Articoli Papua Nuova Guinea
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Papua Nuova Guinea è una terra di straordinaria diversità culturale. La sua storia, ricca di intrecci tra antiche tradizioni indigene e influenze coloniali, risale a tempi lontani, con popolazioni locali dedite alla caccia e a forme rudimentali di agricoltura.
Popolazioni papua e melanesiane abitavano Papua Nuova Guinea da millenni, quando nel XIII secolo furono raggiunte da mercanti malesi che stabilirono prime basi commerciali. Il contatto con l'Europa avvenne nel 1512, quando l’esploratore portoghese Antonio de Abreu arrivò sull’isola, seguito dallo spagnolo Inigo Ortiz de Retes, che nel 1545 battezzò la terra "Nuova Guinea" e ne proclamò il possesso per la Spagna. Tuttavia, il dominio spagnolo non si concretizzò in un’effettiva occupazione, lasciando campo aperto all’espansione europea futura.
Nel 1660, la Compagnia Olandese delle Indie Orientali dichiarò la propria sovranità su parte della Nuova Guinea, e nel 1828 i Paesi Bassi ufficializzarono la loro presenza sulla porzione occidentale dell’isola. Tuttavia, a partire dalla metà del XIX secolo, la parte orientale attirò anche l’attenzione di coloni britannici e tedeschi. Il cancelliere tedesco Otto von Bismarck spinse per un’espansione in Oceania, provocando un crescente conflitto con la Gran Bretagna, che nel 1884 proclamò un protettorato sulle regioni sudorientali dell’isola. La Germania rispose annettendo le coste nord-orientali e istituendo il protettorato sulle vicine isole Salomone settentrionali, Nuova Britannia e Nuova Irlanda, creando un sistema di governance coloniale con l’appoggio della Compagnia tedesca della Nuova Guinea.
Con lo scoppio della prima guerra mondiale, nel 1914, le truppe australiane occuparono la Nuova Guinea tedesca. Al termine del conflitto, nel 1920, la Società delle Nazioni affidò all'Australia il mandato amministrativo sulle ex colonie tedesche. Durante la seconda guerra mondiale, Papua Nuova Guinea divenne teatro di importanti battaglie tra forze alleate e giapponesi. Alla fine del conflitto, il mandato australiano fu rinnovato nel 1946 dalle Nazioni Unite, con l’obiettivo di guidare l'isola verso una gestione sempre più autonoma.
Dopo un lungo periodo di amministrazione fiduciaria da parte dell’Australia, la spinta per l’indipendenza iniziò a farsi più forte negli anni ’60. In parallelo, la parte occidentale dell’isola, chiamata Irian Occidentale, fu al centro di una disputa tra Paesi Bassi e Indonesia, che la ottenne sotto amministrazione nel 1963. Il 1973 segnò un passo fondamentale per il settore orientale dell'isola: Papua Nuova Guinea ottenne l'autogoverno, e il 16 settembre 1975 diventò ufficialmente uno Stato indipendente con il leader Michael Somare come primo ministro. La nazione intraprese così un percorso autonomo verso la stabilità, affrontando sia sfide interne che rapporti internazionali in continua evoluzione.
Dal 1985, Papua Nuova Guinea ha vissuto una serie di trasformazioni economiche, politiche e sociali. La scoperta di risorse naturali, tra cui oro e gas naturale, ha alimentato la crescita economica, ma ha anche portato a tensioni tra il governo centrale e le comunità locali. Il paese ha affrontato crisi di governance e corruzione, che hanno ostacolato una distribuzione equa della ricchezza. Negli ultimi decenni, i governi succedutisi hanno cercato di rafforzare le istituzioni democratiche e promuovere una crescita sostenibile, affrontando sfide legate al cambiamento climatico e alla tutela delle foreste pluviali. Il paese ha inoltre intensificato le relazioni con la Cina e l’Australia, cercando un equilibrio tra interessi economici e sicurezza nazionale. Il processo di modernizzazione continua, con Papua Nuova Guinea che cerca di consolidare il proprio ruolo come nazione indipendente e culturalmente diversificata nel panorama internazionale.