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Il Senegal, una delle nazioni più stabili e culturalmente ricche dell'Africa occidentale, vanta una storia si estende per secoli. Dalle antiche civiltà medievali ai tempi moderni, passando per il doloroso periodo della tratta degli schiavi e la lunga lotta per l'indipendenza, la storia del Senegal è un intreccio di eventi significativi che hanno plasmato l'identità del paese.
Prima dell'arrivo degli europei, il territorio dell'attuale Senegal era parte di potenti imperi e regni africani, tra cui il Regno del Ghana, l'Impero del Mali e il Regno del Jolof. Questi imperi erano noti per il loro controllo delle rotte commerciali trans-sahariane, attraverso le quali commerciavano oro, sale, e altri beni preziosi con il mondo mediterraneo e oltre.
Il Regno del Jolof, che emerse nel XIV secolo, dominava gran parte della regione che oggi costituisce il Senegal. Questo regno, con la sua capitale a Linguère, era un centro di potere e cultura, e la sua influenza si estendeva su un vasto territorio. La società era organizzata in un sistema gerarchico complesso, con un re (denominato Burba) al vertice e una nobiltà che deteneva il controllo sulle terre e sui commerci.
Il primo contatto tra le popolazioni del Senegal e gli europei avvenne nel XV secolo, quando navigatori genovesi e mercanti normanni stabilirono rapporti commerciali con le popolazioni costiere. Tuttavia, furono i portoghesi i primi europei a stabilire una presenza significativa nella regione, seguiti da olandesi, inglesi e francesi.
Nel XVI secolo, i portoghesi fondarono alcune delle prime basi commerciali lungo la costa senegalese. Questi insediamenti servivano principalmente come punti di approvvigionamento per le navi che viaggiavano tra l'Europa e le Indie Orientali e Occidentali. La loro presenza segnò l'inizio di una lunga era di influenza europea sulla regione.
Nel XVII secolo, gli olandesi si stabilirono sull'isola di Gorée, al largo della costa di Dakar, e costruirono fortificazioni che sarebbero poi diventate centri di un commercio ben più oscuro: la tratta degli schiavi. L'isola di Gorée divenne un importante snodo per il traffico di esseri umani dall'Africa all'America, e la "Casa degli Schiavi" sull'isola è oggi un monumento alla memoria di questo tragico periodo.
Contemporaneamente, gli inglesi consolidarono la loro presenza lungo il fiume Gambia, mentre i francesi si insediarono lungo il fiume Senegal, fondando il forte di Saint-Louis nel 1659. Saint-Louis divenne il primo insediamento francese permanente in Africa occidentale e servì come capitale della colonia francese fino all'inizio del XX secolo.
Con l'abolizione della schiavitù nel XIX secolo, le potenze europee iniziarono a concentrare i loro sforzi sulla colonizzazione delle terre africane. I francesi, in particolare, estesero il loro dominio risalendo il fiume Senegal e spostandosi lungo la costa, circondando il deserto del Ferlo e spingendo verso l'interno del continente.
Durante la seconda metà del XIX secolo, la Francia consolidò il suo controllo sul Senegal, espandendo le infrastrutture e sviluppando le città di Dakar e Saint-Louis. Dakar, grazie alla sua posizione strategica sulla penisola del Capo Verde, divenne la nuova capitale dell'Africa Occidentale Francese (AOF) nel 1904, sostituendo Saint-Louis. Questo spostamento segnò un importante cambiamento nella struttura amministrativa e economica della regione, con Dakar che si sviluppò rapidamente come centro commerciale e portuale.
Nonostante l'apparente successo dell'amministrazione coloniale francese, la resistenza africana non si spense mai. Movimenti di resistenza locali si manifestarono in varie forme, da rivolte armate a forme di resistenza culturale e religiosa. Tra i leader più noti della resistenza c'è El Hadj Omar Tall, un leader religioso e militare che guidò una jihad contro l'espansione coloniale francese nel 1850. Sebbene il suo movimento sia stato infine sconfitto, la sua lotta divenne un simbolo di resistenza contro la dominazione coloniale.
All'inizio del XX secolo, il movimento per i diritti dei senegalesi iniziò a prendere forma in modo più organizzato. Figure come Blaise Diagne, il primo africano eletto all'Assemblea Nazionale francese nel 1914, e Léopold Sédar Senghor, poeta e intellettuale, furono fondamentali nel promuovere i diritti dei senegalesi e nel costruire un'identità nazionale.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, il processo di decolonizzazione iniziò a prendere piede in tutta l'Africa. Nel 1958, il Senegal divenne una Repubblica autonoma all'interno della Comunità Francese, un'ultima mossa della Francia per mantenere l'influenza sulle sue colonie. Tuttavia, la spinta verso l'indipendenza era ormai inarrestabile.
Nel 1960, il Senegal si federò con il Sudan francese (oggi Mali) per formare la Federazione del Mali, un'entità politica che doveva rappresentare un passo verso l'indipendenza completa. Tuttavia, la federazione ebbe vita breve, durando solo pochi mesi, a causa di tensioni interne e differenze politiche. Il 20 agosto 1960, il Senegal dichiarò la sua indipendenza, con Léopold Senghor come primo presidente.
Léopold Sédar Senghor, una delle figure più influenti nella storia del Senegal, guidò il paese nei suoi primi vent'anni di indipendenza. Senghor era non solo un politico, ma anche un poeta e un intellettuale di fama internazionale, noto per aver sviluppato il concetto di "négritude", un movimento culturale che celebrava l'identità e il patrimonio africano.
Senghor adottò una politica di socialismo democratico, cercando di modernizzare il paese attraverso la creazione di infrastrutture sociali ed economiche. Durante la sua presidenza, furono costruite scuole, ospedali e strade, e furono implementate riforme agrarie per migliorare la produzione agricola. Tuttavia, l'economia del Senegal rimase fragile, in parte a causa della dipendenza dalle esportazioni di arachidi, e la siccità che colpì il Sahel negli anni '70 aggravò ulteriormente la situazione economica.
Senghor si ritirò dalla presidenza nel 1980, succeduto da Abdou Diouf, in un passaggio di potere pacifico che rappresentava una rarità in Africa all'epoca. Senghor è ricordato come un padre fondatore del Senegal moderno, e la sua eredità continua a influenzare la politica e la cultura del paese.
Nel 1982, il Senegal e il Gambia formarono la Confederazione del Senegambia, un tentativo di unire i due paesi in una federazione più stretta. Tuttavia, la confederazione fu sciolta nel 1989 a causa di divergenze politiche e culturali tra i due paesi. Nonostante il fallimento della confederazione, le relazioni tra il Senegal e il Gambia sono rimaste generalmente pacifiche, e i due paesi continuano a collaborare su questioni di interesse comune.
Negli ultimi decenni, il Senegal si è affermato come uno dei paesi più stabili e democratici dell'Africa. Dopo la fine della presidenza di Diouf nel 2000, il Senegal ha sperimentato transizioni di potere pacifiche attraverso elezioni democratiche, un risultato significativo in una regione spesso segnata da conflitti e instabilità politica.