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Storia Croazia




La Croazia, una nazione ricca di storia e cultura, ha attraversato un percorso turbolento per raggiungere la sua attuale forma di stato indipendente. La sua storia, che risale al VII secolo, è un mosaico di conflitti, unione e indipendenza, e svolge un ruolo cruciale nella comprensione del panorama politico e culturale europeo.

Le Radici Slave e la Formazione del Regno

Nel VII secolo, i Croati, un popolo slavo, si stabilirono nell'area che oggi comprende la moderna Croazia. Nel X secolo, fondarono un regno indipendente, testimoniando la loro crescente influenza nella regione. Tuttavia, questo periodo di autonomia fu di breve durata, poiché nel XI secolo, il regno entrò a far parte dell'Ungheria, segnando l'inizio di un'era di dominio straniero che avrebbe caratterizzato la storia croata per i secoli a venire.

Sotto l'Impero Ottomano e gli Asburgo

Il XVI secolo vide una divisione significativa del territorio croato. Parti della Croazia, come la Slavonia, furono assorbite dall'Impero Ottomano, introducendo nuove influenze culturali e religiose. Il resto del paese rimase sotto il controllo della dinastia degli Asburgo, contribuendo a un'ulteriore diversificazione culturale e etnica. Queste differenze furono alla base di molti scontri interetnici nei secoli successivi.

La Jugoslavia e le Tensioni Etniche

Con la fine della Prima Guerra Mondiale nel 1918, la Croazia divenne parte del Regno di Jugoslavia, una federazione di popoli slavi. Tuttavia, le tensioni tra le diverse comunità etniche, esacerbate da differenze religiose e politiche, erano evidenti. La Serbia, tentando di imporre la religione ortodossa, creò attriti con altre comunità, in particolare con i Croati di fede cattolica.

L'Ascesa del Fascismo e le Ripercussioni della Seconda Guerra Mondiale

Prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale, la Croazia ottenne lo status di provincia autonoma. Durante il conflitto, i fascisti croati, guidati da Ante Pavelic e noti come Ustascia, collaborarono con le forze naziste nell'oppressione e nello sterminio di minoranze, soprattutto serbe. Questo periodo lasciò una cicatrice profonda nei rapporti interetnici, soprattutto tra Serbi e Croati.

L'Era Comunista e la Repressione

Nel periodo comunista post-bellico, guidato da Josip Broz Tito, le manifestazioni di nazionalismo furono severamente represse. Tuttavia, con la morte di Tito nel 1980, i sentimenti nazionalisti e le aspirazioni all'indipendenza iniziarono a riemergere, culminando nelle elezioni del 1990. I partiti indipendentisti croati, guidati da Franjo Tudjman, ottennero una vittoria schiacciante.

Verso l'Indipendenza

Il processo verso l'indipendenza croata fu segnato dall'approvazione di una nuova Costituzione e da un referendum che supportò massicciamente la separazione dalla Jugoslavia. Il 25 giugno 1991, la Croazia dichiarò l'indipendenza, un atto che non fu accolto favorevolmente dalla minoranza serba e dal governo di Belgrado, precipitando la regione in un conflitto armato. La guerra per l'indipendenza croata fu breve ma intensa, concludendosi nel 1992 con un cessate il fuoco precario.


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