Articoli Bosnia ed Erzegovina
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La regione fu occupata da tribù slave nel VI e VII secolo, e da allora appartenne alternativamente ai regni di Serbia e Croazia, fino al XIII secolo quando passò sotto il potere degli Ungari. Due secoli dopo, furono i turchi a consolidare il loro dominio sulla regione e a diffondere l’Islam, mentre il territorio rimase sotto il controllo ottomano fino al XIX secolo. Nel 1878 fu firmato il Trattato di Berlino, che garantì all'Austria-Ungheria l'amministrazione della Bosnia-Erzegovina, anche se teoricamente rimase sotto la sovranità turca. Il nazionalismo slavo si diffuse in tutto il Paese, culminando nell’assassinio a Sarajevo (1914) dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono austriaco, che diede origine alla Prima Guerra Mondiale. Successivamente il paese si unì alla nuova Jugoslavia e durante la seconda guerra mondiale fu occupato dalla Croazia. Al termine di ciò divenne parte integrante della Jugoslavia come una delle sei repubbliche che la formavano. Dopo la scomparsa di Tito e il crollo del socialismo reale, proprio l’esplosione dei contrasti etnici condusse nel marzo 1992 il Paese alla guerra civile e alla proclamazione dell’indipendenza attraverso un referendum popolare, riconosciuta dalla CEE nel mese successivo, atto che portò a un divampare sempre più tragico delle ostilità. Gli atti di vera ferocia a danno della popolazione civile, che arrivarono a episodi di pulizia etnica, portarono all’invio di un contingente internazionale sotto il controllo dell’ONU. Il conflitto si concluse però solo nel 1995, e a Dayton (Stati Uniti) un accordo tra le parti contendenti sancì la nascita della Repubblica di Bosnia e Erzegovina.