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Storia della Virginia Occidentale




La Virginia Occidentale, oggi uno degli stati più affascinanti e ricchi di storia degli Stati Uniti, ha vissuto un percorso complesso e travagliato, caratterizzato da esplorazioni, conflitti territoriali, guerre e una lotta costante per l'autonomia.

Le Prime Esplorazioni e le Rivendicazioni Territoriali

La Colonia della Virginia e le Prime Esplorazioni

La storia della Virginia Occidentale inizia come parte della colonia della Virginia, una delle prime e più importanti colonie britanniche nel Nuovo Mondo. La colonia della Virginia fu istituita nel 1606, quando la Compagnia della Virginia ricevette un atto di concessione da re Giacomo I d'Inghilterra, autorizzando l'insediamento e l'esplorazione della regione.

Tuttavia, la regione che oggi corrisponde alla Virginia Occidentale rimase largamente inesplorata per diversi decenni. Fu solo nel 1669 che l'esploratore tedesco John Lederer attraversò le Blue Ridge Mountains, diventando uno dei primi europei a penetrare in queste terre selvagge. Due anni più tardi, nel 1671, Thomas Batts e Robert Fallam, sotto il patrocinio della Compagnia della Virginia, esplorarono ulteriormente la regione, cercando nuove rotte e opportunità per il commercio di pellicce e altre risorse naturali.

Le Rivalità Franco-Britanniche e le Guerre Indiane

Nonostante la sua relativa remoteness, la regione che oggi è la Virginia Occidentale divenne presto un terreno di contesa tra due grandi potenze europee: la Francia e la Gran Bretagna. Entrambi i paesi rivendicavano il controllo di questi territori, vedendoli come strategicamente importanti per l'espansione coloniale in Nord America.

I francesi organizzarono una spedizione guidata dall'esploratore René-Robert Cavelier de La Salle nel 1681, che esplorò la regione come parte del tentativo di affermare la sovranità francese sulle terre a ovest delle Montagne Appalachi. D'altra parte, la spedizione di Batts e Fallam, finanziata dagli inglesi, consolidò la rivendicazione britannica sui territori ad est del fiume Mississippi.

Le tensioni tra Francia e Gran Bretagna culminarono nelle cosiddette Guerre Indiane, che rappresentarono una serie di conflitti tra le due potenze e le rispettive tribù alleate. Questi conflitti si conclusero con il Trattato di Parigi nel 1763, che segnò la fine della guerra franco-indiana e la cessione da parte della Francia di tutte le terre a est del Mississippi alla Gran Bretagna, mentre la Spagna ricevette il settore occidentale della provincia della Louisiana.

I Primi Insediamenti e i Conflitti con le Tribù Native

I Primi Coloni e la Fondazione di New Mecklenburg

I primi insediamenti europei nell'attuale Virginia Occidentale risalgono ai primi decenni del XVIII secolo. Tra il 1727 e il 1730, coloni tedeschi provenienti dalla colonia della Pennsylvania si stabilirono nella valle dell'Ohio, in una località che chiamarono New Mecklenburg, oggi conosciuta come Shepherdstown. Questi coloni erano principalmente in cerca di maggiore libertà religiosa, sfuggendo alle restrizioni imposte nelle loro terre d'origine.

Nel corso degli anni successivi, altri gruppi di coloni seguirono l'esempio dei tedeschi, stabilendosi nella regione. Tra questi vi erano irlandesi, scozzesi e altri tedeschi, che trovarono nelle fertili terre tra i Monti Allegheny e la valle dell'Ohio un'opportunità per costruire una nuova vita. Tuttavia, la crescente presenza europea portò inevitabilmente a conflitti con le tribù native americane che abitavano la regione.

I Conflitti con le Tribù Native e i Trattati di Pace

L'espansione degli insediamenti europei nella Virginia Occidentale incontrò una forte resistenza da parte delle tribù native, tra cui i Cherokee e gli Irochesi. Questi popoli vedevano nelle incursioni dei coloni una minaccia diretta alla loro terra e al loro stile di vita. I conflitti tra coloni e nativi furono numerosi e spesso violenti, rendendo difficile per i coloni stabilirsi permanentemente.

In risposta a queste tensioni, re Giorgio III emanò un editto nel 1763 che proibiva la costruzione di nuovi insediamenti a ovest dei Monti Allegheny, a meno che non fosse stato raggiunto un accordo con le tribù native. Questo tentativo di mantenere la pace si rivelò solo parzialmente efficace. Nel 1768, i trattati di Fort Stanwix e Hard Labor furono firmati con i Cherokee e gli Irochesi, cedendo formalmente le terre ai coloni in cambio di compensazioni.

Questi trattati aprirono la strada a un'ulteriore espansione degli insediamenti nella Virginia Occidentale, con i coloni che si stabilirono in gran numero nelle fertili valli dell'Ohio e del Kanawha. Tuttavia, la pace con le tribù native rimase fragile, e i conflitti continuarono a scoppiare in modo sporadico per molti anni.

L'Isolamento e la Spinta per l'Autonomia

L'Isolamento Geografico e le Divergenze con la Virginia

L'isolamento geografico della Virginia Occidentale rispetto al resto della colonia della Virginia giocò un ruolo cruciale nella sua storia. I Monti Allegheny, che separavano la regione dalle pianure costiere e dalla capitale coloniale di Williamsburg, rendevano difficile il collegamento e la comunicazione tra le due aree. Questo isolamento non solo impedì lo sviluppo economico e infrastrutturale della regione, ma creò anche un crescente senso di separazione culturale e politica.

Mentre la Virginia orientale sviluppava un'economia basata sull'agricoltura di piantagione, dipendente dal lavoro schiavista, la Virginia Occidentale si caratterizzava per un'economia più diversificata e basata sull'agricoltura di sussistenza. La regione era abitata principalmente da contadini e piccoli proprietari terrieri, che si sentivano sempre più emarginati e mal rappresentati nel governo coloniale.

La Dichiarazione di Indipendenza e la Richiesta di Autonomia

Quando le colonie britanniche dichiararono l'indipendenza nel 1776, la Virginia Occidentale si trovava in una posizione unica. I coloni della regione, sentendosi distanti sia geograficamente che politicamente dal centro amministrativo della Virginia, chiesero un governo proprio. Tuttavia, nonostante la spinta per l'autonomia, la Virginia Occidentale rimase parte della Virginia quando questa divenne uno stato membro degli Stati Uniti.

Le differenze economiche e sociali tra le due regioni continuarono a crescere, alimentando il risentimento dei coloni della Virginia Occidentale. Mentre la Virginia orientale prosperava grazie al sistema delle piantagioni e al commercio internazionale, la Virginia Occidentale soffriva di una mancanza cronica di investimenti in infrastrutture, industrie e istituzioni educative. Questo divario si sarebbe approfondito nei decenni successivi, portando infine alla divisione politica durante la Guerra Civile.

La Divisione durante la Guerra Civile e la Nascita della Virginia Occidentale

Le Differenze Economiche e Sociali tra le Due Virginia

Alla vigilia della Guerra Civile Americana, le differenze tra la Virginia e la Virginia Occidentale erano diventate ormai insostenibili. La Virginia era uno stato aristocratico, dominato da grandi piantatori e dipendente dall'economia schiavista. Al contrario, la Virginia Occidentale era abitata da piccoli agricoltori e lavoratori che si opponevano in gran parte alla schiavitù e alla secessione.

Quando la Virginia votò per la secessione dall'Unione nel 1861, la maggioranza dei cittadini della Virginia Occidentale si oppose a questa decisione. La regione, isolata dalle piantagioni schiaviste e più legata all'Unione dal punto di vista economico e culturale, scelse di rimanere fedele agli Stati Uniti. Questo disaccordo portò alla creazione di un nuovo governo statale per la regione occidentale, con il nome di Kanawha, successivamente cambiato in Virginia Occidentale.

La Nascita della Virginia Occidentale

Nel 1862, i delegati della Virginia Occidentale redassero una costituzione e chiesero formalmente l'ammissione negli Stati Uniti come stato separato. Il presidente Abraham Lincoln, vedendo nell'accettazione della Virginia Occidentale un'opportunità per indebolire la Confederazione, approvò la richiesta. Il 20 giugno 1863, la Virginia Occidentale divenne ufficialmente il 35° stato degli Stati Uniti, in pieno corso della Guerra Civile.

La creazione della Virginia Occidentale fu un atto senza precedenti nella storia americana, segnando la prima volta che uno stato si separava da un altro per motivi politici e sociali. La nascita del nuovo stato rappresentò un forte messaggio di fedeltà all'Unione e di opposizione alla schiavitù, anche se non tutti i suoi cittadini condividevano questa posizione. Infatti, alcune contee della Virginia Occidentale, specialmente quelle orientali, rimasero filo-confederate durante la guerra.

Le Conseguenze della Separazione

Dopo la fine della Guerra Civile nel 1865, le tensioni tra la Virginia e la Virginia Occidentale non si placarono immediatamente. La Virginia, infatti, cercò di annullare la separazione e di riportare la Virginia Occidentale sotto il suo controllo, ma questo tentativo fu respinto sia dai cittadini della Virginia Occidentale che dal governo federale.

Un altro contenzioso tra i due stati riguardava il debito pre-bellico della Virginia. La Virginia sostenne che la Virginia Occidentale dovesse assumersi una parte del debito contratto dalla Virginia prima della secessione, un caso che fu portato davanti alla Corte Suprema degli Stati Uniti. Nel 1915, la Corte sentenziò a favore della Virginia, obbligando la Virginia Occidentale a pagare oltre 23 milioni di dollari, un debito che fu estinto solo nel 1939.

L'Economia Postbellica: Dal Carbone al Turismo

Lo Sviluppo delle Miniere di Carbone

Dopo la Guerra Civile, l'economia della Virginia Occidentale si concentrò principalmente sull'estrazione delle sue ricche risorse naturali, in particolare il carbone. Sebbene il carbone fosse già noto nella regione fin dal 1742, fu solo con l'espansione delle ferrovie alla fine del XIX secolo che l'industria del carbone conobbe un vero e proprio boom. La Virginia Occidentale divenne rapidamente uno dei maggiori produttori di carbone degli Stati Uniti, fornendo combustibile per l'industria, i trasporti e l'energia elettrica.

Le miniere di carbone divennero il principale datore di lavoro dello stato, attirando lavoratori da tutto il paese e dall'estero. Tuttavia, le condizioni di lavoro nelle miniere erano estremamente dure e pericolose, portando a frequenti conflitti tra minatori e datori di lavoro. Questi conflitti culminarono in numerosi scioperi e scontri violenti, tra cui la famosa Battaglia di Blair Mountain nel 1921, uno dei più grandi conflitti armati interni nella storia degli Stati Uniti.

La Diversificazione Economica e la Crisi del Carbone

Nonostante la sua importanza, l'industria del carbone iniziò a declinare dopo la seconda guerra mondiale, a causa della diminuzione della domanda e della concorrenza di nuove fonti di energia. Questo declino ebbe un impatto devastante sull'economia della Virginia Occidentale, che si trovò a dover affrontare una grave crisi economica e sociale.

In risposta a questa crisi, il governo degli Stati Uniti approvò piani speciali per lo sviluppo della Virginia Occidentale, con l'obiettivo di diversificare l'economia e creare nuove opportunità di lavoro. Questi sforzi portarono allo sviluppo di nuove industrie, tra cui la chimica e la manifattura, nonché alla promozione dello stato come destinazione turistica, grazie alla bellezza dei suoi paesaggi naturali e alla ricchezza del suo patrimonio culturale.

La Promozione del Turismo e lo Sviluppo Sostenibile

Negli ultimi decenni, il turismo è diventato una parte sempre più importante dell'economia della Virginia Occidentale. Lo stato ha investito nella protezione e nella valorizzazione delle sue risorse naturali, trasformando le sue montagne, fiumi e foreste in attrazioni turistiche di prim'ordine. Il New River Gorge National Park, il Blackwater Falls State Park e la Monongahela National Forest sono solo alcune delle destinazioni che attirano ogni anno migliaia di visitatori.

Il turismo ecologico e il turismo culturale sono particolarmente popolari, con un numero crescente di visitatori che cerca esperienze autentiche e sostenibili. Questo ha portato allo sviluppo di attività turistiche come l'escursionismo, il rafting, l'arrampicata e l'osservazione della fauna selvatica, che non solo contribuiscono all'economia locale, ma promuovono anche la conservazione dell'ambiente naturale.


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