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Storia dell'Afghanistan




L'Afghanistan, una terra dalla storia complessa e travagliata, ha visto passare attraverso i secoli imperi, invasori e conquiste. Grazie alla sua posizione strategica nel cuore dell'Asia, è stato un crocevia di culture, religioni e potenze, tutte attratte dalle sue ricchezze e dalla sua importanza geopolitica.

Le prime invasioni: un crocevia di imperi (VI secolo a.C. – XIV secolo d.C.)

L'Afghanistan, grazie alla sua posizione strategica tra Persia, India e Cina, ha attratto numerosi imperi e popoli conquistatori fin dall'antichità. Uno dei primi a dominare il territorio afghano fu Dario I di Persia, nel VI secolo a.C., che estese l'impero achemenide fino alle valli dell'Afghanistan. Successivamente, nel 328 a.C., Alessandro Magno, durante la sua campagna di conquista dell'Asia, attraversò e conquistò il territorio.

Nel periodo successivo, il territorio afghano vide il passaggio e la dominazione di diverse dinastie e popoli: i Bactria, i Parthia e i Kushan tra il II e il I secolo a.C., e gli Unni Eftaliti nei secoli V e VI d.C. Ognuno di questi popoli lasciò un'impronta significativa nella cultura e nella storia della regione, influenzando religione, arte e commercio.

L'avvento dell'Islam e l'impero dei Ghaznavidi (VII - XI secolo d.C.)

La svolta più importante nella storia dell'Afghanistan avvenne nel VII secolo, con l'arrivo dell'Islam. Sotto la guida di Mahmud di Ghazni nel XI secolo, l'Afghanistan divenne il centro di un potente impero musulmano. Mahmud espanse il suo regno in gran parte del subcontinente indiano, consolidando l'Islam nella regione e trasformando la città di Ghazni in un importante centro culturale e intellettuale.

L'invasione mongola e l'ascesa di Tamerlano (XIII - XV secolo d.C.)

La storia dell'Afghanistan subì un'altra svolta drammatica nel XIII secolo con l'invasione dei Mongoli sotto Gengis Khan. L'invasione mongola distrusse gran parte delle città e delle infrastrutture del paese, provocando il collasso dell'ordine politico esistente. Tuttavia, nel XIV secolo, Tamerlano, discendente di Gengis Khan, annesse l'Afghanistan al suo impero. Tamerlano stabilì la sua capitale a Samarcanda e utilizzò l'Afghanistan come base per le sue campagne di conquista in Persia e India.

L'emergere dell'Impero Moghul (1505 - XVIII secolo)

Un'altra figura di spicco nella storia dell'Afghanistan fu Babur, un discendente di Tamerlano. Nel 1505, Babur unificò parte dell'Afghanistan e dell'India, fondando l'Impero Moghul, con Kabul come capitale iniziale. Sotto il dominio moghul, l'Afghanistan divenne un importante snodo commerciale e culturale, collegando l'Asia centrale con l'India. Sebbene l'Impero Moghul si sia poi spostato verso l'India settentrionale, Kabul rimase un'importante città strategica e simbolica.

L'Afghanistan sotto il dominio dei Durrani (1747 - 1835)

Il periodo di frammentazione e conflitto che seguì la caduta dell'Impero Moghul culminò con l'ascesa della dinastia Durrani, fondata da Ahmad Shah Durrani nel 1747. Ahmad Shah Durrani è spesso considerato il "Padre dell'Afghanistan", poiché riuscì a unificare gran parte del paese sotto il suo controllo. Durante il suo regno, l'Afghanistan si estese fino a includere gran parte dell'attuale Pakistan e Iran orientale, diventando uno dei più potenti imperi dell'Asia centrale.

Tuttavia, dopo la morte di Ahmad Shah, l'impero Durrani cominciò a disintegrarsi, portando alla divisione del paese tra diverse fazioni tribali. Questo periodo di instabilità aprì la strada all'intervento delle potenze europee, in particolare dell'Impero britannico e dell'Impero russo.

Le guerre anglo-afghane e la nascita dell'Afghanistan moderno (1839 - 1919)

A partire dal XIX secolo, l'Afghanistan divenne il campo di battaglia di quello che fu chiamato "Il Grande Gioco", una competizione tra l'Impero britannico e l'Impero russo per il controllo dell'Asia centrale. Questo confronto portò a tre guerre anglo-afghane.

La prima guerra anglo-afghana (1839-1842) vide una sconfitta catastrofica delle truppe britanniche, che furono quasi completamente annientate durante la ritirata da Kabul. La seconda guerra anglo-afghana (1878-1880) portò a un maggiore controllo britannico sugli affari esteri dell'Afghanistan, sebbene il paese mantenesse la sua autonomia interna. La terza guerra anglo-afghana (1919) segnò la fine dell'influenza britannica diretta nel paese, con la proclamazione dell'indipendenza da parte del re Amanullah Khan.

Le riforme di Amanullah Khan e l'instabilità politica (1919 - 1973)

Dopo aver ottenuto l'indipendenza nel 1919, Amanullah Khan cercò di modernizzare l'Afghanistan, ispirandosi ai modelli occidentali. Tentò di introdurre riforme sociali e politiche, tra cui l'abolizione del velo per le donne e la promozione dell'istruzione laica. Tuttavia, le sue riforme incontrarono una forte resistenza da parte delle tribù conservatrici e della nobiltà, portandolo all'abdicazione nel 1929.

Dopo la caduta di Amanullah, il paese attraversò un periodo di instabilità fino al 1933, quando Zahir Shah salì al trono. Il regno di Zahir Shah durò fino al 1973, ed è ricordato come un periodo relativamente stabile. Durante il suo governo, l'Afghanistan mantenne una politica di neutralità durante la Seconda Guerra Mondiale e la Guerra Fredda, e Zahir tentò anche di introdurre riforme democratiche con una nuova costituzione nel 1964. Tuttavia, le tensioni politiche portarono alla sua deposizione nel 1973.

L'invasione sovietica e la guerra civile (1979 - 1989)

Nel 1978, un colpo di stato portò al potere un governo comunista filo-sovietico. Tuttavia, il nuovo regime incontrò una forte opposizione da parte delle forze islamiche e tribali. Nel 1979, l'Unione Sovietica intervenne militarmente per sostenere il governo comunista, dando inizio a una decennale occupazione che devastò il paese.

Durante gli anni '80, i mujaheddin, gruppi di guerriglieri islamici sostenuti da Stati Uniti, Pakistan e altre potenze occidentali, combatterono contro le forze sovietiche. La guerra causò la morte di oltre un milione di afghani e provocò milioni di profughi. Nel 1989, l'Unione Sovietica si ritirò dall'Afghanistan, ma il paese continuò a essere dilaniato dalla guerra civile.

L'ascesa dei talebani e la guerra al terrorismo (1994 - oggi)

Dopo il ritiro sovietico, il governo comunista afghano riuscì a mantenersi al potere fino al 1992, quando fu rovesciato dai mujaheddin. Tuttavia, la vittoria dei mujaheddin non portò la pace: i vari gruppi iniziarono a combattere tra di loro, portando a una nuova fase della guerra civile.

Nel 1994, emerse un nuovo gruppo, i talebani, che prometteva di porre fine all'anarchia e di ristabilire l'ordine basato su un'interpretazione rigorosa della legge islamica. I talebani conquistarono Kabul nel 1996 e imposero un regime di stampo integralista.

Il regime talebano fu rovesciato nel 2001, dopo l'invasione statunitense in seguito agli attacchi terroristici dell'11 settembre. Tuttavia, nonostante la caduta dei talebani, l'Afghanistan è rimasto un campo di battaglia tra diverse fazioni, e la guerra continua fino ai giorni nostri, con i talebani che hanno riconquistato il potere nel 2021.


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