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Lesotho storia



Il Lesotho è un piccolo stato senza sbocco sul mare, situato nell'Africa meridionale e completamente circondato dal Sudafrica. La sua storia è, intrecciata con quella delle popolazioni bantu, dei coloni europei e del regime coloniale britannico. Nonostante le sue dimensioni ridotte, il Lesotho ha affrontato numerose sfide geopolitiche e sociali, dalla lotta contro le potenze coloniali alla ricerca di stabilità politica dopo l'indipendenza.

Le Origini del Lesotho e le Prime Migrazioni Bantu

Le prime popolazioni bantu che si insediarono nell'attuale Lesotho appartenevano all'etnia sotho. Questi gruppi migrarono verso sud dal bacino del fiume Zambesi, stabilendosi nelle regioni montuose del Lesotho intorno al XV secolo. L'arrivo dei sotho nella regione non fu privo di difficoltà. Le pressioni da parte dei matabele, un'altra tribù bantu nota per le sue incursioni belliche, costrinsero i sotho a difendere le loro terre.

La regione del Lesotho, caratterizzata da montagne impervie e vallate profonde, offriva una difesa naturale contro gli invasori. Questa configurazione geografica si rivelò fondamentale per la sopravvivenza della popolazione sotho nei secoli successivi, soprattutto durante i conflitti con altre tribù bantu e, successivamente, con i coloni europei.

L'Arrivo dei Boeri e i Conflitti con i Colonizzatori

Nel XIX secolo, la regione del Lesotho iniziò a subire pressioni non solo dalle tribù vicine, ma anche dai coloni europei, in particolare i boeri, discendenti dei coloni olandesi stabiliti in Sudafrica. Questi coloni iniziarono a espandersi verso l'interno del continente, occupando terre che ritenevano libere e spesso entrando in conflitto con le popolazioni indigene. I boeri, cercando di estendere il loro controllo sulle fertili terre dell'attuale Sudafrica e Lesotho, si scontrarono ripetutamente con i sotho.

Uno dei momenti chiave in questo conflitto avvenne sotto la guida del re Moshoeshoe I, sovrano dei sotho, che cercò di mantenere la sovranità del suo popolo di fronte alla crescente minaccia boera. Dopo una serie di battaglie, Moshoeshoe capì che la sopravvivenza del suo regno richiedeva un approccio diplomatico.

Il Protettorato Britannico e la Resistenza alla Dominazione Coloniale

Nel 1868, per proteggere il suo popolo dalle aggressioni boere, Moshoeshoe I fece una mossa diplomatica cruciale: chiese alla regina Vittoria d'Inghilterra di dichiarare il Lesotho un protettorato britannico. Questa decisione segnò un momento fondamentale nella storia del paese, poiché il Lesotho divenne ufficialmente un territorio protetto dalla Gran Bretagna. Tuttavia, questa nuova alleanza non fu priva di tensioni.

L'amministrazione britannica cercò di imporre il disarmo delle popolazioni sotho, una mossa che portò a nuovi conflitti. La popolazione sotho, fortemente legata alle proprie armi come simbolo di difesa e indipendenza, si oppose fermamente a queste imposizioni. Dopo una serie di scontri militari, le due parti raggiunsero un accordo nel 1881. I sotho poterono mantenere le loro armi, ma furono obbligati a pagare una tassa. In cambio, la Gran Bretagna si impegnò a impedire l'acquisto di terre da parte dei coloni bianchi all'interno del protettorato.

La Strada verso l'Indipendenza

Il cammino verso la democratizzazione e l'indipendenza del Lesotho fu lungo e complesso. Nel periodo successivo alla Seconda Guerra Mondiale, vi fu un rinnovato impulso verso l'autodeterminazione in molte colonie africane, incluso il Lesotho. Le prime mosse verso la formazione di un governo autonomo iniziarono con la fondazione, nel 1959, del Basutoland National Party (BNP) da parte di Leabua Jonathan. Questo partito, di ispirazione conservatrice, si oppose al più radicale Basutoland Congress Party (BCP), guidato da Ntsu Mokhehle, che abbracciava ideali marxisti.

Le prime elezioni si tennero nel 1965, e il BNP di Jonathan vinse con una maggioranza risicata. Questo risultato pose le basi per l'indipendenza del Lesotho, che fu ufficialmente dichiarata il 4 ottobre 1966. Il paese, precedentemente noto come Basutoland, prese il nome di Regno del Lesotho. Tuttavia, la transizione verso uno stato indipendente non fu priva di difficoltà, in particolare riguardo al ruolo del monarca, Moshoeshoe II, e la sua influenza politica.

Le Tensioni tra il Governo e la Monarchia

Dopo l'indipendenza, le relazioni tra il primo ministro Leabua Jonathan e il re Moshoeshoe II furono spesso tese. Jonathan, seguendo il modello di governo parlamentare britannico, riteneva che il re dovesse avere un ruolo puramente cerimoniale, mentre Moshoeshoe II cercava di esercitare un'influenza diretta sulla politica del paese. Questa tensione culminò in una crisi politica nel 1970, quando Jonathan annullò i risultati delle elezioni che avevano visto la vittoria del BCP, partito favorevole al re. In risposta, Jonathan esiliò Moshoeshoe II in Europa.

L'esilio del re, tuttavia, non risolse le tensioni politiche interne. Nel 1974, sostenitori del BCP tentarono un'insurrezione armata contro il governo, ma furono duramente repressi. Questo evento segnò un punto di svolta nella politica interna del Lesotho, con una crescente repressione delle opposizioni e una maggiore dipendenza dalla vicina Sudafrica.

La Relazione con il Sudafrica e le Crisi del XX Secolo

Il rapporto tra il Lesotho e il Sudafrica ha sempre avuto un peso cruciale nella politica del paese. Durante il periodo dell'apartheid, molti lavoratori sotho trovavano impiego nelle miniere e nelle industrie del Sudafrica. Tuttavia, le politiche razziste del governo sudafricano generarono risentimenti all'interno del Lesotho, soprattutto tra la popolazione che subiva direttamente le discriminazioni dell'apartheid.

Le tensioni tra i due paesi si intensificarono ulteriormente nel 1977, quando il governo di Pretoria creò il bantustan del Transkei, un'entità statale non riconosciuta dalla comunità internazionale. Il Lesotho, come molti altri stati africani, rifiutò di riconoscere il Transkei, portando a un blocco delle frontiere da parte del Sudafrica.

Il Colpo di Stato del 1986 e la Caduta di Jonathan

Nel 1986, Leabua Jonathan fu rovesciato da un colpo di stato militare. Al potere salì una giunta militare, che restituì una certa autorità alla monarchia, con Moshoeshoe II reintegrato come sovrano. Tuttavia, il re non riuscì a consolidare il suo potere, e nel 1990 fu nuovamente esiliato, questa volta dal generale Justin Metsing Lekhanya, che assunse il controllo completo del paese.

Lekhanya avviò un processo di riforma costituzionale che culminò nella formazione di un'assemblea costituente. Tuttavia, il paese rimase politicamente instabile per gran parte degli anni '90, con continui scontri tra le varie fazioni politiche e militari.

Il Ritorno alla Democrazia e le Sfide Contemporanee

Dopo anni di instabilità, il Lesotho riuscì gradualmente a tornare a un sistema di governo democratico. Le prime elezioni democratiche si tennero nel 1993, segnando l'inizio di un nuovo capitolo nella storia del paese. Tuttavia, le sfide non sono mancate: la povertà, l'HIV/AIDS e la dipendenza economica dal Sudafrica continuano a rappresentare ostacoli significativi per lo sviluppo del Lesotho.

Oggi, il Lesotho cerca di consolidare la sua democrazia e di diversificare la sua economia, promuovendo il turismo e investendo in infrastrutture. Sebbene il paese abbia compiuto progressi significativi dalla sua indipendenza, la strada verso una stabilità duratura rimane complessa e piena di sfide.


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