Algeria dati generali aspetto morfologia flora fauna

Fuso orario
Stessa ora dell'Italia
Indirizzi internet
.dz
Ordinamento
Repubblica Presidenziale
Città principali
Orano, Costantina, Annaba, Batna, Djelfa.
Superficie
2.381.741 km²
popolazione
36.000.000 abitanti circa.
religioni
mussulmana sunnita
densità
16 ab./ km²
Lingua Ufficiale
Arabo
Prefisso telefonico Algeria
+213
Documenti di viaggio
Passaporto e visto consolare
Valuta Algeria
Dinaro algerino 1 euro=90,91 dzd 01.2007

Monete e banconote in circolazione

Aspetto fisico morfologia - L'Algeria è situata nella zona nord occidentale del continente africano, iI paese, primo Stato africano per estensione, confina a ovest con il Marocco, a sud-ovest con la Mauritania e il Mali, a sud-est con il Niger e a est con la Libia e la Tunisia.
La struttura geologica e il rilievo come e più di quello del Sudan, il territorio algerino è in gran parte rappresentato dal Sahara. Esso, infatti, può dividersi in due distinte porzioni. A nord la sezione centrale del Maghreb, con le catene e gli altipiani dell'Atlante, che si allunga in senso longitudinale per circa 900 km, bagnata dalle acque del Mediterraneo (con uno sviluppo costiero di oltre 1.100 km) e con una larghezza media di circa 250 km rappresenta appena la decima parte del Paese. Il resto, oltre 2 milioni di km2, è costituito da una vasta porzione del Sahara, dai contorni prevalentemente geometrici, e dalla forma grossolanamente romboidale: le sue dimensioni estreme variano da circa 1.600 km nel senso dei meridiani a circa 1.800 km in quello dei paralleli (ma dal confine mauritano-marocchino a quello libico-nigeriano ne corrono anche più di 2.000!). Pur nelle sue limitate dimensioni, l'Algeria mediterranea presenta una notevole articolazione regionale. Geologicamente costituita da rilievi costruiti dall'orogenesi alpina nel corso del Terziario, come le altre catene del sistema dell'Atlante che formano per gran parte l'ossatura dei finitimi territori del Marocco e della Tunisia, essa è limitata a nord da una stretta fascia costiera orlata di brevi pianure (come quelle dell'Oranese, del Cheliff, di Annaba, ecc.) tra loro separate da rocciosi promontori, residuo di antichi massicci paleozoici come i monti della Piccola Kabilia, della Kabilia di Collo e dell'Endough. Segue quindi la catena dell'Atlante Telliano formata da rocce sedimentarie (arenarie, calcari, argille) piegate: questa catena, che forma un allineamento pressoché continuo da ovest ad est (con i monti di Tlemcen e dei Beni-Chougran e il massiccio dell'Ouarsenis), culmina nei 2.308 m del Lalla Khedidja, in corrispondenza dei monti della Grande Kabilia. A sud dell'Atlante Telliano si stende un'ampia fascia di altipiani dall'altitudine media di un migliaio di metri, semidesertici e disseminati di chott nonché costituiti da un substrato di rocce sedimentarie a struttura prevalentemente tabulare. Verso sud quest'area depressionaria è sovrastata da un'altra serie di catene, l'Atlante Sahariano (anch'esso costituito da rocce di età mesozoica piegate dall'orogenesi alpina), allineate in direzione sudovest-nordest e culminanti all'estremità orientale con il massiccio dell'Aurès (2.328 m). A sud dell'Aurès, ormai in territorio sahariano, si stende la vasta depressione dei grandi chott (che nello Chott Melrhir scende 31 m al di sotto del livello marino), che prosegue poi ad est in territorio tunisino. L'affioramento di numerose falde idriche ha favorito, al piede meridionale dell'Atlante Sahariano, la formazione di altrettante oasi, attorno alle quali si sono a volte sviluppati centri abitati di una certa importanza come Béchar, Laghouat, Biskra, ecc. Il Sahara algerino, al pari e forse meglio di quello libico, può considerarsi un compendio degli aspetti geologici e morfologici del più esteso deserto del mondo (circa 9 milioni di km2). Diversamente da certe immagini stereotipate che considerano il deserto solo come un'immensa distesa di sabbia, quello sahariano, almeno, si distingue per la sua notevole varietà di paesaggi. Il substrato geologico più profondo è costituito dal basamento cristallino precambriano che affiora esternamente in tutto il settore sud-orientale (tassili dell'Hoggar) e in quello occidentale (El Eglab) e che è ricoperto ora da serie sedimentarie paleozoiche (hammada del Dra, monti del Mouydir, tassili di Ajjer, ecc), ora da coperture mesozoiche e terziarie (Tanezrouft, altopiano di Tademait, ecc). Le aree più depresse sono invece costituite da terreni di origine continentale di età terziaria e quaternaria, nonché dalle grandi distese sabbiose dell'Erg Chech, del Grande Erg Occidentale, del Grande Erg Orientale e da una parte dell'Erg Issaouane. Sotto il profilo strettamente topografico e morfologico le hammada costituiscono generalmente dei vasti tavolati rocciosi unitamente ai tassili che circondano la regione dell'Hoggar. Quest'ultima, insieme con il vicino tassili di Ajjer, è animata dai residui di numerosi apparati vulcanici, derivati da fratture del basamento cristallino ed attivi in epoca terziaria e quaternaria con effusioni di lave sia acide (trachiti) sia basiche (basalti). Tutti questi edifici vulcanici, modellati dall'erosione in forme assai aspre e maestose, superano spesso i 2.000 metri d'altezza (massiccio dell'Adrar, 2.254 m; Garet el Djenoun, 2.327 m, ecc), culminando nei 2.728 m dell'Assekrem e nei 3.005 m del Tahat.
Idrografia - La rete idrografica algerina si può dire limitata ai versanti settentrionali del Tell. Comunque, vi si distinguono generalmente tre zone: quella dei corsi d'acqua tributari del Mediterraneo, quella endoreica delle Alte Pianure, e infine quella sahariana.
I versanti mediterranei sono gli unici ad avere fiumi con acque perenni, sia pure con caratteri decisamente torrentizi; essi scorrono in valli tettoniche molto incassate e svolgono gran parte del loro corso parallelamente alla costa. Data la notevole forza erosiva, soprattutto negli alti bacini, possono verificarsi anche fenomeni di cattura, come nel caso dello Cheliff, che ha « catturato » il NaharOuas-sel a sud della gola di Ksar-El-Boukhari. Oltre allo Cheliff, che svolge il suo corso per circa 700 km ed è l'unico fiume delle Alte Pianure che raggiunga il mare, i maggiori corsi d'acqua algerini sono il Rhumel, che attraversa la regione di
Costantina, e il Soumman, che separa la Grande dalla Piccola Cabilia. All'interno, l'idrografia si va facendo sempre più povera e frammentaria, quando non scompaiono del tutto anche i solchi di scorrimento per l'estrema povertà e rarità delle precipitazioni.
Clima - Situata tra la zona tropicale e la zona temperata, l'Algeria subisce l'influenza delle alte pressioni delle Azzorre, che le procurano estati belle e secche, e quella dei cicloni di
nord-ovest che, durante gli inverni dolci, causano degli improvvisi cambiamenti di tempo e la caduta di piogge autunnali e primaverili. Ma le condizioni climatiche sono ben lontane dall'essere uniformi e la catena dell'Atlante è sempre soggetta ad influenze contrarie. Sulla costa le temperature minime invernali sono in media di 8 °C; variazioni maggiori si hanno più si penetra nell'interno, dove si verificano gelate e nevicate con minimi di -10 °C nelle steppe e sulle montagne e massimi estivi da 36 a 40 °C. L'Algeria orientale riceve piogge abbondanti: ovunque più di 800 mm, con punte massime superiori ai 1.200 in parecchie zone della Cabilia. Quella occidentale registra invece una quantità di precipitazioni sempre inferiore ai 600 mm all'anno. Sull'altopiano le piogge scendono a 200-300 mm, si fanno irregolari e non forniscono quantità d'acqua sufficienti per l'agricoltura. L'aridità viene alimentata anche dallo scirocco, vento secco e caldo che soffia dal sud. Il manto vegetale riflette le condizioni del clima: dove le piogge sono superiori ai 300 mm l'anno si ha una vegetazione mediterranea; sotto i 300 domina la steppa e sotto i 100 il deserto.
Il'inaridimento progressivo del clima del Sahara.
Diversi sono i fattori che hanno determinato l'esistenza, nell'Africa settentrionale, del deserto del Sahara. Ma la causa fondamentale è la latitudine: il Sahara algerino, che si estende approssimativamente da 35° a 19° nord, è attraversato dal Tropico del Cancro e questa posizione nella grande zona delle alte pressioni tropicali determina condizioni permanenti di clima più o meno secco. Tuttavia, durante l'epoca quaternaria si è verificata, come nel Maghreb, una successione di fasi asciutte e di fasi relativamente umide: questi paleoclimi spiegano certi caratteri del modellamento del terreno, la vegetazione e la fauna attuali. Da parecchi millenni il Sahara è giunto allo stadio del clima desertico, la cui piovosità è sempre inferiore ai 200 mm.annui, ma resta in genere molto al di sotto di questo limite. D'altra parte, le medie hanno un valore assai relativo, perché le piogge sono estremamente irregolari: nelle precipitazioni annuali di Tamanrasset sono stati osservati scarti da 5 a 159 mm. L'estrema continentalità del clima si manifesta con una grande siccità atmosferica e con fortissime escursioni termiche, sia diurne che stagionali: inverni brevi ma abbastanza freddi (a Ghardaia, in gennaio, si registrano minime medie di 4-5 °C con minime assolute al di sotto di —3 °C), estati torride (in luglio, le massime medie raggiungono i 40,8 °C a Touggourt, con valori massimi assoluti di 50 °C). Queste condizioni si riflettono nel modellamento tipico dei paesaggi desertici: i letti degli uidian e alcune vallate testimoniano di epoche più umide; tali solchi tuttavia non raggiungono il mare, ma convergono in depressioni, il che dimostra come si sia sempre trattato di regimi endoreici. L'evoluzione del clima li ha disseccati e da migliaia di anni la rete idrografica del Sahara è una rete fossile. A ciò si sono aggiunti gli elementi specifici dei vari tipi di deserto: le hamada (tassili nella lingua dei Tuaregh), vasti altipiani di lastre rocciose, spazzati dai venti; i reg, grandi distese di ghiaie e di ciottoli angolosi; gli erg, coperture di detriti fini accumulatisi nelle zone depresse.
Flora e fauna - II paesaggio vegetale esprime pienamente i condizionamenti del clima e della morfologia: i versanti settentrionali delle catene costiere sono rivestiti da folte macchie mediterranee che si alternano alle tipiche colture di questo ambiente (agrumi, vite, frutta), con pini marittimi e querce da sughero, mentre sui rilievi più elevati, irrorati da sufficienti precipitazioni, prosperano il pino d'Aleppo e querce sempreverdi, oltre che splendide fustaie di cedri. Nel complesso la copertura forestale occupa una superficie assai limitata pari allo 0,9% di quella territoriale. Negli altipiani interni è diffusa la coltura dell'olivo assieme a quella dei cereali, quando queste non lasciano libero spazio a praterie steppiche dominate dall'alfa e dall'artemisia. Nei domini subsahariani e sahariani la vegetazione è infine rappresentata da steppe di graminacee e di essenze spinose (acheb), nonché da palmeti in corrispondenza delle oasi, mentre nelle zone più elevate dell'Hoggar non è rara la possibilità che si sviluppi una vegetazione di tipo temperato con pioppeti e alberi da frutta.
La tipica fauna selvatica che caratterizzò in passato l'Africa algerina si è notevolmente ridotta, limitata a poche specie, alcune delle quali sottoposte ad apposita protezione come il mufloné e il cervo di Berberia, nonché la gazzella che vive ai limiti del deserto, insieme ad altri predatori come il ghepardo, la iena e lo sciacallo. In questo ambiente vivono anche alcuni roditori e numerose specie di rettili e di insetti come il pericoloso scorpione. Nelle regioni settentrionali (Maghreb) sono ancora diffusi il cinghiale, la lepre e il macaco, mentre più rara si è fatta la lince. Ancora più varia e ricca è l'avifauna che comprende numerose specie migratorie (quaglie, otarde, pernici, cicogne, gru, ecc.) oltre a rapaci come il falco, lo sparviero, ecc. Tra le specie domestiche, molto diffuso è il cammello (dromedario). Tra le aree protette è da segnalare il parco nazionale di Chréa, istituito nel 1925 sui rilievi che sovrastano a sud la città di Blida (Atlante Telliano), che si distingue perle sue maestose foreste di cedri, accompagnati da lecci, tassi e agrifogli e dove vivono il cinghiale e lo sciacallo.