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Il Mozambico, paese situato sulla costa sud-orientale dell'Africa, ha una storia segnata da secoli di colonizzazione, lotte per l'indipendenza e sfide post-coloniali. Questa nazione, oggi indipendente, porta con sé le cicatrici del passato, ma anche la speranza di un futuro più luminoso.
Il viaggio di Vasco da Gama verso le Indie nel 1498 segnò l'inizio del contatto tra l'Europa e le coste dell'Africa orientale. Il Mozambico, grazie alla sua posizione strategica sull'Oceano Indiano, divenne presto un punto di interesse per i portoghesi. L'isola di Mozambico, in particolare, divenne un importante scalo per le navi dirette verso l'Asia, e successivamente un centro amministrativo e commerciale per i colonizzatori.
Con l'insediamento portoghese, il Mozambico cominciò a subire profonde trasformazioni. I portoghesi stabilirono forti e stazioni commerciali lungo la costa, che fungevano da basi per il commercio dell'avorio, dell'oro e, tristemente, degli schiavi. Sofala e Quelimane divennero importanti centri commerciali, attirando mercanti e avventurieri da diverse parti del mondo.
Nel XVIII secolo, il Portogallo iniziò a concedere grandi porzioni di terra lungo la valle dello Zambesi a cittadini portoghesi e indiani di Goa, creando un sistema di "prazo". Queste concessioni, note come prazos, furono inizialmente progettate per incentivare l'insediamento e lo sviluppo agricolo. Tuttavia, col tempo, i prazeiros, come venivano chiamati i concessionari, divennero semi-autonomi, creando veri e propri feudi personali.
I prazeiros, spesso frutto di unioni tra coloni portoghesi e donne africane locali, svilupparono una società ibrida che prosperava grazie al commercio e allo sfruttamento della manodopera indigena. Questi signori locali accumularono potere e ricchezza, resistendo a qualsiasi tentativo del governo centrale di controllarli. Fu solo nel XX secolo che il Portogallo riuscì a sottomettere definitivamente i prazeiros, integrando queste aree nel sistema coloniale.
All'inizio del XX secolo, il Portogallo intensificò i suoi sforzi per consolidare il controllo sul Mozambico, spingendosi nell'entroterra e sottomettendo i prazeiros. Questa espansione coloniale portò alla strutturazione del territorio in funzione degli interessi economici portoghesi, con un focus particolare sui porti e sulla fornitura di manodopera per le miniere del Sudafrica e della Rhodesia (oggi Zimbabwe).
I porti del Mozambico, come Beira e Maputo, divennero cruciali per il commercio regionale, fungendo da sbocchi naturali per i paesi senza accesso al mare dell'entroterra africano. La manodopera mozambicana, invece, divenne una risorsa preziosa per le miniere del Transvaal, con migliaia di uomini che venivano reclutati per lavorare in condizioni spesso disumane.
Nonostante il controllo portoghese, la resistenza contro il colonialismo cominciò a farsi sentire già nei primi decenni del XX secolo. Le prime manifestazioni di malcontento includevano scioperi e proteste, ma fu solo negli anni '60 che il movimento di resistenza si organizzò in modo efficace. Il punto di svolta fu la fondazione del Frente de Libertação de Moçambique (FRELIMO) nel 1962, a Dar es-Salaam, in Tanzania.
Guidato da Eduardo Mondlane, il FRELIMO si propose di unire le diverse fazioni nazionaliste e avviare una guerriglia contro il regime coloniale portoghese. La guerriglia si diffuse rapidamente dal nord del Mozambico, vicino al confine con la Tanzania, verso il sud, mettendo in crisi il controllo portoghese sulle aree rurali.
La reazione del Portogallo fu brutale, con lanci di offensive militari e massacri contro le popolazioni civili sospettate di sostenere i guerriglieri. Tuttavia, nonostante la repressione, il FRELIMO continuò a guadagnare terreno, soprattutto dopo la morte di Mondlane e l'ascesa di Samora Machel alla guida del movimento.
Il 25 aprile 1974, un colpo di stato in Portogallo, noto come la Rivoluzione dei Garofani, rovesciò la dittatura e portò al potere un governo provvisorio che iniziò immediatamente a negoziare la fine delle guerre coloniali. Le trattative tra il nuovo governo portoghese e il FRELIMO portarono rapidamente all'indipendenza del Mozambico, proclamata il 25 giugno 1975.
L'indipendenza, tuttavia, segnò l'inizio di una nuova era di sfide. Il paese, devastato dalla guerra, dovette affrontare la difficile transizione da una colonia sfruttata a una nazione indipendente con un governo marxista-leninista guidato dal FRELIMO. La nazionalizzazione delle industrie e delle terre, unita alla fuga di massa della popolazione portoghese, mise ulteriormente in crisi l'economia già debole del Mozambico.
Poco dopo l'indipendenza, il Mozambico si trovò coinvolto in un altro conflitto devastante: la guerra civile. La Resistenza Nazionale Mozambicana (RENAMO), un gruppo antigovernativo sostenuto dal regime dell'apartheid sudafricano e dalla Rhodesia, iniziò una guerriglia contro il governo del FRELIMO. Questo conflitto, durato oltre 15 anni, devastò il paese, causando la morte di centinaia di migliaia di persone e lo sfollamento di milioni di abitanti.
La guerra civile si concluse solo nel 1992, con la firma dell'Accordo Generale di Pace a Roma. Il trattato pose fine alle ostilità e aprì la strada a un processo di democratizzazione, con il Mozambico che adottò una nuova costituzione e abbracciò il sistema multipartitico. Le prime elezioni libere e democratiche si tennero nel 1994, con il FRELIMO che mantenne il potere, ma con un'opposizione politica formalmente riconosciuta.
Dopo la fine della guerra civile, il Mozambico intraprese un lungo processo di ricostruzione. Il paese ricevette assistenza internazionale per la ricostruzione delle infrastrutture distrutte e per la reintegrazione dei milioni di rifugiati. Tuttavia, il Mozambico continuò a affrontare sfide significative, tra cui la povertà diffusa, la corruzione e la dipendenza dagli aiuti esteri.
Negli ultimi anni, il Mozambico ha registrato una crescita economica significativa, trainata soprattutto dalle scoperte di giacimenti di gas naturale e dall'espansione del settore minerario. Nonostante questo, il paese continua a lottare con problemi strutturali, come la disuguaglianza economica, l'instabilità politica e la vulnerabilità agli shock climatici.
La storia del Mozambico è una testimonianza della resilienza e della determinazione del suo popolo. Dall'epoca coloniale, passando per la lotta per l'indipendenza, fino alle sfide del presente, il Mozambico ha affrontato numerose difficoltà, ma ha anche dimostrato una straordinaria capacità di superarle. Oggi, il paese è in una fase di trasformazione, con potenzialità enormi ma anche grandi sfide da affrontare.