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Storia dell'Indonesia




L'Indonesia, l'arcipelago più grande del mondo, è una nazione con una storia plasmata da numerosi imperi, invasioni straniere, scambi commerciali e conflitti interni. Situata tra Asia e Oceania, questa nazione ha subito l'influenza di diverse culture e religioni, diventando un crocevia di civilizzazioni fin dai tempi antichi. Dall’induismo e il buddhismo, passando attraverso l’Islam, fino alla colonizzazione europea e l'indipendenza moderna.

Le Prime Civiltà e l'Era dei Regni

Si ritiene che le prime popolazioni dell'Indonesia siano arrivate dall'Asia continentale e dall’Oceania. A partire dal III secolo d.C., iniziano a formarsi i primi regni organizzati nell’arcipelago, con influenze prevalenti dall’India, che portarono alla diffusione dell'induismo e del buddhismo.

Uno dei primi grandi imperi fu quello di Srivijaya, situato nella Sumatra meridionale, che tra il VII e il XIII secolo dominò il commercio marittimo nell'area. Srivijaya era un potente centro buddhista e un crocevia per i commerci tra l'India e la Cina, grazie alla sua posizione strategica lungo le rotte commerciali marittime.

Un altro importante regno fu il Mataram nell'isola di Giava, che abbracciò l’induismo e il buddhismo sotto la dinastia Sailendra. Durante questo periodo furono costruiti alcuni dei più grandi monumenti dell'Indonesia, come il tempio buddhista di Borobudur, che oggi è uno dei siti Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, e il complesso induista di Prambanan.

Tuttavia, il regno più noto fu quello di Majapahit, fondato nel XIII secolo, che raggiunse il suo apice sotto il re Hayam Wuruk e il suo primo ministro Gajah Mada. Majapahit è spesso ricordato come uno degli imperi più grandi e influenti nella storia del Sud-Est asiatico, dominando non solo l'Indonesia, ma anche parte delle attuali Malesia, Singapore, e Filippine.

L'Arrivo dell'Islam

A partire dal XIII secolo, l'Indonesia iniziò a subire l'influenza dell'Islam attraverso i mercanti arabi e indiani. I porti dell'arcipelago erano importanti snodi commerciali e furono presto coinvolti nella rete di commercio musulmana. L'Islam iniziò a diffondersi rapidamente, soprattutto nella parte occidentale dell’Indonesia. Regni islamici come quelli di Samudra-Pasai e Aceh emersero a Sumatra, mentre Giava vide la conversione di importanti regni come Demak e Mataram Islamico.

L'Islam non sostituì immediatamente le precedenti credenze induiste e buddhiste, ma si integrò con le tradizioni locali. Questo sincretismo culturale e religioso diede origine a una forma unica di Islam, caratteristica dell'Indonesia, che rimane tuttora uno dei principali Paesi musulmani nel mondo.

Il Colonialismo Europeo: Il Dominio Olandese

L'arrivo degli europei nell'arcipelago indonesiano iniziò nel XVI secolo, quando i portoghesi furono i primi a stabilire avamposti commerciali. Tuttavia, fu la Compagnia Olandese delle Indie Orientali (VOC) a dominare l'Indonesia. Fondata nel 1602, la VOC cercò di monopolizzare il commercio delle spezie, una delle risorse più preziose dell'epoca, e stabilì il suo quartier generale a Batavia (l'attuale Jakarta).

Gli olandesi, grazie a una combinazione di forza militare e astute alleanze con i capi locali, riuscirono a consolidare il loro controllo su gran parte dell'arcipelago, spazzando via la concorrenza di altre potenze europee, come i portoghesi e gli inglesi. Nel 1798, dopo la bancarotta della VOC, il governo olandese assunse il controllo diretto del territorio, trasformando l'Indonesia in una colonia ufficiale.

Durante i tre secoli di dominazione olandese, l'Indonesia fu sfruttata principalmente per le sue risorse naturali. Le isole divennero importanti fornitori di caffè, zucchero, tabacco, e soprattutto spezie, con conseguenti grandi cambiamenti economici e sociali per le popolazioni locali. Tuttavia, le politiche coloniali olandesi erano spesso oppressive e portavano a periodi di ribellioni, come la famosa Guerra di Diponegoro (1825-1830) a Giava.

La Lotta per l'Indipendenza

Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'Indonesia fu occupata dai giapponesi (1942-1945), un evento che alterò significativamente l’equilibrio del potere nell'arcipelago. I giapponesi indebolirono l'autorità coloniale olandese e promossero in parte l'idea di una maggiore autonomia per i popoli dell'Indonesia. Tuttavia, alla fine della guerra, i nazionalisti indonesiani, guidati da Sukarno e Muhammad Hatta, videro un'opportunità per ottenere l'indipendenza definitiva.

Il 17 agosto 1945, pochi giorni dopo la resa del Giappone, Sukarno proclamò l'indipendenza dell'Indonesia. Tuttavia, i Paesi Bassi cercarono di ristabilire il controllo sulla loro ex colonia, portando a un lungo conflitto. Dopo quattro anni di guerre e negoziati, i Paesi Bassi riconobbero ufficialmente l'indipendenza dell'Indonesia il 27 dicembre 1949.

La Nascita della Repubblica e il Periodo Sukarno

Sukarno divenne il primo presidente dell'Indonesia e governò il Paese dal 1945 al 1965. La sua visione di una nazione unita, chiamata Pancasila, si basava su cinque principi fondamentali: nazionalismo, internazionalismo, democrazia, giustizia sociale, e fede in un Dio unico. Tuttavia, il governo di Sukarno fu caratterizzato da crescenti difficoltà economiche e politiche.

Sukarno cercò di mantenere un delicato equilibrio tra le diverse forze politiche del Paese, inclusi i militari, i comunisti e i nazionalisti islamici. Tuttavia, nel 1965, un tentativo di colpo di Stato organizzato da ufficiali comunisti fallì, portando a un periodo di grande violenza politica. Suharto, un generale dell'esercito, emerse come figura dominante durante questa crisi e, nel 1967, assunse la presidenza.

Il Regime di Suharto e la Nuova Ordine

Suharto instaurò un regime autoritario conosciuto come Orde Baru (Nuovo Ordine), che governò l'Indonesia per oltre tre decenni. Sotto Suharto, l'Indonesia attraversò un periodo di crescita economica, ma a un costo elevato in termini di diritti umani e libertà politiche. Il regime di Suharto fu sostenuto da forti legami con l'Occidente, soprattutto con gli Stati Uniti, che lo appoggiarono nella sua lotta contro il comunismo.

Durante il suo governo, Suharto affrontò diverse sfide interne, tra cui la crescente insoddisfazione per la corruzione dilagante e la povertà persistente, nonostante lo sviluppo economico. Nel 1998, a seguito della crisi economica asiatica e di crescenti proteste popolari, Suharto fu costretto a dimettersi, segnando la fine del suo lungo regime.


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