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L'Africa è un continente di straordinaria varietà e complessità geologica. Con una superficie di oltre 30 milioni di chilometri quadrati, rappresenta una vasta e diversificata porzione del pianeta. La morfologia del continente africano è caratterizzata da una combinazione unica di altipiani, catene montuose, deserti vasti e fertili pianure, che conferiscono all'Africa un'identità geografica distintiva. In questo articolo, esploreremo in dettaglio la morfologia dell'Africa, analizzando le sue principali caratteristiche fisiche e i rilievi che ne definiscono il paesaggio.
L'Africa è la seconda maggiore massa continentale della Terra, separata dall'Europa a nord dal Mar Mediterraneo, dall'Asia a est dal Mar Rosso e da due oceani, l'Atlantico a ovest e l'Indiano a sud-est. La posizione geografica dell'Africa, in gran parte intertropicale, e la sua configurazione compatta contribuiscono a una relativa omogeneità climatica e morfologica, anche se esistono significative variazioni regionali.
Il continente è diviso in diverse grandi regioni geografiche che presentano caratteristiche morfologiche uniche. Queste regioni includono il Nord Africa, dominato dal deserto del Sahara; l'Africa Sub-sahariana, che comprende vaste savane e foreste tropicali; e l'Africa Australe e Orientale, caratterizzata da altopiani elevati e catene montuose.
La struttura morfologica dell'Africa è dominata da una serie di altipiani tabulari che coprono gran parte del continente. Questi altipiani, che variano in altitudine da 300 a oltre 1000 metri, costituiscono la base del paesaggio africano. La superficie dell'Africa è quindi relativamente uniforme, ma presenta significative variazioni regionali in termini di altitudine e tipo di terreno.
Il Sahara, il più grande deserto caldo del mondo, occupa gran parte dell'Africa settentrionale e rappresenta una delle regioni morfologicamente più distintive del continente. Il deserto è composto da una serie di paesaggi, tra cui vaste distese di sabbia (erg), pianure di ciottoli (serir) e altipiani rocciosi (hamada). Le formazioni rocciose isolate, come l'Ahaggar e il Tibesti, rompono la monotonia del paesaggio desertico con cime che superano i 3000 metri di altitudine.
Nonostante la sua aridità attuale, il Sahara mostra segni di un passato più umido, con letti fluviali fossili e antiche valli scavate dall'acqua. La regione ospita anche depressioni significative, come quella di Qattara in Egitto, che scende a 134 metri sotto il livello del mare, rendendola una delle più basse del continente.
L'Africa centrale è dominata dal bacino del Congo, una delle più grandi depressioni continentali del mondo. Questo vasto bacino è circondato da altipiani e contiene la seconda più grande foresta pluviale del mondo, dopo l'Amazzonia. Il bacino del Congo è relativamente piatto, con un'altitudine media di circa 400 metri, e ospita un complesso sistema di fiumi che drena l'acqua verso l'Oceano Atlantico.
La regione è anche caratterizzata da un clima equatoriale umido, che favorisce una vegetazione lussureggiante e una biodiversità straordinaria. I massicci montuosi isolati, come il Mont Camerun, un vulcano attivo che raggiunge i 4040 metri, sono le principali interruzioni nel paesaggio prevalentemente piatto dell'Africa centrale.
L'Africa orientale è forse la regione più geologicamente attiva del continente. Questa zona è dominata dalla Grande Rift Valley, una vasta fossa tettonica che si estende per circa 6000 chilometri dall'Etiopia al Mozambico. La Rift Valley è costellata da alcuni dei più imponenti rilievi del continente, inclusi i vulcani Kilimangiaro e Monte Kenya, che sono anche le cime più elevate dell'Africa, rispettivamente a 5895 e 5199 metri.
La Rift Valley è il risultato di una spaccatura nella crosta terrestre, dove le placche tettoniche africane si stanno lentamente separando. Questa attività geologica ha dato origine a una serie di laghi profondi, come il Lago Tanganica e il Lago Malawi, e ha creato una regione di grande varietà morfologica, con altipiani elevati, valli profonde e vulcani attivi.
L'Africa australe è caratterizzata da un vasto sistema di altipiani che coprono gran parte della regione. Gli altipiani sudafricani, noti come Veld, raggiungono altitudini superiori ai 1000 metri e digradano verso la conca del Kalahari, un deserto che occupa gran parte del Botswana e si estende in Namibia e Sudafrica.
Il margine esterno degli altipiani è sollevato e forma una serie di catene montuose, tra cui i Monti dei Draghi (Drakensberg), che raggiungono altitudini di 3482 metri. Queste montagne, con i loro profili ripidi e le cime spesso innevate, rappresentano alcune delle aree più spettacolari dell'Africa australe.
Nonostante la prevalenza di altipiani tabulari, l'Africa ospita diverse catene montuose significative, situate principalmente ai margini del continente.
Il sistema montuoso dell'Atlante si estende per circa 2500 chilometri lungo la costa settentrionale dell'Africa, dalla Tunisia al Marocco. Queste montagne, formatesi durante l'era terziaria, sono il prolungamento delle cordigliere iberiche e rappresentano una delle poche aree in cui l'Africa è stata interessata dai movimenti orogenetici recenti.
L'Atlante è caratterizzato da una serie di catene parallele che circondano altopiani interni, con il punto più elevato raggiunto dal Monte Toubkal in Marocco, che con i suoi 4167 metri è la vetta più alta della catena. Queste montagne, pur trovandosi in una zona arida, ricevono neve in inverno e presentano tracce di glacialismo quaternario.
All'estremo sud del continente si trovano le Montagne del Capo, una serie di rilievi relativamente modesti ma morfologicamente significativi. Con un'altezza massima di 2504 metri nel Kompasberg, queste montagne si estendono lungo la costa sudafricana e sono caratterizzate da una serie di allineamenti paralleli.
Le Montagne del Capo sono il risultato di antichi movimenti tettonici e rappresentano una delle poche aree in Africa dove si riscontrano tracce di un'antica orogenesi. Questi rilievi sono anche noti per la loro flora unica, parte del Regno Florale del Capo, una delle sei principali zone floristiche del mondo.
L'Africa è famosa per i suoi deserti vasti e inospitali, che coprono circa un terzo della superficie continentale. I due deserti principali sono il Sahara a nord e il Kalahari a sud.
Il Sahara, con un'estensione di circa 9 milioni di chilometri quadrati, è il più grande deserto caldo del mondo. Questo immenso oceano di sabbia, ciottoli e rocce è un ambiente estremamente arido, con temperature diurne che possono superare i 50°C. Nonostante la sua durezza, il Sahara ha una storia geologica complessa e ospita una serie di depressioni e altipiani che contribuiscono alla sua diversità morfologica.
Il Kalahari, pur essendo un deserto, è meno arido del Sahara e presenta una vegetazione più abbondante, con una varietà di piante e animali adattati alle condizioni semi-aride. Il Kalahari è una vasta conca desertica che occupa gran parte del Botswana e si estende in Namibia e Sudafrica. Questa regione è caratterizzata da dune di sabbia rossa, pianure alluvionali e rare depressioni salate, che testimoniano un passato più umido.
La morfologia dell'Africa è un riflesso delle complesse forze geologiche che hanno modellato il continente nel corso di milioni di anni. Dalla vasta aridità del Sahara alle fertili pianure del Congo, dagli altipiani vulcanici dell'Africa orientale alle montagne dell'Atlante e del Capo, l'Africa è un continente di straordinari contrasti geomorfologici.
L'idrografia africana è dominata da alcuni dei fiumi più lunghi e iconici del mondo. Tra questi, il Nilo è sicuramente il più noto, non solo per la sua lunghezza, che con i suoi 6.670 km lo rende il fiume più lungo del mondo, ma anche per il suo impatto storico e culturale. Il Nilo nasce nella regione dei Grandi Laghi, attraversa il deserto del Sahara e sfocia nel Mar Mediterraneo, fornendo acqua e fertilità a una delle civiltà più antiche della storia umana.
Un'altra importante caratteristica dei fiumi africani è la loro origine nelle terre sub-equatoriali, dove le precipitazioni sono abbondanti. Tuttavia, la mancanza di catene montuose significative che fungano da spartiacque fa sì che i bacini idrografici dei fiumi siano spesso indistinti e complessi. I fiumi africani, come il Congo, il Niger e il Zambesi, scorrono su tavolati e altipiani, spesso incontrando cascate, rapide e cateratte, che rendono la navigazione difficile e frammentata.
La maggior parte dei fiumi africani dipende esclusivamente dalle piogge per la loro alimentazione. A differenza di altre regioni del mondo dove i fiumi possono essere alimentati da ghiacciai o nevai, l'Africa ha una scarsità di tali risorse. Le uniche eccezioni si trovano in alcuni fiumi dell'Africa orientale, che ricevono un modesto apporto idrico dalle vette innevate delle montagne, come il Kilimangiaro o il Monte Kenya.
Questa dipendenza dalle piogge rende il regime idrografico dei fiumi africani estremamente variabile. Durante la stagione delle piogge, i fiumi possono gonfiarsi rapidamente, mentre durante la stagione secca, il loro livello può diminuire drasticamente, rendendo alcune sezioni quasi completamente asciutte. Questo fenomeno è particolarmente evidente nei fiumi che attraversano zone semi-aride e desertiche, come l'Uebi Scebeli e il Giuba.
Una delle caratteristiche più singolari dell'idrografia africana è la presenza di numerosi bacini endoreici, ossia bacini idrografici chiusi che non hanno sbocco al mare. Questi bacini, come quello del Lago Ciad o del Lago Ngami, si trovano principalmente in regioni aride o semi-aride. Queste depressioni hanno margini rialzati che impediscono il deflusso delle acque, creando vasti sistemi di laghi e paludi che possono variare significativamente in dimensione a seconda delle stagioni.
Inoltre, ampie aree dell'Africa, come il Sahara, sono caratterizzate da zone areiche, prive di deflusso permanente. In queste regioni, i cosiddetti uadi, letti di fiumi stagionali o secchi, possono riempirsi d'acqua solo durante eccezionali eventi di pioggia, ma per la maggior parte dell'anno rimangono asciutti.
Un altro aspetto curioso dell'idrografia africana è la frequenza di coppie di fiumi che, nonostante abbiano origine dallo stesso nodo idrografico, si dirigono verso versanti opposti. Esempi di questo fenomeno includono il Niger e il Senegal, il Congo e il Zambesi, il Limpopo e l'Orange. Questo comportamento idrografico è dovuto alla complessa geologia del continente, che ha dato origine a numerosi altipiani e tavolati con inclinazioni diverse.
L'Africa ospita alcuni dei laghi più grandi e profondi del mondo, molti dei quali situati nella regione della Rift Valley, una vasta frattura tettonica che si estende dal Mar Rosso fino al Mozambico. I laghi della Rift Valley, come il Lago Tanganica e il Lago Malawi, sono noti per la loro profondità e per la loro biodiversità unica. Questi laghi sono di origine tettonica e si trovano in profonde depressioni, assumendo spesso una forma stretta e allungata.
Il più vasto lago africano per superficie, tuttavia, non si trova nella Rift Valley ma sugli altipiani: il Lago Vittoria. Con una superficie di circa 68.800 km², è il secondo lago d'acqua dolce più grande del mondo. Il Lago Vittoria è di fondamentale importanza per i Paesi che lo circondano, come Uganda, Kenya e Tanzania, poiché rappresenta una risorsa essenziale per la pesca, l'approvvigionamento idrico e il trasporto.
Le condizioni climatiche in Africa sono profondamente influenzate dalla sua posizione geografica, dalla morfologia del territorio e dall'interazione tra masse continentali e oceaniche.
L'Africa si estende quasi simmetricamente a nord e a sud dell'equatore, un aspetto che gioca un ruolo cruciale nella formazione delle sue condizioni climatiche. Questa disposizione geografica fa sì che il continente sia attraversato da diverse fasce climatiche, che si susseguono in modo regolare lungo la latitudine. La posizione dell'Africa tra l'emisfero settentrionale e quello meridionale crea una simmetria stagionale, con l'estate boreale che coincide con l'inverno australe e viceversa.
L'Africa è il continente con le temperature medie annuali più elevate. Quasi tutto il suo territorio rientra nelle isoterme annuali di 20°C, ad eccezione delle regioni estreme del Monte Atlante e della Penisola del Capo. Le temperature più alte si registrano nella zona equatoriale, dove l'umidità è elevata. Tuttavia, a causa dell'influenza delle vaste superfici continentali dell'Africa settentrionale, l'equatore termico è spostato più a nord rispetto a quello geografico. Questo spostamento provoca una rapida diminuzione delle temperature verso nord, mentre verso sud le temperature rimangono più elevate.
Le escursioni termiche, cioè le variazioni di temperatura tra il giorno e la notte, sono minime nelle regioni equatoriali ma aumentano allontanandosi dall'equatore, determinando una differenziazione stagionale sempre più marcata. Questo fenomeno è particolarmente evidente nelle zone desertiche come il Sahara, dove le temperature diurne possono essere estremamente alte, mentre le notti possono essere sorprendentemente fredde.
Il pattern delle precipitazioni in Africa è fortemente influenzato dalla posizione geografica e dalle correnti oceaniche. Le regioni equatoriali, come il Golfo di Guinea, il bacino del Congo e gli altipiani etiopici, sono caratterizzate da elevate precipitazioni dovute alla predominanza di basse pressioni atmosferiche durante tutto l'anno. In queste aree, le piogge sono frequenti e abbondanti, con due stagioni piovose distinte in alcuni casi: le "piccole piogge" e le "grandi piogge".
Man mano che ci si allontana dall'equatore, le precipitazioni diminuiscono drasticamente. Nel Sahara, la vasta area desertica è caratterizzata da precipitazioni annue inferiori a 100 mm, una condizione dovuta alla forte continentalità. Questo deserto è una delle regioni più aride del pianeta, con piogge rare e irregolari. A sud dell'equatore, le precipitazioni diminuiscono gradualmente fino a raggiungere i deserti del Kalahari e del Namib, anch'essi caratterizzati da bassi livelli di pioggia.
L'Africa può essere suddivisa in diverse zone climatiche principali:
Clima Equatoriale: Caratterizzato da temperature elevate e precipitazioni abbondanti durante tutto l'anno. Questa zona copre principalmente le regioni centrali dell'Africa, come il bacino del Congo.
Clima Tropicale: Situato a nord e a sud della zona equatoriale, il clima tropicale presenta una stagione secca e una stagione piovosa ben definite. Questo clima è tipico delle savane africane.
Clima Desertico: Presente nelle regioni settentrionali e meridionali del continente, in particolare nel Sahara e nel deserto del Kalahari. Qui, le precipitazioni sono scarse e le escursioni termiche sono molto elevate.
Clima Mediterraneo: Tipico delle regioni costiere del Nord Africa e della Penisola del Capo, questo clima presenta estati calde e secche e inverni miti e piovosi.
Le condizioni climatiche dell'Africa hanno un impatto significativo sull'ambiente e sulle popolazioni. Le regioni equatoriali, con la loro abbondante vegetazione, sono habitat per una vasta gamma di biodiversità, ma sono anche vulnerabili alla deforestazione e ai cambiamenti climatici. Le aree desertiche, d'altra parte, pongono sfide severe alla sopravvivenza umana, con risorse idriche limitate e terreni poco fertili.
Le popolazioni africane hanno sviluppato diverse strategie di adattamento alle condizioni climatiche estreme. Ad esempio, nelle regioni aride, le comunità praticano l'agricoltura di sussistenza e la pastorizia nomade, spostandosi stagionalmente alla ricerca di acqua e pascoli.
L'Africa è un continente di straordinaria ricchezza naturale, caratterizzata da una varietà di ecosistemi che ospitano una flora e una fauna uniche al mondo. La diversità ambientale del continente, che va dalle rigogliose foreste pluviali equatoriali ai deserti aridi, permette una sorprendente gamma di specie vegetali e animali, molte delle quali sono endemiche e non si trovano in nessun'altra parte del pianeta.
Le foreste pluviali equatoriali dell'Africa si estendono principalmente nella regione del Golfo di Guinea e nel bacino del Congo. Queste foreste rappresentano uno degli ecosistemi più antichi e complessi del pianeta, con una biodiversità straordinaria. Caratterizzate da un clima umido e caldo, queste aree vedono una piovosità elevata e costante, che crea le condizioni ideali per una vegetazione lussureggiante.
La vegetazione è incredibilmente densa e stratificata, con alberi che raggiungono spesso altezze di oltre 60 metri. Tra le specie arboree più comuni si trovano il mogano, l'ebano e diverse varietà di alberi da frutto come il mango selvatico. Il sottobosco è altrettanto ricco, ospitando piante come felci, orchidee e piante carnivore. Questa varietà vegetale non solo definisce il paesaggio, ma contribuisce anche a un ciclo continuo di crescita e decomposizione che sostiene un ambiente vitale per innumerevoli specie animali.
La fauna delle foreste equatoriali è altrettanto diversificata, con una moltitudine di insetti, rettili, uccelli e mammiferi. Tra i primati, spiccano i gorilla di montagna, gli scimpanzé e i colobi, mentre tra gli uccelli, il bucero e il pappagallo cenerino sono particolarmente significativi. La foresta equatoriale è anche il rifugio per numerose specie di serpenti, come il mamba nero, e di anfibi, che prosperano in questo ambiente umido.
Le savane, che coprono vaste aree dell'Africa, sono forse l'ecosistema più iconico del continente. Queste regioni si estendono a nord e a sud delle foreste pluviali, dove le condizioni climatiche diventano meno umide e più stagionali.
Le savane sono dominate da erbe alte e cespugli, con alberi sparsi come le acacie e i baobab. La vegetazione è adattata a sopravvivere alle lunghe stagioni secche, grazie a radici profonde e foglie ridotte che minimizzano la perdita d'acqua. Le savane fluviali, note anche come foreste a galleria, si sviluppano lungo i corsi d'acqua, fornendo rifugio e nutrimento a molte specie.
La fauna delle savane è famosa per la sua concentrazione di grandi mammiferi, che include elefanti, giraffe, zebre, gnu, antilopi e diverse specie di predatori come leoni, leopardi, ghepardi e iene. Le migrazioni stagionali degli erbivori, in cerca di pascoli freschi, sono un fenomeno naturale di enorme portata, particolarmente visibile nelle pianure del Serengeti, in Tanzania. Inoltre, le savane ospitano anche un ricco assortimento di uccelli rapaci, come le aquile e i falchi, che dominano i cieli in cerca di prede.
I deserti africani, tra cui il Sahara a nord e il Kalahari a sud, rappresentano gli ecosistemi più estremi del continente. Queste regioni sono caratterizzate da condizioni climatiche aride, con precipitazioni minime e temperature estreme che oscillano drasticamente tra il giorno e la notte.
La vegetazione nei deserti è scarsa e adattata a condizioni di estrema siccità. Le piante che popolano questi ambienti, come il cactus e la pianta di Welwitschia, hanno sviluppato strategie di sopravvivenza uniche, come foglie ridotte o assenti e radici profonde che raggiungono le falde acquifere sotterranee. Le oasi, che si formano dove l'acqua affiora naturalmente, sono i luoghi più fertili del deserto, spesso caratterizzati da palme da dattero.
La fauna desertica è altrettanto adattata alle condizioni aride. Tra i mammiferi, spiccano il dromedario e il fennec, una piccola volpe con grandi orecchie che dissipano il calore. I rettili, come i varani e i serpenti, prosperano in queste condizioni, mentre tra gli uccelli, gli avvoltoi e i falchi sono comunemente osservati mentre sorvolano le distese sabbiose in cerca di cibo.