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Le Samoa si trovano tra le isole Tokelau a nord e le Tonga a sud, estendendosi su un'area del Pacifico centro-meridionale. L’arcipelago è composto da isole interamente di origine vulcanica, testimoniato dalle rocce basaltiche diffuse ovunque nel territorio. Questa formazione vulcanica ha dato vita a un rilievo che attraversa le principali isole, Savai’i e Upolu, con differenze morfologiche dovute all'evoluzione vulcanica.
Savai’i, l’isola più grande delle Samoa, si estende su una superficie di 1715 km² ed è caratterizzata da un enorme cono basaltico che culmina nel Monte Silisili, con un’altitudine di 1844 metri. Quest’isola è stata l'ultima a formarsi, come dimostrato dalla sua minore esposizione all’erosione rispetto a Upolu. L'attività vulcanica a Savai’i ha creato una serie di coni secondari sparsi a diverse altitudini. Un episodio significativo dell’attività vulcanica di Savai’i si è verificato nel 1905, quando il vulcano Matavanu ha emesso una colata di lava che, dopo aver attraversato un tratto di 12 chilometri in circa quattro mesi, ha raggiunto il mare, modificando notevolmente la linea costiera. Questa eruzione ha lasciato un'impronta duratura sul paesaggio, mostrando il potere trasformativo del vulcanismo attivo nell'area.
L’isola di Upolu, più piccola rispetto a Savai’i con i suoi 1127 km², mostra segni evidenti di un maggiore smantellamento dovuto all'erosione. Questo processo ha levigato le sue formazioni vulcaniche, creando rilievi più dolci e meno accidentati rispetto a Savai’i. Il cono vulcanico Tafua, situato all'estremità occidentale dell’isola, raggiunge un'altezza di 650 metri, mentre al centro dell’isola si trovano i monti Fito e Vaaifetu, che raggiungono i 1100 metri e sono ricoperti da una fitta vegetazione tropicale.
La presenza di barriere coralline intorno alle isole Samoa segue un andamento legato alla formazione vulcanica dell'arcipelago. Upolu è circondata in alcune aree da barriere coralline ben sviluppate, mentre Savai’i, in particolare lungo la costa meridionale, è ancora quasi completamente priva di coralli. Questo è un indizio importante dell'età geologica delle isole, suggerendo che Savai’i sia più recente.
Il clima di Samoa è fortemente influenzato dagli alisei, venti di sud-est che soffiano prevalentemente da aprile a novembre. In questo periodo, noto come stagione secca, gli alisei contribuiscono a mantenere un livello di calore moderato, riducendo la percezione della calura tipica delle regioni equatoriali. Da dicembre a marzo, invece, si apre la stagione umida, con venti che provengono principalmente da ovest. Questo cambiamento porta una varietà di condizioni atmosferiche, incluse le tempeste e, occasionalmente, violenti uragani.
Durante la stagione secca, il clima di Samoa è reso più sopportabile dagli alisei di sud-est. Questi venti portano umidità, ma contribuiscono a raffreddare l’aria, rendendo il caldo tropicale meno intenso. Le temperature restano elevate, ma il comfort è migliorato dal vento costante, particolarmente nelle aree costiere.
Con l’arrivo della stagione umida, le Samoa sperimentano condizioni climatiche più variabili e intense. I venti da ovest, meno regolari degli alisei, portano spesso tempeste improvvise e piogge torrenziali. Questo è anche il periodo in cui è più probabile che si verifichino uragani, eventi che possono avere un impatto notevole sulla vita dell’arcipelago.
Samoa riceve una quantità notevole di precipitazioni annuali, con una media di circa 2800 mm nella capitale, Apia. La maggior parte di queste piogge si concentra nella stagione umida, durante la quale si verificano intensi acquazzoni. Gli alisei di sud-est contribuiscono a portare umidità sui versanti sud-orientali delle montagne, causando piogge locali. Tuttavia, le precipitazioni più significative provengono dagli improvvisi rovesci estivi che caratterizzano la stagione umida.
Le temperature a Samoa restano piuttosto stabili durante l’anno, grazie alla posizione oceanica dell’arcipelago che mitiga le variazioni stagionali. Ad Apia, la capitale, la media del mese più fresco, luglio, è di 24,9 °C, mentre quella del mese più caldo, dicembre, è di 26,2 °C. La differenza media tra la temperatura dei mesi più caldi e più freschi è quindi di poco più di 1 °C, un dato che testimonia l’estrema stabilità del clima.
Tra le piante più diffuse, troviamo il pandano, il cocco e l’albero del pane. Il pandano è una pianta versatile, dalle cui foglie si ricavano stuoie e contenitori. L'albero del pane è una fonte primaria di cibo per le comunità samoane, con i suoi frutti che sono ricchi di nutrienti e possono essere preparati in diversi modi. Il cocco, infine, è onnipresente e usato per molyi scopi, dalla produzione di olio alimentare e cosmetico al consumo della sua acqua.
Le foreste di Samoa sono popolate da alberi a legname duro, come il talie (Terminalia) e il ma’ota, usati dagli abitanti per costruire le loro tradizionali imbarcazioni e le tipiche abitazioni, chiamate fale. Questi alberi offrono un legno resistente e duraturo.
L’isolamento geografico ha limitato la varietà della fauna terrestre di Samoa, che conta poche specie di mammiferi ma è arricchita da una serie di uccelli esclusivi e altri animali di notevole interesse.
Tra i pochi mammiferi presenti a Samoa, ci sono i suini, i cani e i ratti, introdotti probabilmente dall’uomo, e due specie native di pipistrelli. Questi ultimi, come il pipistrello delle Samoa (Pteropus samoensis), svolgono un ruolo cruciale nell'ecosistema, poiché sono importanti impollinatori e contribuiscono alla dispersione dei semi nella foresta. La varietà di specie di uccelli è molto più ricca rispetto ai mammiferi. Una delle specie più iconiche e purtroppo in via di estinzione è il colombo samoano (Didunculus strigirostris), noto per essere esclusivo di queste isole.