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Eswatini, precedentemente noto come Swaziland, è un piccolo paese situato nell'Africa meridionale. Questo articolo ripercorre le principali tappe storiche del paese, dalla migrazione della popolazione swazi nel XVII secolo fino all'indipendenza e agli sviluppi più recenti.
La popolazione swazi, originaria della regione costiera del Mozambico, si stabilì nell'odierno Eswatini nel XVII secolo. Durante il loro insediamento, gli swazi affrontarono numerosi conflitti con le tribù locali e successivamente con gli zulu, una delle tribù guerriere più potenti dell'Africa meridionale.
Nella seconda metà del XIX secolo, oltre agli zulu, gli swazi dovettero difendersi dall'invasione dei boeri, colonizzatori olandesi stabilitisi nel Transvaal. I boeri cercavano di estendere il loro dominio fino alla costa, portando ulteriori tensioni e conflitti nella regione.
Nel 1890, la terra degli swazi fu amministrata congiuntamente dall'Inghilterra e dalla Repubblica del Transvaal. Tuttavia, dopo la guerra anglo-boera, questa amministrazione congiunta cessò e nel 1902 il governo britannico proclamò un protettorato sul regno, stabilendone i confini attuali.
Durante il periodo coloniale, l'Inghilterra praticò la politica dell'«indirect rule», permettendo al re e alle istituzioni tribali di mantenere una certa autonomia. Furono conservati il «Likoko», un consiglio della corona formato da parenti e amici del re, e il «Libandla», un'assemblea generale annuale della tribù.
Nel 1921, venne istituito un Consiglio per gli Affari Europei, che amministrava separatamente le questioni riguardanti i bianchi, di fatto controllando gran parte della vita del paese. Uno dei principali problemi tra indigeni e bianchi era legato alle concessioni aurifere, che il Consiglio difendeva come legittime e irrevocabili.
La vita politica di Eswatini iniziò ad animarsi con la formazione dei primi partiti nella prospettiva della decolonizzazione. Alle elezioni preliminari del 1963, il partito dell'Imbokodvo, vicino alla corona, e l'United Swaziland Association (USA), che rappresentava i bianchi, ottennero i maggiori consensi.
Nelle elezioni del 1967, il re riuscì ad eliminare la rappresentanza bianca, entrando in conflitto con la Repubblica del Sudafrica, paese di provenienza della maggior parte dei bianchi di Eswatini. All'interno della comunità nera, vi furono numerosi contrasti tra coloro che sostenevano una linea intransigente nei confronti degli europei e coloro che erano più accomodanti, considerando la necessità di mantenere rapporti con il Sudafrica e il Mozambico.
L'indipendenza di Eswatini fu proclamata nel 1968 e il nome dello Stato fu cambiato in Ngwane, in onore del re che aveva condotto gli swazi nel territorio. Tuttavia, questo nome non ebbe fortuna e fu ripristinato quello originale di Swaziland.
Nel 1973, a causa dei contrasti politici interni, il re sospese la Costituzione, sciolse il Parlamento e mise a capo del governo il comandante delle forze armate, suo stretto parente. Questa nuova linea politica fu molto accomodante nei confronti dei governi del Mozambico e del Sudafrica, mirando a evitare conflitti con questi potenti vicini.
Nonostante il governo cercasse di mantenere buoni rapporti con i paesi vicini, all'interno di Eswatini si svilupparono gruppi politici ostili al Sudafrica e contrari all'apartheid. Negli anni '70, emerse il movimento clandestino di estrema sinistra Swaziland Liberation Movement (Swalimo), che mirava a destituire il re e proclamare una repubblica.
Negli anni '90, Eswatini fu scosso da ripetuti scioperi e proteste a causa di una situazione economica incerta. La popolazione studentesca, in particolare, espresse apertamente il suo malcontento nei confronti della corona e delle politiche governative.
Dopo la morte del re nel 1982, iniziò una lotta per l'assetto istituzionale del paese che si concluse nel 1986 con l'incoronazione del principe ereditario. Il nuovo re proseguì nella politica conservatrice del padre, mantenendo buoni rapporti sia con il Sudafrica che con il Mozambico.
Oggi, Eswatini continua a confrontarsi con diverse sfide economiche e politiche. Nonostante i progressi compiuti, il paese deve ancora affrontare questioni legate alla povertà, alla disoccupazione e alla governance.