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Dominica, una delle isole delle Piccole Antille nel Mar dei Caraibi, ha una storia ricca e complessa, che risale al XV secolo. L'isola fu scoperta da Cristoforo Colombo il 3 novembre 1493, durante il suo secondo viaggio nelle Americhe. Era un giorno di domenica, da cui il nome "Dominica". In quel tempo, l'isola era abitata dai Caribi, un popolo indigeno noto per la loro resistenza e spirito combattivo.
La scoperta di Dominica da parte degli europei segnò l'inizio di una lunga serie di contese tra potenze coloniali, in particolare tra la Francia e l'Inghilterra. Nel 1627, i francesi occuparono l'isola, ma gli inglesi non tardarono a manifestare il loro interesse. Tuttavia, nel 1660, le due nazioni firmarono un accordo che dichiarava Dominica come "terra di nessuno" (no man’s land), lasciando l'isola nelle mani dei Caribi. Questa tregua durò poco, poiché le due potenze continuarono a contendersi il controllo dell'isola nei decenni successivi.
Nonostante le difficoltà di accesso e la resistenza dei Caribi, i francesi riuscirono a stabilire insediamenti significativi sull'isola nel XVIII secolo. L'isola divenne un punto strategico nel Mar dei Caraibi, tanto che francesi e inglesi continuarono a combattere per il suo controllo. Durante la Guerra dei Sette Anni (1756-1763), Dominica fu più volte saccheggiata e contesa.
Il Trattato di Parigi del 1783 segnò un punto di svolta nella storia di Dominica. Con questo trattato, l'isola passò definitivamente sotto il controllo britannico. Da quel momento, Dominica divenne una colonia britannica, integrata nella struttura amministrativa dell'Impero Britannico. Gli inglesi introdussero piantagioni di zucchero, caffè e cotone, utilizzando la manodopera degli schiavi africani per sostenere l'economia dell'isola.
Dominica rimase una colonia britannica per gran parte del XIX e XX secolo, ma la sua amministrazione subì diversi cambiamenti. Dal 1871 al 1939, l'isola fece parte della Federazione delle Isole Sottovento (Leeward Islands Federation), un'entità amministrativa che raggruppava diverse isole caraibiche sotto un'unica gestione coloniale britannica.
Nel 1959, Dominica divenne parte della Federazione delle Isole Sopravento (Windward Islands Federation), un'altra unità amministrativa creata per facilitare il governo delle colonie britanniche nei Caraibi. Tuttavia, il vento del cambiamento stava già soffiando sulla regione, e Dominica non faceva eccezione.
Il movimento per l'indipendenza e l'autogoverno crebbe costantemente a Dominica nel corso del XX secolo. La fine della Seconda Guerra Mondiale accelerò il processo di decolonizzazione in tutto il mondo, e Dominica iniziò a fare passi concreti verso l'autonomia. Nel 1967, l'isola ottenne lo status di Stato associato al Regno Unito, con pieno autogoverno interno. Questo significava che, sebbene la difesa e gli affari esteri rimanessero sotto il controllo britannico, Dominica poteva gestire autonomamente i propri affari interni.
Questo nuovo status non era che un trampolino di lancio verso l'indipendenza totale. Il 3 novembre 1978, esattamente 485 anni dopo la sua scoperta da parte di Colombo, Dominica divenne una nazione indipendente all'interno del Commonwealth. Il paese ha adottato una costituzione repubblicana, scegliendo di non mantenere la monarchia britannica come capo di stato, a differenza di molte altre ex colonie britanniche.
Oggi, Dominica è una repubblica indipendente con un governo democratico parlamentare. Nonostante le sfide economiche e ambientali, l'isola ha mantenuto una ricca eredità culturale e storica. Il turismo, l'agricoltura e il rispetto per l'ambiente sono pilastri fondamentali dell'economia dell'isola, che si autodefinisce l'"Isola della Natura" per la sua straordinaria biodiversità e i suoi paesaggi incontaminati.