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La Namibia, un paese situato nell'estremo sud-ovest dell'Africa, vanta una storia segnata da colonizzazioni, conflitti etnici e una lunga lotta per l'indipendenza.
I primi abitanti della Namibia furono i San, comunemente noti come Boscimani, un popolo di cacciatori-raccoglitori che abitava le vaste regioni aride della Namibia, Angola e Botswana. I Boscimani, una delle popolazioni più antiche dell'Africa, si stabilirono in Namibia migliaia di anni fa, adattandosi perfettamente all'ambiente desertico grazie alle loro avanzate tecniche di caccia e raccolta.
L'equilibrio delle comunità San venne sconvolto con l'arrivo degli Ottentotti, un gruppo etnico di pastori nomadi originari dell'Africa meridionale. Tra i gruppi ottentotti che si stabilirono in Namibia, i Nama e gli Orlam furono i più significativi. Questi nuovi arrivati, dotati di un'organizzazione sociale più complessa, iniziarono a dominare la regione, spingendo i San in aree sempre più marginali.
Il primo europeo a toccare le coste della Namibia fu il navigatore portoghese Diogo Cão nel XV secolo. Tuttavia, i portoghesi non riuscirono a stabilire una presenza duratura nella regione, lasciando spazio ad altre potenze europee. Per diversi secoli, la Namibia rimase in gran parte inesplorata e trascurata dalle potenze europee, a causa delle sue condizioni climatiche estreme e della mancanza di risorse minerarie apparenti.
L'interesse tedesco per la Namibia iniziò nel XIX secolo, quando missionari e commercianti tedeschi cominciarono a stabilirsi lungo la costa e nell'entroterra. Nel 1883, un commerciante tedesco di nome Adolf Lüderitz acquistò un tratto di costa vicino alla baia di Angra Pequena, che in seguito venne ribattezzata Lüderitz in suo onore. Questo evento segnò l'inizio della colonizzazione tedesca della Namibia.
Nel 1884, la Germania dichiarò ufficialmente la Namibia, allora conosciuta come Africa del Sud-Ovest Tedesca, un suo protettorato. La Germania iniziò a stabilire insediamenti e a incoraggiare l'immigrazione di coloni tedeschi, i quali occuparono le terre migliori, spesso a discapito delle popolazioni locali. I conflitti tra i coloni tedeschi e le tribù indigene si intensificarono rapidamente.
Il conflitto tra i coloni tedeschi e le tribù locali raggiunse il culmine nel 1904, quando la tribù degli Herero si ribellò contro la dominazione tedesca. In risposta, il governatore tedesco Lothar von Trotha emise il famigerato "Vernichtungsbefehl" (ordine di annientamento), che portò al genocidio degli Herero e successivamente dei Nama. Migliaia di Herero e Nama furono uccisi, mentre molti altri furono costretti a fuggire nel deserto dove morirono di fame e sete.
Questo brutale episodio della storia namibiana è stato ampiamente condannato a livello internazionale e continua a influenzare le relazioni tra la Germania e la Namibia fino ai giorni nostri.
Con la conclusione della Prima Guerra Mondiale, la Germania perse il controllo della Namibia. Alla Conferenza di Versailles del 1919, l'Africa del Sud-Ovest venne affidata all'amministrazione sudafricana sotto la tutela della Società delle Nazioni. Tuttavia, la politica di apartheid del Sudafrica venne estesa alla Namibia, esacerbando ulteriormente le divisioni razziali e sociali nel paese.
Negli anni '50 e '60, iniziarono a formarsi i primi movimenti di resistenza namibiani, come la South West African People's Organization (SWAPO) e la South West African National Union (SWANU). Questi movimenti, composti principalmente da giovani intellettuali e leader tribali, iniziarono a organizzare proteste e a chiedere l'indipendenza della Namibia dal dominio sudafricano.
La lotta per l'indipendenza della Namibia entrò in una nuova fase nel 1966, quando la SWAPO iniziò una guerriglia armata contro il governo sudafricano. Il conflitto, conosciuto come la Guerra di Indipendenza Namibiana, durò oltre due decenni, con la SWAPO che ricevette supporto da diversi paesi africani e dal blocco sovietico.
Durante questo periodo, il Sudafrica cercò di mantenere il controllo della Namibia sfruttando le divisioni etniche e politiche tra i vari gruppi namibiani. Il governo sudafricano introdusse il sistema dei bantustan, creando territori autonomi per le diverse etnie, nel tentativo di indebolire l'influenza della SWAPO.
Nel 1981, si tenne una conferenza internazionale a Ginevra per risolvere la questione della Namibia, ma i negoziati si conclusero con un fallimento. Tuttavia, la pressione internazionale sul Sudafrica aumentò, con molti paesi e organizzazioni internazionali che chiedevano il ritiro sudafricano e il riconoscimento dell'indipendenza namibiana.
Nel 1988, il Sudafrica accettò di ritirarsi dalla Namibia come parte di un accordo mediato dalle Nazioni Unite, che includeva anche la fine del conflitto in Angola. Il 21 marzo 1990, la Namibia dichiarò ufficialmente l'indipendenza, con Sam Nujoma, leader della SWAPO, che divenne il primo presidente del paese.
Dopo l'indipendenza, la Namibia ha lavorato per costruire una nazione democratica e inclusiva. Il nuovo governo ha adottato una costituzione progressista che garantisce diritti uguali a tutti i cittadini, indipendentemente dalla razza o dall'etnia. Il paese ha mantenuto un sistema politico stabile, con elezioni regolari e un forte impegno per la protezione dei diritti umani.
Nonostante i progressi politici, la Namibia ha dovuto affrontare diverse sfide economiche e sociali. L'economia del paese è ancora fortemente dipendente dalle risorse minerarie, in particolare dai diamanti e dall'uranio, il che rende l'economia vulnerabile alle fluttuazioni dei prezzi internazionali. Inoltre, le disparità economiche e sociali, ereditate dall'era coloniale e dal regime dell'apartheid, rimangono significative, con una gran parte della popolazione che vive ancora in povertà.
La Namibia ha guadagnato un forte riconoscimento internazionale come nazione pacifica e progressista. Il paese ha stretto relazioni diplomatiche con molte nazioni e ha svolto un ruolo attivo nelle organizzazioni regionali e internazionali, come l'Unione Africana e le Nazioni Unite. Tuttavia, le relazioni con la Germania rimangono delicate a causa della storia coloniale e del genocidio degli Herero e Nama.