Articoli Romania
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Nel I secolo a.C., i territori dell'odierna Romania erano abitati dai Daci, un popolo guerriero che resistette a lungo all'espansione romana. Sotto l'imperatore Traiano, i Romani lanciarono due campagne militari decisive, dal 101 al 107 d.C., che culminarono nella conquista della Dacia e nel suicidio del re Decébalo. Seguì un'intensa romanizzazione che lasciò un'impronta duratura nella regione.
Dopo circa un secolo e mezzo, l'impero romano si ritirò, incapace di sostenere gli attacchi dei Goti. Questo segnò l'inizio di un lungo periodo di invasioni barbariche che videro Unni, Avari, Slavi, Cumani e Tartari dilaniare la regione per sette secoli.
Con il ritiro dei Tartari, la Transilvania, la Moldavia e la Valacchia emersero come entità politiche distinte. Nonostante fossero inizialmente sotto influenza ungherese, tutti i voivodati riuscirono a ottenere una relativa autonomia, configurandosi come principati indipendenti. Tuttavia, le lotte interne e la debolezza politica facilitarono la conquista turca nel XV secolo.
Nel XVIII secolo, l'influenza dei Fanarioti, finanzieri greci, crebbe nei principati di Moldavia e Valacchia. Promossero la grecizzazione culturale, ma sotto di loro, i principati raggiunsero il punto più basso di corruzione e decadenza. Questo permise ad Austria e Russia di iniziare politiche di annessione territoriale a spese dell'Impero Ottomano.
Il XIX secolo vide un risveglio nazionalistico che culminò nell'indipendenza e nell'unione di Moldavia e Valacchia sotto Alessandro Cuza nel 1861. Tuttavia, la Transilvania rimase sotto il controllo austro-ungarico fino alla fine della Prima Guerra Mondiale.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, la Romania vide un'espansione territoriale significativa, ma dovette anche affrontare gravi crisi economiche e sociali, incluse rivolte contadine e la crescente influenza del nazionalismo. Durante il periodo tra le due guerre, la Romania cercò di consolidare la sua indipendenza e sovranità attraverso alleanze internazionali.
Dopo la Seconda Guerra Mondiale, la Romania entrò nell'orbita sovietica e adottò un regime comunista. Sotto Nicolae Ceaușescu, il paese perseguì una politica di indipendenza dalla URSS, ma il regime divenne noto per la sua oppressione. Nel 1989, una rivolta popolare portò alla caduta di Ceaușescu e alla fine del comunismo in Romania.
La transizione della Romania dal comunismo ha portato sfide significative, tra cui la lotta per una vera democrazia e lo sviluppo economico. La storia della Romania continua ad essere un vivido esempio di resistenza e adattabilità di fronte a continui cambiamenti politici e sociali.