Articoli Turkmenistan
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Il paese, caratterizzato da vasti deserti, oasi fertili e una popolazione prevalentemente nomade, è stato a lungo influenzato dalle civiltà che si sono succedute lungo la Via della Seta. La storia del Turkmenistan è stata segnata da dominazioni straniere, conflitti e rivolte, fino alla proclamazione dell'indipendenza nel 1991.
La regione che oggi conosciamo come Turkmenistan è stata abitata fin dai tempi più antichi, grazie alla sua posizione strategica lungo la Via della Seta, l'antica rete di rotte commerciali che collegava l'Estremo Oriente all'Europa. Le oasi e le regioni fertili lungo il deserto del Karakum hanno favorito l'insediamento di popoli che vivevano di agricoltura e commercio.
Uno dei primi insediamenti significativi fu la civiltà di Margiana, che prosperò durante l'età del bronzo nell'area di Gonur Depe, vicino all'attuale città di Mary. Questa civiltà era caratterizzata da una complessa struttura sociale e da una notevole abilità nella lavorazione del bronzo e della ceramica. A partire dal VI secolo a.C., il territorio turkmeno cadde sotto il controllo dell'Impero Achemenide, seguito poi dall'Impero Partico, che mantenne il dominio per molti secoli.
Durante l'epoca partica, la regione si arricchì grazie ai commerci e divenne un importante crocevia tra Oriente e Occidente. Le città carovaniere che si svilupparono lungo la Via della Seta rappresentavano centri culturali e commerciali di grande rilievo.
Nel XI secolo, la regione del Turkmenistan passò sotto il controllo dell'Impero Selgiuchide, una dinastia turca che fondò un impero che si estendeva dalla Persia all'Anatolia. Durante questo periodo, la cultura turkmena iniziò a prendere forma, influenzata dalla religione islamica e dalle tradizioni turco-nomadi.
Il dominio dei Selgiuchidi fu interrotto nel XIII secolo dall'invasione mongola guidata da Gengis Khan. La devastazione portata dai Mongoli fu immensa: le città furono distrutte, le popolazioni decimate, e la regione cadde in una fase di declino economico e politico. Tuttavia, nonostante la distruzione, i popoli nomadi della regione, tra cui i Turkmeni, continuarono a sopravvivere e mantenere le loro tradizioni.
Nel XIX secolo, il Turkmenistan divenne oggetto di interesse per l'Impero Russo, che mirava a espandere la sua influenza in Asia centrale. Tra il 1870 e il 1880, i russi conquistarono gradualmente la regione, incontrando una resistenza feroce da parte delle popolazioni turkmene, in particolare dal gruppo dei Tekke o Teqqe.
Uno degli eventi più significativi di questa resistenza fu la Battaglia di Geok-Tepe del 1881, in cui i Tekke combatterono contro le forze russe, ma furono infine sconfitti. Questa sconfitta segnò la fine della resistenza armata organizzata contro i russi e l'inizio del controllo russo sul territorio.
Nel 1916, tuttavia, una nuova rivolta scoppiò nella regione, in risposta alle politiche di reclutamento forzato dell'Impero Russo. Questa ribellione, che si inseriva nel contesto più ampio delle rivolte anti-coloniali che stavano emergendo in tutto l'Impero Russo, fu brutalmente repressa, ma dimostrò che il nazionalismo turkmeno stava cominciando a prendere forma.
La Rivoluzione bolscevica del 1917 ebbe ripercussioni significative anche sul Turkmenistan. Dopo la caduta dell'Impero Russo, la regione divenne teatro di scontri tra i Bolscevichi e le forze controrivoluzionarie. Solo nel 1923, il regime sovietico riuscì a consolidare il proprio controllo sulla regione.
Nel 1924, venne costituita la Repubblica Socialista Sovietica del Turkmenistan, che divenne parte dell'Unione Sovietica. Durante il periodo sovietico, la regione subì profonde trasformazioni economiche e sociali. L'agricoltura fu collettivizzata, con la creazione di kolkhoz (fattorie collettive), e la città di Ashgabat iniziò a svilupparsi come centro industriale e politico.
Tuttavia, il periodo sovietico fu anche segnato da una forte repressione culturale. Le tradizioni turkmene furono in gran parte soppresse e sostituite con le ideologie e le pratiche sovietiche. Nonostante ciò, alcuni elementi della cultura turkmena, come la tessitura dei tappeti e la musica tradizionale, sopravvissero e continuarono a essere parte dell'identità nazionale.
Con il crollo dell'Unione Sovietica nel 1991, il Turkmenistan, come molte altre repubbliche sovietiche, proclamò la propria indipendenza. Il 27 ottobre 1991, il paese divenne ufficialmente uno stato sovrano, e Saparmurat Niyazov, che aveva già governato come leader del Partito Comunista locale, divenne il primo presidente del Turkmenistan indipendente.
Niyazov, conosciuto anche come Turkmenbashi (Padre dei Turkmeni), instaurò un regime fortemente autoritario e personalistico. Nel 1994, una legge lo nominò presidente a vita, consolidando ulteriormente il suo potere. Durante il suo governo, Niyazov avviò una serie di politiche volte a rafforzare l'identità nazionale turkmena, basate su una versione idealizzata della storia e della cultura del paese.
Tra le sue iniziative più controverse vi furono la costruzione di monumenti grandiosi, tra cui l'Arco della Neutralità, e la pubblicazione del Ruhnama, un libro di riflessioni personali e insegnamenti morali che divenne obbligatorio in ogni scuola e ufficio pubblico.
Dopo la morte di Niyazov nel 2006, Gurbanguly Berdymukhamedov è salito al potere, mantenendo molte delle caratteristiche del regime precedente, tra cui l'accentramento del potere nelle mani del presidente. Nonostante le speranze iniziali di riforme, il Turkmenistan rimane oggi uno degli stati più isolati al mondo, con limitate libertà politiche e un forte controllo statale su ogni aspetto della vita quotidiana.
Tuttavia, il paese continua a essere ricco di risorse naturali, in particolare il gas naturale, che rappresenta la principale fonte di reddito del Turkmenistan. Questo ha permesso al governo di mantenere una certa stabilità economica, pur rimanendo politicamente isolato sulla scena internazionale.