√ Algeria Il parco nazionale Tassili N'Ajjer

Patrimonio dell'Unesco si estende su una superficie di circa 80.000 kmq. II Tassili è universalmente conosciuto grazie alle sue immagini rupestri, che tuttala non sono l'unica testimonianza di quell'epoca. Esistono infatti tracce di insediamenti umani con abbondante industria litica, numerosi resti di ceramiche, macine per il grano e persino tumuli, sepolture e monumenti funerari del Neolitico. Lo studio di questi reperti è ancora in corso, ma l'evoluzione storica delle pitture e la loro collocazione cronologica sono già dati acquisiti.
Il primo periodo è quello cosiddetto dei cacciatori, o degli uomini a testa rotonda; le immagini più antiche, databili intorno al 6000 a.C, raffigurano infatti piccoli personaggi dal corpo molto semplificato e la testa rotonda con delle appendici, che probabilmente stavano a rappresentare ornamenti come corna o piume. Nella fase successiva le incisioni presentano una maggiore complessità: compaiono le prime decorazioni corporee (anelli sulle braccia e sulle gambe), le prime figure in posizione orizzontale, i cosiddetti « nuotatori », simboleggianti forse il viaggio dei morti nell'aldilà; la pittura, sebbene ancora limitata al contorno, diventa policroma con il predominio dei colori ocra, giallo scuro e bianco. Nel secondo perìodo, databile intorno al 3500 a.C. circa e detto « bovidiano », compaiono accanto agli animali tipici della fauna sahariana animali domestici come cavalli, bovini, capre e altri animali di piccola taglia descritti con grande realismo. Numerose le scene di caccia e di guerra, in cui le figure umane sono disegnate quasi sempre a grandezza naturale con una maestria inconsueta negli artisti preistorici; i colori predominanti in questo periodo sono l'ocra rossa, il bianco e l'ocra gialla. Con l'età dei metalli compare un popolo guerriero e cacciatore immigrato, i Garamanti, cui si deve l'introduzione di uno stile naturalistico modificatosi poi nello stile bi-triangolare con elementi mediterranei, forse di influsso cretese, come il motivo del galoppo volante e delle gonne a campana. In epoca camelina o arabo-berbera compare nelle incisioni il dromedario con una fauna identica a quella attuale e con personaggi armati di lancia e scudo rotondo, e iscrizioni « tifinagh » (in origine geroglifici schematizzati), scrittura perpetuata fino ad oggi dai Tuaregh. Quest'ultimo periodo, tuttavia, non ha lasciato nel Tassili tracce notevoli.
A tutt'oggi nel Tassili sono state catalogate più di diecimila pitture rupestri, ma con ogni probabilità il loro numero è destinato a crescere, perché la maggior parte dei luoghi più lontani dalle rotte tradizionali non è ancora stata studiata. Le dimensioni delle opere sono variabili: si va da miniature di pochi centimetri a gigantesche figure che superano i sette metri di altezza. Anche la loro distribuzione è irregolare: ci sono superfici molto ampie praticamente prive di pitture e altre in cui si concentrano centinaia e centinaia di figure o addirittura si sovrappongono testimonianze di epoche diverse sulla stessa parete. I colori di base, rosso scuro, porpora, giallo, verde e bianco, erano ottenuti per mezzo di ossidi di ferro, ossidi di zinco e caolino, mentre il nero si otteneva con il carbone e con ossa bruciate. Una volta ricavato il pigmento, si procedeva alla sua agglutinazione con elementi naturali come il latte, il miele e l'albume d'uovo.