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La storia della Svizzera ha radici profonde che affondano nell'antichità. La prima scena significativa è quella dell'arrivo dei Romani. Tra il 58 e il 50 a.C., Giulio Cesare conquistò l'Europa occidentale, sconfiggendo le tribù celtiche degli Elvezi che abitavano il territorio svizzero. Questo territorio, che prese il nome di Elvezia, divenne una provincia interna dell'Impero Romano. Durante questo periodo, la regione godette dei vantaggi dell'integrazione nell'Impero, inclusi miglioramenti nelle infrastrutture, nell'agricoltura e nella sicurezza. Tuttavia, con la caduta dell'Impero Romano d'Occidente nel V secolo d.C., l'Elvezia fu esposta alle invasioni barbariche.
Con il declino dell'autorità romana, la Svizzera subì una serie di invasioni da parte di diverse tribù germaniche, inclusi i Burgundi e gli Alamanni. Queste invasioni causarono distruzione e instabilità, interrompendo la prosperità romana. Tuttavia, verso il 536 d.C., i Franchi conquistarono la regione, integrandola nel loro regno. Sotto il dominio di Carlo Magno, che divenne imperatore nel 800 d.C., le condizioni migliorarono notevolmente. L'imperatore promosse la diffusione del Cristianesimo e avviò le prime concessioni feudali, che gettarono le basi per la struttura politica medievale della Svizzera.
Dopo la morte di Carlo Magno nell'814, il suo vasto impero si frammentò in una serie di piccoli staterelli feudali. In Svizzera, come in molte altre parti d'Europa, questo periodo fu caratterizzato da lotte tra signori feudali per il controllo del territorio. Tuttavia, il potere dei feudatari iniziò a essere sfidato dalle città emergenti. Berna, per esempio, divenne una città libera e autonoma grazie all'intraprendenza dei suoi borghesi.
Alla fine del XIII secolo, due grandi famiglie, gli Asburgo e i Savoia, si contendevano la supremazia sulla regione. Gli Asburgo, in particolare, stavano consolidando il loro potere, allarmando le comunità libere, soprattutto i tre Cantoni di Uri, Schwyz e Unterwalden. Questi Cantoni, situati attorno al Lago dei Quattro Cantoni, si unirono nel 1291 firmando il "Patto del Rütli". Questo patto, considerato il documento fondante della Confederazione Svizzera, impegnava i Cantoni a rimanere uniti contro qualsiasi nemico.
Dopo il Patto del Rütli, la Svizzera fu teatro di numerose battaglie per mantenere la sua indipendenza dagli Asburgo. La vittoria decisiva avvenne il 15 novembre 1315, nella battaglia di Morgarten, dove i contadini e i montanari svizzeri sconfissero l'esercito asburgico. In seguito a questa vittoria, altri Cantoni si unirono alla lega, tra cui Lucerna, Zurigo, Glarus, Zug e Berna, formando un'alleanza di otto Cantoni.
Questa crescente Confederazione affrontò nuovamente le forze austriache nelle battaglie di Sempach (1386) e Näfels (1388), consolidando ulteriormente la loro indipendenza. La Confederazione Svizzera, abitata da uomini coraggiosi e industriosi, continuò a prosperare e a espandersi.
Nel XV secolo, la Confederazione Svizzera dovette affrontare nuove minacce, tra cui l'ambizioso duca di Borgogna, Carlo il Temerario. Carlo cercava di creare un regno che si estendesse dalla Manica all'Italia. Tuttavia, i soldati svizzeri sconfissero le sue forze vicino a Berna e, nel 1477, lo stesso duca fu ucciso a Nancy.
Nel XVI secolo, la Confederazione raggiunse il massimo della sua potenza militare, con tredici Cantoni confederati. Gli svizzeri conquistarono territori in Italia, ma subirono una pesante sconfitta nella battaglia di Marignano nel 1515 contro le truppe francesi di Francesco I.
Uno degli eventi più significativi della storia svizzera fu la Riforma protestante nel XVI secolo. La predicazione di Ulrico Zwingli a Zurigo nel 1519 e successivamente di Giovanni Calvino a Ginevra portò a una divisione religiosa tra i Cantoni cattolici e quelli protestanti. Questa divisione culminò in una serie di guerre civili, iniziando con il primo conflitto nel 1529. Le guerre religiose continuarono per circa due secoli, con lunghi periodi di tensione e ostilità, fino a quando le due parti raggiunsero un accordo di coesistenza pacifica.
Il XVIII secolo fu un periodo di relativa tranquillità per la Svizzera, che godette di grande prosperità. Tuttavia, con l'ascesa di Napoleone Bonaparte, la Svizzera fu nuovamente coinvolta in conflitti europei. Nel 1798, un esercito francese occupò la Confederazione e proclamò la Repubblica Elvetica, soggetta alla Francia. Napoleone impose una nuova costituzione che garantì una certa stabilità al paese per dieci anni.
Dopo la caduta di Napoleone, il Congresso di Vienna nel 1815 riconobbe l'indipendenza e la neutralità della Svizzera. La Confederazione fu ricostituita con ventidue Cantoni. Nel 1848, una nuova costituzione trasformò la Svizzera da una confederazione di Stati sovrani a uno Stato federale con capitale Berna. Questa costituzione fu ulteriormente modificata nel 1874 e nel 1891, stabilendo le basi del moderno Stato svizzero.
Durante le due guerre mondiali, la Svizzera mantenne una rigorosa neutralità. Sebbene circondata da paesi in guerra, riuscì a evitare il coinvolgimento diretto nei conflitti. La Svizzera fornì assistenza a migliaia di rifugiati e prigionieri di guerra, consolidando la sua reputazione internazionale come nazione neutrale e umanitaria.
La Croce Rossa, fondata a Ginevra nel 1863 da Henri Dunant, divenne un simbolo di questa neutralità e assistenza umanitaria. La bandiera rossa con la croce bianca è oggi riconosciuta come simbolo di libertà, civiltà e rispetto dei diritti umani.
La storia della Svizzera è una narrazione di resistenza, indipendenza e neutralità. Dall'occupazione romana alle sfide delle invasioni barbariche, dalla nascita delle città libere al consolidamento della Confederazione, la Svizzera ha saputo mantenere la sua identità unica. La neutralità e l'impegno umanitario, consolidati nel XX secolo, hanno reso la Svizzera un esempio di stabilità e pace nel cuore dell'Europa.