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Liberia storia




La Liberia è uno dei pochi Paesi africani che può vantare una storia di indipendenza che risale al XIX secolo, molto prima che la maggior parte degli altri stati africani emergessero dal dominio coloniale europeo. La storia della Liberia è unica, profondamente intrecciata con le vicende degli Stati Uniti e con l'abolizionismo.

Le Origini: La Creazione di una Colonia per i Libertini

Il Contesto Storico

All'inizio del XIX secolo, gli Stati del Nord degli Stati Uniti iniziarono ad abolire la schiavitù, creando una crescente popolazione di liberti afroamericani. Questi liberti, sebbene formalmente liberi, erano spesso considerati una presenza ingombrante, sia per il loro potenziale di ispirare pensieri di libertà tra gli schiavi ancora in cattività, sia per la difficoltà di integrarli in una società dominata dai bianchi. In risposta a questa situazione, nacque l'American Colonization Society (ACS), un'organizzazione filantropica che proponeva di risolvere il "problema" dei liberti rimandandoli in Africa.

Le Prime Spedizioni

La prima spedizione dell'ACS partì da New York nel 1820, portando 181 persone verso l'Africa. Dopo un tentativo fallito di sbarco a Freetown, in Sierra Leone, ostacolato dalle autorità britanniche, i coloni si stabilirono alla foce del fiume Mesurado, in un'area acquistata da un capo locale. Tuttavia, i conflitti con le popolazioni indigene furono frequenti e spesso violenti, culminando in un accordo solo nel 1822.

La Fondazione di Monrovia e la Nascita della Liberia

Nel 1825, la colonia si autoproclamò Liberia, e il villaggio principale, sorto alla foce del fiume Mesurado, fu chiamato Monrovia in onore del presidente americano James Monroe, un sostenitore del progetto coloniale. Nei decenni successivi, l'area della colonia si espanse, specialmente con l'acquisizione di territori da parte di altri Stati americani, come il Maryland, che stabilirono proprie colonie di liberti sulla costa africana.

La Proclamazione della Repubblica e le Prime Sfide

L'Indipendenza della Liberia

Nel 1847, la Liberia proclamò la sua indipendenza, diventando la prima repubblica africana indipendente. Tuttavia, la giovane nazione si trovava isolata in un continente dominato dalle potenze coloniali europee, che vedevano con sospetto l'esistenza di uno Stato africano autonomo. Questo isolamento si aggravò quando la Liberia, nel tentativo di espandere il suo controllo sui territori interni, entrò in conflitto con le popolazioni indigene, adottando spesso tattiche coloniali non dissimili da quelle europee.

Le Pressioni Europee e le Prime Crisi Economiche

La Liberia, pur essendo indipendente, dovette affrontare numerose sfide. Le potenze europee, in particolare la Gran Bretagna e la Francia, cercarono di ridurre il territorio della Liberia, appropriandosi di porzioni di terra lungo i confini con Sierra Leone e Costa d'Avorio. Questi conflitti territoriali furono risolti solo nel 1902, ma lasciarono il Paese in una situazione economica precaria. Gravemente indebitata con le potenze europee, la Liberia rischiò più volte di perdere la sua indipendenza, riuscendo a sopravvivere grazie alla diplomazia abile di leader come Edward Blyden, un intellettuale di origine caraibica.

La Collaborazione con gli Stati Uniti e l'Età d'Oro del Caucciù

L'Accordo con la Firestone

Negli anni '20, la situazione economica della Liberia peggiorò ulteriormente, in parte a causa di accuse di schiavitù che coinvolgevano i coloni afroamericani. In questo contesto disastroso, la Liberia firmò un accordo con la Firestone, un colosso americano della gomma, che concesse al Paese un prestito di 5 milioni di dollari in cambio di una concessione di un milione di acri di terra per 99 anni. Questo accordo, sebbene criticato per i termini estremamente favorevoli alla Firestone, rappresentò una delle prime collaborazioni economiche significative tra la Liberia e gli Stati Uniti.

La Seconda Guerra Mondiale e la Crescita Economica

La vera svolta per la Liberia arrivò durante la Seconda Guerra Mondiale. Con la caduta delle piantagioni di Hevea del Sudest asiatico in mano ai giapponesi, la Liberia divenne il principale fornitore di caucciù per gli Alleati, acquisendo una nuova importanza strategica ed economica. Durante questo periodo, la Liberia si affermò come una base navale e aerea cruciale per il controllo dell'Atlantico centrale, e il presidente William Tubman, salito al potere nel 1943, avviò una politica di sviluppo economico liberista che portò il Paese nell'orbita del capitalismo americano.

L'Era di Tubman e Tolbert: Prosperità e Disuguaglianza

Il Governo di William Tubman

Il presidente Tubman rimase al potere fino alla sua morte nel 1971, e durante il suo mandato la Liberia vide una crescita economica senza precedenti. Le concessioni minerarie e altre forme di investimento straniero portarono a un aumento significativo del reddito nazionale, ma questi benefici furono distribuiti in modo estremamente diseguale. Solo una piccola élite afroamericana, composta da circa 300 famiglie, riuscì a trarre vantaggio da questa prosperità, mentre la maggioranza della popolazione autoctona continuava a vivere in povertà.

Le Riforme di William Tolbert

William Tolbert, succeduto a Tubman, tentò di riformare il sistema, cercando di dare maggiore spazio agli autoctoni e di ridurre la corruzione dilagante. Tolbert cercò anche di limitare l'influenza delle aziende americane, imponendo loro di rispettare maggiormente la sovranità della Liberia. Tuttavia, le sue riforme furono solo parzialmente efficaci, e il malcontento tra la popolazione autoctona continuò a crescere.

La Rivoluzione di Samuel Doe e l'Inizio del Declino

Il Colpo di Stato del 1980

Il malcontento culminò in una serie di manifestazioni e scioperi che portarono al colpo di stato del 1980, guidato dal sergente Samuel K. Doe. Questo evento segnò l'inizio di un periodo di instabilità e violenza che avrebbe afflitto la Liberia per decenni. Doe, che si proclamò leader in nome degli autoctoni, abolì la Costituzione, mise al bando i partiti politici e instaurò un governo militare.

Le Elezioni del 1985 e l'Inizio della Guerra Civile

Nel 1985, la giunta militare approvò una nuova Costituzione che prevedeva un regime multipartitico, ma le elezioni si svolsero in un clima di intimidazione e violenza. Le tensioni politiche e sociali continuarono a crescere, portando allo scoppio di una guerra civile nel 1990. Durante questo conflitto, la Liberia si trovò divisa tra le forze governative e vari gruppi di guerriglia, con migliaia di morti e una popolazione civile intrappolata in una spirale di violenza.

La Guerra Civile Liberiana: Un Conflitto Devastante

La Caduta di Samuel Doe

Il 9 settembre 1990, dopo una sanguinosa resistenza contro le forze della guerriglia, Samuel Doe fu catturato e giustiziato. La sua morte segnò l'inizio di una nuova fase di caos, con vari leader dell'opposizione, tra cui Charles Taylor e Prince Johnson, che si contendevano il potere. Il conflitto devastò il Paese, con migliaia di civili uccisi e milioni di persone sfollate.

Gli Accordi di Pace e la Ricostruzione

Negli anni '90, la comunità internazionale intervenne per facilitare i negoziati di pace, ma la strada verso la stabilità fu lunga e tortuosa. Solo nel 2003, con la caduta di Charles Taylor, accusato di crimini di guerra, e l'intervento delle Nazioni Unite, la Liberia iniziò a vedere una luce alla fine del tunnel.

La Liberia nel XXI Secolo: Sfide e Opportunità

La Presidenza di Ellen Johnson Sirleaf

Nel 2005, Ellen Johnson Sirleaf divenne la prima donna a essere eletta presidente in Africa, segnando un momento storico per la Liberia e per il continente. Il suo governo si concentrò sulla ricostruzione del Paese, il consolidamento della pace e la promozione dello sviluppo economico. Tuttavia, le sfide rimasero enormi, con una povertà diffusa, infrastrutture devastate e un'economia ancora fragile.

La Lunga Strada verso la Stabilità

Nonostante i progressi sotto la leadership di Sirleaf, la Liberia continua a lottare con problemi cronici come la corruzione, la disoccupazione e la dipendenza dall'assistenza internazionale. Tuttavia, il Paese ha anche dimostrato una notevole resilienza, con una società civile sempre più attiva e un processo democratico che, sebbene imperfetto, rappresenta un miglioramento rispetto ai decenni precedenti.


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