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La Mauritania, un vasto paese situato nell'Africa nord-occidentale, è un crocevia di culture e storie, in cui il deserto del Sahara incontra l'Oceano Atlantico. La strada che ha portato alla formazione dell'attuale stato della Mauritania è stata lunga e tortuosa.
Le prime tracce di insediamenti umani in Mauritania risalgono a migliaia di anni fa, quando le tribù berbere iniziarono a stabilirsi nella regione. I berberi, popolazioni nomadi originarie del Nord Africa, portarono con sé una cultura ricca e complessa, caratterizzata dalla loro abilità nel commercio e dalla resistenza nel sopravvivere in un ambiente ostile come il Sahara. Queste popolazioni vivevano in stretta simbiosi con il deserto, utilizzando carovane di cammelli per attraversare le vastità sabbiose e commerciano beni come sale, oro e schiavi.
Nel VII secolo, l'Islam fece il suo ingresso in Mauritania, portato dai commercianti arabi e berberi che attraversavano il Sahara. L'Islam ebbe un impatto profondo sulla società mauritana, unificando le tribù sotto una comune fede religiosa e creando una rete di scuole coraniche che si diffusero in tutta la regione. Nei secoli successivi, la Mauritania divenne parte di vari imperi africani, tra cui il potente Impero del Ghana e, successivamente, l'Impero del Mali. Questi imperi controllavano le rotte commerciali trans-sahariane e contribuirono alla diffusione dell'Islam e della cultura arabo-berbera in tutta l'Africa occidentale.
Verso la fine del XVII secolo, emersero in Mauritania diversi emirati semi-indipendenti, che esercitavano un controllo regionale significativo. Questi emirati, come quelli di Trarza, Brakna e Adrar, erano governati da potenti leader locali che mantenevano una relativa autonomia, anche se sotto la costante minaccia di incursioni da parte delle tribù vicine e dei nomadi. Nonostante l'instabilità politica, questi emirati riuscirono a preservare la loro indipendenza per diversi secoli.
Il primo contatto significativo con gli europei avvenne nel XVII secolo, quando gli esploratori e i commercianti portoghesi e successivamente olandesi e francesi iniziarono a interessarsi alla regione. Tuttavia, l'interesse europeo per la Mauritania rimase limitato a causa della percezione che il paese avesse scarso valore economico rispetto ad altre colonie africane.
Nel XIX secolo, la Francia iniziò a espandere la sua influenza nell'Africa occidentale, stabilendo una presenza significativa lungo il fiume Senegal. Nonostante la resistenza iniziale da parte degli emirati locali, i francesi continuarono a spingersi lentamente verso nord, oltre il fiume Senegal, con l'intento di sottomettere gli emirati mauritani. Questi sforzi culminarono all'inizio del XX secolo, quando la Francia riuscì a consolidare il suo controllo sulla Mauritania, che fu formalmente dichiarata colonia francese nel 1920.
La Mauritania venne amministrata da Saint-Louis, nel Senegal, poiché nel territorio mauritano non esisteva alcun centro urbano sufficientemente sviluppato per ospitare gli uffici dell'amministrazione coloniale. I confini della colonia furono definiti solo nel 1934, dopo che la Spagna aveva occupato la regione a nord, conosciuta come Rio de Oro.
Dopo la seconda guerra mondiale, la Mauritania entrò a far parte dell'Unione Francese, un'entità politica che univa le colonie francesi in un'unione economica e politica con la Francia. Questo periodo fu segnato da un crescente desiderio di autonomia tra i mauritani, culminato nella figura di Moktar Ould Daddah, uno dei principali leader politici del paese.
Nel 1957, Daddah propose la costruzione di una nuova capitale, Nouakchott, all'interno del territorio mauritano, un passo essenziale verso l'indipendenza. La costruzione di Nouakchott simboleggiava la determinazione del paese di raggiungere l'indipendenza, che fu finalmente ottenuta il 28 novembre 1960.
Il periodo immediatamente successivo all'indipendenza fu caratterizzato da grandi sfide. La nuova nazione era profondamente divisa, con una popolazione composta per tre quarti da arabo-berberi nomadi e per un quarto da neri sudanesi. Queste divisioni etniche crearono tensioni interne che avrebbero continuato a influenzare la politica mauritana per decenni.
Moktar Ould Daddah, il primo presidente della Mauritania, adottò una politica di socialismo moderato e cercò di stabilire un equilibrio tra il mondo arabo e l'Africa subsahariana. Daddah cercò di ridurre la dipendenza della Mauritania dalla Francia, imponendo l'arabo come lingua d'insegnamento e nazionalizzando importanti risorse minerarie, come le miniere di ferro di Zouérate.
Una delle sfide più significative affrontate dalla Mauritania nei primi anni di indipendenza fu il conflitto del Sahara Occidentale. Nel 1975, la Mauritania e il Marocco firmarono un accordo con la Spagna, in base al quale la Spagna abbandonava la sua colonia del Sahara Spagnolo, spartendone il territorio tra i due paesi. Tuttavia, questa decisione portò a un conflitto con il Fronte Polisario, un movimento di liberazione saharawi che si sentì tradito e iniziò a combattere contro la Mauritania.
Il conflitto del Sahara Occidentale ebbe un impatto devastante sulla Mauritania, mettendo a dura prova le risorse economiche e militari del paese. Nel 1978, il malcontento generale e la pressione del conflitto portarono a un colpo di stato militare che rovesciò Daddah. Il nuovo governo militare firmò un accordo di pace con il Fronte Polisario nel 1979, rinunciando a qualsiasi pretesa sul Sahara Occidentale e lasciando il Marocco a fronteggiare da solo il movimento indipendentista.
Negli anni '80, la Mauritania continuò a essere segnata da instabilità politica e conflitti regionali. Nel 1989, una disputa confinaria con il Senegal degenerò in scontri militari che portarono a una crisi diplomatica e umanitaria. Questo conflitto, che coinvolse anche il Mali, fu solo uno dei numerosi episodi di tensione che segnarono la storia recente della Mauritania.