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Il Dakota del Sud, uno stato situato nel cuore degli Stati Uniti, ha una storia ricca e complessa che riflette le dinamiche di colonizzazione, espansione e conflitto. Questo articolo esplorerà in dettaglio le varie fasi della storia del Dakota del Sud, partendo dai primi insediamenti europei fino alle trasformazioni economiche e sociali del XX secolo.
Nel 1763, il Trattato di Parigi segnò la fine della Guerra dei Sette Anni e delle guerre indiane, cedendo la Louisiana, che includeva il territorio del Dakota del Sud, sotto il controllo della Spagna. Questo periodo vide una dominazione europea limitata, con la maggior parte delle interazioni concentrate tra i commercianti di pellicce e le tribù native americane locali.
Nel 1800, Napoleone Bonaparte forzò la Spagna a restituire la Louisiana alla Francia, ma solo tre anni dopo, nel 1803, la Louisiana fu venduta agli Stati Uniti. Questa transazione, nota come l'Acquisto della Louisiana, fu sostenuta dal presidente Thomas Jefferson e rappresentò il primo grande passo dell'espansione americana verso l'ovest.
Dopo l'acquisizione della Louisiana, il Congresso degli Stati Uniti organizzò la spedizione di Lewis e Clark (1804-1806) per esplorare la geografia e le risorse dei nuovi territori. Meriwether Lewis e William Clark viaggiarono lungo il fiume Missouri, addentrandosi nella regione che oggi occupa il Dakota del Sud. Questa spedizione fornì importanti informazioni sulla fauna, la flora e le tribù native del territorio.
Poco dopo la spedizione, gruppi di cacciatori e commercianti di pelli iniziarono a stabilire accampamenti nella regione. Le attività di questi pionieri furono facilitate dalla navigazione di navi a vapore lungo l'alto corso del fiume Missouri. Tuttavia, la colonizzazione su larga scala delle terre del Dakota del Sud iniziò solo a metà del XIX secolo.
A partire dalla metà del XIX secolo, i coloni iniziarono ad acquistare terre e a fondare insediamenti che sarebbero diventati le moderne città di Sioux Falls, Medary, Flandreau, Yankton, Vermillion e Bon Homme. La prosperità di una regione e la crescita della popolazione erano prerequisiti per la creazione di un Territorio, secondo le direttive del Congresso degli Stati Uniti.
Nel 1861, fu creato il Territorio del Dakota, che comprendeva gli attuali stati dei Dakota, del Montana e del Wyoming. La crescita degli insediamenti e l'afflusso di nuovi coloni aumentarono costantemente, nonostante l'opposizione delle tribù Sioux, che lottarono contro i coloni e l'esercito americano.
Le tensioni tra i coloni e le tribù native culminarono nel Trattato di Laramie del 1868, che creò la Grande Riserva Sioux. Tuttavia, la scoperta dell'oro nelle Black Hills nel 1874 riaccese i conflitti, con l'arrivo di migliaia di minatori e avventurieri nella regione.
Leader come Cavallo Pazzo e Toro Seduto guidarono la resistenza contro l'occupazione delle loro terre. Nonostante le misure prese dal governo, molti Sioux furono condotti in riserve a ovest del fiume Missouri. Nel 1881, durante un tentativo di arrestare Toro Seduto, le tensioni esplosero ulteriormente, culminando nel massacro di Wounded Knee nel 1890, dove molti Sioux furono uccisi dalle truppe federali.
Il Dakota divenne noto come una terra di frontiera, dove le autorità avevano difficoltà a controllare le attività dei fuorilegge come Wild Bill Hickok e Calamity Jane. L'arrivo dei coloni, molti dei quali provenienti dall'Europa, e la costruzione della ferrovia stimolarono lo sviluppo agricolo della regione.
A causa della grande distanza tra gli insediamenti nel territorio originale del Dakota, i coloni delle zone settentrionali e meridionali chiesero al Congresso l'ammissione come due stati separati. Così, nel 1889, il Dakota del Nord e il Dakota del Sud furono ammessi come membri degli Stati Uniti.
La forte dipendenza del Dakota del Sud dal settore agricolo rese l'economia dello stato vulnerabile alle condizioni climatiche e del mercato. La grande siccità del 1911 causò una massiccia emigrazione di contadini impoveriti, mentre la Prima Guerra Mondiale riattivò l'economia grazie alla grande domanda di prodotti agricoli e zootecnici per l'esportazione verso l'Europa.
La crisi economica che seguì la guerra colpì duramente gli agricoltori del Dakota del Sud, molti dei quali si erano indebitati durante gli anni precedenti. Le successive piaghe e siccità degli anni '30 peggiorarono la situazione, portando il governo federale a intervenire con aiuti speciali per sostenere l'economia dello stato.
La Seconda Guerra Mondiale creò un'altra epoca di prosperità per gli agricoltori e gli allevatori del Dakota del Sud. Tuttavia, la graduale meccanizzazione del lavoro agricolo portò alla perdita di posti di lavoro e a una nuova ondata di emigrazione verso ovest. Per diversificare l'economia, il governo federale finanziò vari progetti, tra cui la costruzione di dighe sul fiume Missouri per l'irrigazione e la produzione di energia elettrica.