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Repubblica Ceca Storia




Storia e Trasformazione della Cecoslovacchia a Repubblica Ceca: Dalle Origini alla Modernità

Evoluzione storica e popolazioni antiche

Le regioni storiche della Boemia e della Moravia sono state originariamente abitate da popolazioni celtiche, e germaniche. Queste tribù hanno significativamente influenzato l'area, limitando persino l'espansione dell'Impero Romano. Con l'avanzare dei secoli, tribù slave si insediarono in Moravia dal III secolo, superando l'egemonia degli Avari e fondando uno stato indipendente sotto Mojmir e i suoi successori nel IX secolo. Questo stato, conosciuto come il regno della Grande Moravia, si estese fino a includere regioni dell'attuale Austria, Ungheria, Slovacchia e Polonia, e vide la diffusione del Cristianesimo grazie all'opera missionaria dei santi Cirillo e Metodio.

Declino e rinascita sotto il dominio boemo

La Grande Moravia cadde sotto l'invasione dei Magiari nel 908, ma entro il primo millennio, Boleslao I aveva respinto gli Ungheresi e fortificato un potente ducato in Boemia con Praga come capitale. Questo ducato si trasformò nel Regno di Boemia nel 1198, prosperando sotto le dinastie dei Premyslidi e dei Lussemburgo, e diventando un fulcro di potere e cultura nella regione.

Praga, centro dell'Impero e fioritura culturale

Con l'ascesa al trono imperiale di Carlo I, Praga divenne la capitale del Sacro Romano Impero, entrando in un'epoca di significativa prosperità culturale e artistica. Tuttavia, il lusso della corte e il potere del clero nel Quattrocento suscitarono un movimento di riforma guidato da Jan Hus in Boemia e Moravia, che, nonostante la sua repressione, influenzò profondamente l'umanesimo nella regione.

Dalla dominazione Asburgo alla modernità

Nel 1526, la Boemia passò sotto il controllo degli Asburgo, che soppressero le autonomie locali e la cultura boema a vantaggio della nobiltà cattolica di origine tedesca. La resistenza boema culminò con la defenestrazione di Praga nel 1618, scatenando la guerra dei Trent'anni. Le politiche asburgiche continuarono a opprimere l'identità culturale e religiosa locale nei secoli successivi.

Nascita del nazionalismo e verso l'indipendenza

Nel XIX secolo, un forte movimento irredentistico guidato dal filosofo Masaryk promosse i diritti delle minoranze slave, portando alla formazione della Repubblica Cecoslovacca nel 1918, con Masaryk come primo presidente. Nonostante le sfide iniziali legate ai confini e alla diversità etnica, il nuovo stato perseguì una politica centralizzata, spesso in contrasto con le richieste di autonomia, specialmente dalla popolazione slovacca.

Seconda Guerra Mondiale e influenza sovietica

La Cecoslovacchia crollò sotto l'avanzata nazista nel 1939, ma fu liberata dalle truppe sovietiche nel 1945, entrando nell'orbita sovietica e aderendo alla politica staliniana. Anche durante l'era di Kruscev, il paese resistette alla destalinizzazione, culminando nella Primavera di Praga del 1968, brutalmente soppressa dai carri armati del Patto di Varsavia.

Crollo del comunismo e separazione

La resistenza interna continuò a fermentare fino al 1989, quando il regime comunista crollò con relativa facilità. Václav Havel, una figura centrale dell'opposizione, fu eletto presidente. Tuttavia, il crollo del comunismo portò anche alla dissoluzione dello stato federale, con la proclamazione dell'indipendenza della Repubblica Ceca e della Slovacchia nel 1993.

Avanzamento verso l'integrazione europea

Sotto la guida di figure come Havel, la Repubblica Ceca adottò riforme liberali e si avvicinò ai paesi occidentali, diventando membro della NATO nel 1999 e dell'Unione Europea nel 2004.

 


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