Loading...
Il Lazio, culla di antiche civiltà e teatro di epiche battaglie, è una regione che custodisce un passato ricco e complesso. Abitato fin dall'epoca preistorica, il Lazio ha visto lo sviluppo di diverse culture e civiltà, dalla civiltà etrusca a quella latina, che ha dato origine a Roma. La storia del Lazio è strettamente legata a quella della città eterna, e attraverso i secoli questa regione ha vissuto cambiamenti sociali, politici e culturali che ne hanno plasmato l’identità. Scopriamo insieme le tappe principali della storia del Lazio, dalla preistoria fino all’annessione al Regno d’Italia.
Le tracce umane nel Lazio risalgono a periodi molto antichi. I primi reperti, come strumenti in pietra, appartengono al Paleolitico e testimoniano la presenza di gruppi di cacciatori e raccoglitori. Tra i resti più antichi ritrovati vi sono quelli della cultura acheuleana e neandertaliana, che attestano un lungo periodo di occupazione preistorica.
Con l’arrivo dell’età del Bronzo e del Ferro, fiorirono diverse culture, tra cui la cultura di Rinaldone e quella appenninica, che si svilupparono in particolare nelle aree interne della regione. Queste culture si dedicavano principalmente alla pastorizia e all’agricoltura, utilizzando strumenti e tecniche che anticipavano le pratiche delle civiltà successive. La posizione geografica del Lazio, a metà strada tra il nord e il sud della penisola italiana, favorì i contatti con altre popolazioni, gettando le basi per il suo sviluppo culturale.
Nell'età del Ferro, il Lazio conobbe lo sviluppo di due grandi civiltà: quella etrusca e quella latina. Gli Etruschi si stabilirono nella parte nord-occidentale della regione, mentre i Latini occuparono il Latium Vetus, l’area a sud del Tevere che si estendeva fino ai Colli Albani.
La civiltà latina, caratterizzata da una cultura contadina e guerriera, iniziò a svilupparsi intorno al 1000 a.C. I Latini fondarono vari centri abitati, come Roma, Albalonga, Ariccia, Tusculum e Preneste, e si organizzarono in una lega presieduta inizialmente da Albalonga. Tuttavia, con il passare del tempo, Roma acquisì sempre più prestigio e potere, fino a diventare il centro politico della lega. Questo processo culminò nel 338 a.C., quando Roma sottomise le altre città latine, segnando l’inizio della fusione tra la storia del Lazio e quella di Roma.
Con l’espansione di Roma, il Lazio divenne il centro del nascente Impero Romano. Durante l’epoca repubblicana e imperiale, il Lazio si trasformò profondamente, e molte città antiche, come Preneste e Tivoli, persero importanza rispetto alla capitale. Roma divenne il cuore pulsante di un impero che si estendeva su gran parte del mondo conosciuto.
L’urbanizzazione e le grandi opere di ingegneria, come gli acquedotti, le strade, i templi e le terme, cambiarono il volto della regione. Tuttavia, il grande afflusso di popolazione verso la città portò a uno spopolamento delle campagne e alla crescita del latifondo, grandi proprietà terriere dedicate principalmente alla pastorizia. Le pianure finirono per essere dominate da latifondisti, e molte zone incolte vennero colpite dalla malaria, un problema che avrebbe afflitto il Lazio per secoli.
Con la caduta dell’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C., il Lazio, come il resto d’Italia, fu travolto dalle invasioni barbariche, e in seguito venne annesso all’Impero Bizantino. Tuttavia, la distanza geografica dall’imperatore d’Oriente rese difficile la difesa della regione, e fu così che la Chiesa cattolica cominciò a esercitare una crescente influenza politica.
Un evento fondamentale fu la donazione di Sutri del 728, quando il re longobardo Liutprando cedette alla Chiesa il controllo su alcuni territori. Questo episodio segnò l’inizio della nascita dello Stato della Chiesa. I successivi accordi tra i papi e i re franchi Pipino il Breve e Carlo Magno consolidarono il potere temporale della Chiesa, che avrebbe dominato il Lazio per secoli. Il Lazio divenne così un protettorato della Chiesa, pur dovendo fare i conti con le ambizioni dei signori feudali locali.
Nel XII secolo, si consolidò ufficialmente lo Stato della Chiesa, ma la sua storia fu caratterizzata da continui conflitti con le grandi famiglie nobiliari del Lazio, come gli Orsini, i Colonna, i Savelli e i Conti, che controllavano ampie porzioni del territorio. Queste famiglie, spesso in lotta tra loro e con il Papato, mantennero una forte influenza politica, impedendo lo sviluppo di una classe borghese indipendente.
Le aspirazioni autonomistiche dei comuni laziali furono spesso soffocate, ma ci furono episodi di resistenza, come la rivolta del 1143 a Roma, in cui fu istituita la renovatio senatus, un tentativo di creare un governo cittadino indipendente. Tuttavia, il potere della Chiesa prevalse e, con papa Bonifacio VIII, si rafforzò ulteriormente l’autorità papale.
Tra il 1305 e il 1377, i papi risiedettero ad Avignone, in Francia, e questo periodo, noto come "cattività avignonese", fu segnato da un’intensificazione dei conflitti tra le fazioni nobiliari e la popolazione romana. Il sogno di un’autonomia laica e repubblicana si concretizzò brevemente nel 1347, quando Cola di Rienzo instaurò un governo cittadino con il titolo di "tribuno". Tuttavia, la sua esperienza di governo durò poco, e la nobiltà locale, con il supporto della Chiesa, riprese il controllo della città.
Nel 1377, il papato fece ritorno a Roma, e l’inviato di papa Innocenzo III, il cardinale Albornoz, restaurò l’ordine ripristinando l’autorità della Chiesa. La lotta tra il papato e i baroni continuò fino al XVI secolo, ma lo Stato della Chiesa mantenne il controllo sul Lazio.
Durante il Rinascimento, Roma e il Lazio furono al centro di un periodo di straordinario splendore artistico e culturale. I papi dell’epoca, come Giulio II e Leone X, commissionarono opere ad artisti come Michelangelo, Raffaello e Bramante, che lasciarono a Roma capolavori come la Cappella Sistina e la Basilica di San Pietro.
Anche nel periodo barocco, con artisti come Bernini e Borromini, Roma visse una grande fioritura artistica, che si riflesse in tutto il Lazio. Tuttavia, la regione continuava a essere sotto il dominio della Chiesa, con limitate possibilità di sviluppo economico e autonomia politica.
Alla fine del Settecento, il Lazio subì i cambiamenti portati dall’arrivo delle truppe napoleoniche. Durante l’occupazione francese, Roma e il Lazio furono annessi all’Impero Francese, e venne costituita una sola unità amministrativa. Tuttavia, con il Congresso di Vienna del 1815, il Lazio tornò sotto il controllo dello Stato Pontificio.
L’annessione al Regno d’Italia avvenne nel 1870, quando le truppe italiane entrarono a Roma attraverso la Breccia di Porta Pia. Con l’unificazione, il Lazio divenne parte integrante del nuovo Stato italiano, e Roma fu proclamata capitale del Regno d’Italia.
Con l'annessione al Regno d’Italia, il Lazio e Roma diventarono il cuore politico del nuovo stato unitario, e Roma venne proclamata capitale nel 1871. L’inizio del XX secolo vide una crescita urbanistica e demografica significativa, accelerata durante il periodo fascista, con la costruzione di nuovi quartieri e monumenti, tra cui l’EUR. Dopo la seconda guerra mondiale, il Lazio giocò un ruolo centrale nella ricostruzione e nella modernizzazione del Paese, con Roma come epicentro della politica e della cultura. Con i Trattati Lateranensi del 1929, fu istituito lo Stato della Città del Vaticano, una piccola enclave sovrana all'interno di Roma, sancendo il ruolo unico della capitale come centro religioso e diplomatico.