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Storia delle Maldive




Le Maldive, un arcipelago di oltre 1.000 isole nell'Oceano Indiano, hanno una storia che ha visto l'influenza di diverse civiltà e potenze straniere. Oggi, il paese è conosciuto per le sue spiagge mozzafiato e i resort di lusso, ma la sua evoluzione storica ha radici profonde che meritano di essere esplorate.

Le Origini: I Primi Insediamenti e l'Influenza Buddista

I primi abitanti delle Maldive si stabilirono intorno al 500 a.C., quando gruppi di coloni singalesi provenienti dallo Sri Lanka e dall'India meridionale raggiunsero l'arcipelago. Questi migranti portarono con sé la loro cultura, lingua e la religione buddista, che dominò la vita religiosa e sociale delle Maldive per diversi secoli.

Durante questo periodo, i Maldiviani costruirono templi e monumenti dedicati al Buddismo, alcuni dei quali sono ancora visibili oggi sotto forma di rovine. Le isole svolgevano anche un ruolo importante come punto di transito per le rotte commerciali nell'Oceano Indiano, data la loro posizione strategica tra l'India, lo Sri Lanka e l'Africa orientale.

La Conversione all'Islam: L'Arrivo di Al Fagir Hafis Hassan Fali Takur

Un cambiamento radicale nella storia delle Maldive avvenne nel 1153, quando Al Fagir Hafis Hassan Fali Takur, un predicatore musulmano, introdusse la religione islamica. La leggenda narra che la conversione fu rapida e completa: il sultano allora regnante si convertì all'Islam e con lui gran parte della popolazione.

Con l'introduzione dell'Islam, le Maldive si trasformarono in un sultanato, una forma di governo che avrebbe dominato il paese per secoli. Il Buddismo fu progressivamente abbandonato, e le moschee iniziarono a sostituire i templi buddisti. Il sultanato maldiviano mantenne la sua autonomia, pur essendo costantemente esposto alle influenze esterne a causa della sua posizione strategica.

Il Sultanato e la Dominazione Portoghese

Nel XVI secolo, la storia delle Maldive subì una brusca interruzione con l'arrivo dei colonizzatori europei. Nel 1558, i Portoghesi occuparono le isole e tentarono di imporre il loro controllo sul sultanato. Questa occupazione durò circa 15 anni, durante i quali i Maldiviani resistettero ferocemente all'influenza coloniale.

La resistenza culminò nel 1573, quando Mohamed Thakurufaanu, un eroe nazionale maldiviano, organizzò una rivolta che cacciò definitivamente i Portoghesi dalle isole. Questo evento rafforzò l'identità islamica delle Maldive e garantì al sultanato la sua indipendenza per i successivi secoli.

Il Protettorato Britannico e l'Influenza Coloniale

Dopo l'espulsione dei Portoghesi, le Maldive mantennero la loro indipendenza, pur sottomettendosi occasionalmente alla protezione di Ceylon (l'attuale Sri Lanka) e altre potenze regionali. Tuttavia, nel 1887, l'arcipelago entrò ufficialmente sotto la protezione britannica. Sebbene le Maldive rimanessero un sultanato, l'influenza britannica si fece sentire in molti aspetti della vita politica e amministrativa del paese.

Durante il protettorato britannico, le Maldive conservarono una relativa autonomia interna. Tuttavia, la Gran Bretagna gestiva gli affari esteri e garantiva la difesa dell'arcipelago. Questa situazione durò fino alla metà del XX secolo, quando l'indipendenza divenne una questione sempre più pressante.

L'Indipendenza e la Nascita della Repubblica

Nel 1948, dopo l'indipendenza di Ceylon dal dominio britannico, le Maldive ottennero una maggiore autonomia interna. Tuttavia, fu solo nel 1965 che le Maldive ottennero la piena indipendenza dal Regno Unito. Questo evento segnò una svolta significativa nella storia del paese, che cessò di essere un protettorato e divenne una nazione sovrana.

Nel 1968, un referendum popolare sancì la fine del sultanato e l'instaurazione di una repubblica presidenziale. Ibrahim Nasir fu eletto primo presidente delle Maldive. Il passaggio dalla monarchia alla repubblica fu relativamente pacifico, ma segnò un periodo di transizione e cambiamento.

Le Sfide della Modernità: Dal Colpo di Stato al Governo di Maumoon Abdul Gayoom

La neonata repubblica non fu immune da sfide interne. Nel 1975, la chiusura della base aerea britannica sull'atollo di Gan, che forniva un'importante fonte di reddito, portò a una crisi economica. Questa crisi culminò in un colpo di stato nel 1978, che portò alla caduta di Ibrahim Nasir e all'elezione di Maumoon Abdul Gayoom come presidente.

Gayoom governò le Maldive per 30 anni, dal 1978 al 2008, durante i quali il paese affrontò diverse crisi politiche e tentativi di colpi di stato, tra cui un complotto fallito nel 1980 e un'invasione tentata da mercenari nel 1988. Nonostante le difficoltà, Gayoom riuscì a mantenere il controllo del governo e a modernizzare l'economia del paese, con un'enfasi sullo sviluppo del turismo.

Le Maldive Oggi: Una Repubblica Democratica

Nel 2008, sotto la pressione di movimenti pro-democrazia, le Maldive tennero le prime elezioni democratiche della loro storia, che portarono alla fine del governo di Gayoom. Mohamed Nasheed, un attivista per i diritti umani, fu eletto presidente. La transizione verso la democrazia non è stata priva di difficoltà, ma ha segnato un nuovo capitolo nella storia delle Maldive.

Oggi, le Maldive sono una repubblica democratica che si basa principalmente sul turismo come principale fonte di reddito. Il paese continua a confrontarsi con le sfide del cambiamento climatico, poiché gran parte del territorio è a rischio a causa dell'innalzamento del livello del mare.


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