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L'economia del Mali




La struttura produttiva del Mali si basa sull'agricoltura che occupa il 80% della popolazione attiva su un territorio coltivato estremamente esiguo. Il miglio, il riso e il sorgo rappresentano le colture principali, seguite dalle arachidi e dal cotone, destinate, queste ultime, a una limitata esportazione e praticate spesso a danno delle colture alimentari. Produzioni minori riguardano cereali come il mais, il grano e le colture di manioca, canna da zucchero, legumi e frutta. L'allevamento è la seconda risorsa economica del Paese con un consistente numero di capi di bestiame. Una notevole risorsa è costituita anche dalla pesca nelle acque interne. L'attività mineraria è poco importante e rappresenta una piccola parte del prodotto nazionale lordo. Le risorse, di cui recentemente è stata confermata la presenza, sono ancora poco sfruttabili per la mancanza di infrastrutture. Si tratta di bauxite nella regione sudorientale, nell'area di Bamako e sull'altopiano mandingo, di ferro attorno a Kita e Bafoulabé, e quantità limitate di altri minerali. L'oro e i diamanti alimentano un forte commercio in gran parte clandestino. L'unica ricchezza è il sale estratto nella zona di Taoudenni che viene fatto affluire verso il golfo di Guinea. L'attività industriale è tuttora di modesta entità con il 3 % di addetti sul totale della popolazione attiva e il 26% del prodotto nazionale lordo. Prevalgono le attività di trasformazione dei prodotti agricoli locali (specialmente cotone), dell'allevamento (pelli e lana), della pesca a cui si aggiungono gli stabilimenti per la produzione di beni di consumo, con impianti tessili e alimentari nell'area di Bamako e nel comprensorio dell'Ente Niger, zuccherifici a Dougabougou e Seribala, cementifici in funzione a Diamou e stabilimenti per la confezione di calzature e manifatture di tabacco a Bamako. La bilancia commerciale è pesantemente deficitaria, in quanto il volume delle esportazioni non è assolutamente in grado di coprire le massicce importazioni di prodotti occorrenti al fabbisogno interno. Il turismo, in via di sviluppo, è legato alla storia di questa regione, alle antiche città di Timbuctù e di Djenné.


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