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La Campania, come gran parte del Mezzogiorno d'Italia, presenta un quadro economico complesso e contraddittorio. Da un lato, la regione soffre di atavici problemi come la disoccupazione (circa il 20%) e la sottoccupazione, aggravate dalla crisi economica nazionale e internazionale. A ciò si aggiunge la presenza della camorra, che ha inquinato molti settori produttivi e ostacolato lo sviluppo.
Nonostante le difficoltà, l'agricoltura campana rappresenta un punto di forza. La fascia occidentale, con le pianure del Garigliano, del Volturno e del Sele, vanta una produzione specializzata di ortofrutticoli. La regione è leader in Italia per la produzione di pomodori, patate, melanzane, peperoni, cavolfiori, fagioli, albicocche, pesche, susine e ciliegie. Tra le coltivazioni industriali spicca il tabacco, di cui la Campania è la prima produttrice. Sviluppate anche la viticoltura, l'avicoltura e la floricoltura.
La crescita industriale della regione è stata notevole, seppur concentrata nel Napoletano, Casertano e Salernitano, lasciando indietro molte aree. Manca ancora una completa risoluzione dei problemi sociali e si evidenziano squilibri geografici.
La Campania, con le sue splendide coste, città d'arte e ricchi siti archeologici (Pompei, Ercolano, Paestum), possiede un potenziale turistico immenso. Tuttavia, la carenza di ricettività e la speculazione edilizia hanno ostacolato lo sviluppo del settore. Inquinamento e danni ambientali causati da un'industrializzazione selvaggia deturpano alcune zone.
La Campania si trova di fronte a sfide impegnative, ma ha anche l'opportunità di rilanciare la propria economia. Lo sviluppo del turismo, la lotta contro la camorra, il potenziamento delle infrastrutture e la riqualificazione del territorio sono alcuni dei punti chiave per un futuro migliore.