il governatore britannico cambiò la legge elettorale per impedire a Jagan di mantenere il controllo del governo. Le elezioni del dicembre 1964 videro una coalizione di partiti avversari di Jagan, guidati da Forbes Burnham del Congresso Nazionale del Popolo (PNC), vincere la maggioranza dei seggi in parlamento. Burnham divenne il nuovo leader del governo e iniziò i negoziati con la Gran Bretagna per l'indipendenza della Guyana.
Nel novembre 1965, le parti raggiunsero un accordo, e il 26 maggio 1966, la Guyana ottenne la sua indipendenza, diventando una nazione sovrana. Tuttavia, le tensioni tra i gruppi etnici del paese – principalmente tra la popolazione di origine africana e quella di origine indiana – continuarono a segnare la politica guyanese, con Burnham e Jagan che rappresentavano rispettivamente questi due gruppi principali.
Dopo l'indipendenza, la Guyana, sotto la guida di Forbes Burnham, perseguì una politica economica orientata al socialismo. Negli anni '70 e '80, il governo avviò un processo di nazionalizzazione di molti settori economici chiave, tra cui l'industria dello zucchero e quella mineraria, nel tentativo di costruire un'economia basata sulla cooperativizzazione e sull'autosufficienza.
Tuttavia, queste politiche si rivelarono spesso inefficaci e contribuirono a un declino economico generale. Il governo di Burnham affrontò anche problemi di corruzione e inefficienza amministrativa, che aggravarono ulteriormente le difficoltà economiche del paese. Le tensioni interne con il movimento dei lavoratori e la popolazione, insoddisfatta della gestione economica, resero gli anni post-indipendenza un periodo turbolento.
Oggi, la Guyana è una nazione che continua a confrontarsi con le eredità del suo passato coloniale e le sfide del presente. Dopo anni di difficoltà economiche, il recente sviluppo del settore petrolifero ha portato nuove speranze per la crescita economica del paese.