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Il Togo, una nazione situata nell'Africa occidentale, ha una storia che risale a molto prima dell'arrivo degli europei. Attraverso secoli di commercio, colonizzazione e lotte per l'indipendenza, il Togo ha forgiato un'identità unica, resistendo alle forze esterne e cercando di costruire una nazione stabile.
Prima dell'arrivo degli europei, il territorio oggi conosciuto come Togo era abitato da diverse etnie, tra cui gli Ewe, i Kabye, i Mina e i Gurma. Queste popolazioni vivevano principalmente di agricoltura, caccia e pesca, organizzate in piccole comunità tribali. Non esistevano grandi regni o imperi centralizzati, ma piuttosto una serie di villaggi e città-stato indipendenti, ciascuno con la propria cultura e tradizione.
Gli Ewe, in particolare, erano noti per la loro abilità nella tessitura e nella lavorazione del metallo, mentre i Kabye erano riconosciuti per le loro tecniche agricole e per la produzione di utensili in ferro. Queste società erano spesso in conflitto tra loro, sia per il controllo delle risorse che per questioni legate all'espansione territoriale.
L'arrivo degli europei lungo la costa del Togo nel XV secolo segnò l'inizio di un periodo oscuro della storia della regione. I portoghesi furono i primi a stabilire contatti commerciali con i capi locali, seguiti da olandesi, danesi, francesi e inglesi. Questi europei erano principalmente interessati al commercio degli schiavi, una pratica che divenne fiorente lungo la cosiddetta "Costa degli Schiavi", che includeva l'attuale Togo.
Il commercio degli schiavi ebbe effetti devastanti sulle popolazioni locali. Intere comunità vennero distrutte, le etnie furono messe l'una contro l'altra e le guerre interne si intensificarono. Gli schiavi catturati venivano venduti ai commercianti europei e trasportati attraverso l'Atlantico, destinati alle piantagioni del Nuovo Mondo. Questo commercio, che durò fino alla metà del XIX secolo, spopolò vaste aree e causò una profonda disgregazione sociale.
Con la fine del commercio degli schiavi, reso illegale nella maggior parte delle potenze europee nel corso del XIX secolo, gli europei iniziarono a cercare nuove risorse da sfruttare. L'olio di palma, utilizzato per la produzione di saponi e lubrificanti, divenne il nuovo "oro" della regione. Il Togo, con il suo clima favorevole alla coltivazione della palma da olio, divenne un importante centro per questo commercio, che contribuì a cambiare ulteriormente l'economia locale e i rapporti di potere tra le comunità.
Alla fine del XIX secolo, mentre le potenze europee si contendevano il controllo dell'Africa, la Germania, sotto la guida del cancelliere Otto von Bismarck, vide un'opportunità nella regione del Togo. Nel 1884, il primo commissario imperiale tedesco, Gustav Nachtigal, sbarcò a Baguida, vicino a Lomé, e firmò un trattato di protezione con un capo locale. Questo accordo garantì alla Germania il controllo della regione, proteggendo gli interessi commerciali tedeschi contro le ingerenze di altre potenze europee, in particolare di Francia e Gran Bretagna.
Il Congresso di Berlino del 1884-1885, che segnò l'inizio ufficiale della spartizione dell'Africa tra le potenze europee, riconobbe formalmente il controllo tedesco sulla regione costiera del Togo. Questo territorio, noto come Togoland, fu il primo protettorato tedesco in Africa. I tedeschi iniziarono immediatamente a consolidare il loro controllo, estendendosi verso l'interno del paese e affrontando la resistenza delle popolazioni locali.
Nonostante la feroce resistenza delle popolazioni indigene, i tedeschi riuscirono a pacificare la regione e a stabilire il loro dominio. Nei decenni successivi, investirono pesantemente nello sviluppo infrastrutturale del Togoland, costruendo ferrovie, strade, scuole e piantagioni. La coltivazione del cacao, del cotone e della palma da cocco fu intensificata, trasformando la regione in una colonia agricola prospera. Le tre linee ferroviarie costruite dai tedeschi servirono a collegare le piantagioni al porto di Lomé, facilitando l'esportazione dei prodotti agricoli.
Il modello coloniale tedesco era caratterizzato da un rigido controllo e da una forte enfasi sull'educazione e la formazione tecnica degli indigeni. Sebbene questo abbia portato a un certo livello di sviluppo economico, le popolazioni locali furono spesso sfruttate e costrette a lavorare in condizioni dure e disumane.
La Prima Guerra Mondiale ebbe un impatto devastante sul Togoland. Nel 1914, il protettorato tedesco fu invaso dalle forze alleate, principalmente britanniche e francesi, e dopo una breve resistenza, il territorio fu conquistato. Con la sconfitta della Germania nella guerra, il Togoland fu diviso tra Francia e Gran Bretagna, segnando la fine del dominio tedesco nella regione.
La spartizione del Togoland fu formalizzata alla Conferenza di Versailles del 1919, dove la Società delle Nazioni assegnò la parte occidentale del territorio alla Gran Bretagna e la parte orientale alla Francia. La porzione britannica fu annessa alla vicina Costa d'Oro (oggi Ghana), mentre la porzione francese divenne la Repubblica del Togo. Questo confine, tracciato senza considerare le divisioni etniche e culturali, gettò le basi per future tensioni e divisioni interne.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la spinta per l'indipendenza iniziò a prendere piede in molte colonie africane, incluso il Togo. Nel 1956, la Francia concesse alla Repubblica del Togo un regime di ampia autonomia, permettendo la creazione di un'assemblea legislativa locale e l'elezione di un governo. Nello stesso anno, un referendum organizzato dagli inglesi nelle regioni del Togoland britannico sancì l'annessione definitiva di queste terre alla Costa d'Oro, che divenne il Ghana indipendente nel 1957.
Il 27 aprile 1960, il Togo ottenne finalmente l'indipendenza dalla Francia, diventando una repubblica sovrana. Sylvanus Olympio, leader del movimento indipendentista, fu eletto primo presidente del Togo. Tuttavia, il cammino del nuovo stato non fu facile. Le profonde divisioni interne, eredità della politica coloniale, portarono a instabilità politica e disordini.
Nel 1963, appena tre anni dopo l'indipendenza, il Togo fu teatro del primo colpo di stato militare dell'Africa sub-sahariana, durante il quale Sylvanus Olympio fu assassinato. Seguirono anni di instabilità, con una serie di colpi di stato e governi militari. Nel 1967, un nuovo colpo di stato portò al potere il colonnello Gnassingbé Eyadéma, che instaurò un regime autoritario e riformò la costituzione del paese.
Gnassingbé Eyadéma governò il Togo per quasi quattro decenni, fino alla sua morte nel 2005. Durante il suo lungo mandato, Eyadéma cercò di stabilizzare il paese attraverso una politica di pacificazione nazionale e sviluppo economico. Sotto il suo governo, Lomé divenne un importante centro politico internazionale, ospitando numerose conferenze e trattative diplomatiche.
Tuttavia, il regime di Eyadéma fu caratterizzato anche da repressione politica, violazioni dei diritti umani e un forte accentramento del potere. Nel 1979, fu adottata una nuova costituzione che introdusse un sistema monopartitico, consolidando ulteriormente il controllo di Eyadéma sul paese. Solo alla fine degli anni '80, sotto la pressione internazionale e interna, Eyadéma consentì l'avvio di un processo di riforma che portò a una maggiore apertura politica e alla creazione di un sistema multipartitico.