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Storia di Mauritius




Le isole Mauritius, un piccolo arcipelago situato nell'Oceano Indiano, hanno una storia, caratterizzata da una serie di dominazioni coloniali che hanno lasciato un'impronta indelebile sulla sua cultura e società.

Scoperta e Prime Colonizzazioni

Le Mauritius furono scoperte dai marinai arabi e malesi intorno al X secolo, ma fu solo con l'arrivo dei portoghesi nel 1507 che l'isola entrò nella mappa dell'Occidente. I portoghesi, tuttavia, non si stabilirono sull'isola, utilizzandola solo come tappa di rifornimento durante i loro viaggi verso l'India.

Nel 1598, gli olandesi furono i primi europei a stabilirsi permanentemente sull'isola, che chiamarono in onore del principe Maurizio di Nassau. Gli olandesi introdussero canne da zucchero e cervi, ma l'isola non fu mai particolarmente redditizia per loro, e nel 1710 abbandonarono le Mauritius, lasciando l'isola deserta.

Il Periodo Francese: Un Centro Strategico

Dopo l'abbandono olandese, le Mauritius divennero un obiettivo per i francesi, che le presero sotto il controllo della Compagnia delle Indie Orientali nel 1715, ribattezzandole Île de France. Sotto il dominio francese, l'isola fiorì come un importante avamposto strategico e commerciale. I francesi trasformarono le Mauritius in una base navale per proteggere le loro rotte commerciali verso l'India e l'Estremo Oriente.

Nel 1767, la Francia prese il controllo diretto dell'isola, rendendola una base cruciale nella loro lotta contro l'espansione britannica nell'Oceano Indiano. Durante questo periodo, l'economia delle Mauritius si basava principalmente sulla produzione di zucchero, coltivato nelle piantagioni sfruttando il lavoro degli schiavi africani.

L'Ottocento: Dominazione Britannica e Cambiamenti Sociali

Nel 1810, durante le Guerre Napoleoniche, le Mauritius furono conquistate dai britannici. Nonostante il passaggio di sovranità, i britannici permisero ai coloni francesi di mantenere le loro leggi, costumi e lingua, creando un mix unico di cultura francese e britannica sull'isola.

Sotto il dominio britannico, l'abolizione della schiavitù nel 1835 portò a profondi cambiamenti sociali ed economici. Per sostituire la manodopera degli schiavi, i britannici importarono lavoratori indiani sotto contratto, dando inizio a una nuova era nella storia delle Mauritius. Questo flusso migratorio contribuì a plasmare la composizione etnica dell'isola, facendo degli indiani il gruppo demografico dominante.

L'economia delle Mauritius continuò a basarsi principalmente sulla produzione di zucchero, che conobbe un boom nel XIX secolo grazie alla forte domanda europea. Tuttavia, verso la fine del secolo, l'industria dello zucchero subì un duro colpo a causa della concorrenza della barbabietola da zucchero europea e delle frequenti calamità naturali, tra cui cicloni devastanti.

Il XX Secolo: Verso l'Indipendenza

All'inizio del XX secolo, le Mauritius affrontarono una serie di sfide economiche e sociali, tra cui la crisi della produzione di zucchero e le tensioni etniche tra le diverse comunità dell'isola. Tuttavia, fu anche un periodo di risveglio politico, con la nascita dei primi partiti politici e movimenti per l'indipendenza.

Durante la Seconda Guerra Mondiale, l'isola servì come base militare per gli Alleati, ma fu dopo la guerra che il movimento per l'indipendenza guadagnò slancio. Nel 1947, le Mauritius ottennero una maggiore autonomia politica con la formazione di un Consiglio Legislativo eletto.

Le elezioni del 1967 furono un punto di svolta nella storia delle Mauritius, poiché furono viste come un preludio all'indipendenza. Nonostante alcune resistenze interne, il Regno Unito concesse l'indipendenza alle Mauritius il 12 marzo 1968.

L'Era Post-Indipendenza

Dopo l'indipendenza, le Mauritius si sono affermate come una nazione stabile e democratica, con un'economia basata non solo sulla produzione di zucchero, ma anche sul turismo, il tessile e i servizi finanziari. La politica estera delle Mauritius si è caratterizzata per una politica di non allineamento, cercando di mantenere buone relazioni con molti paesi, tra cui l'ex Unione Sovietica, la Francia, il Regno Unito e il Sudafrica.


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