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La storia della Nigeria è una saga affascinante di antiche civiltà, conquiste e conflitti, colonizzazione e lotta per l'indipendenza. Situata nell'Africa occidentale, la Nigeria è un paese ricco di diversità culturale, etnica e linguistica. Questa ricchezza, tuttavia, è stata anche una fonte di tensioni, che hanno modellato la storia del paese nel corso dei secoli.
Il regno di Kanem-Bornu è il più antico degli Stati nigeriani di cui si abbia notizia. Si sviluppò a partire dall'XI secolo nelle aree steppiche e predesertiche che circondano il Lago Ciad. La popolazione di Kanem-Bornu era composta principalmente dagli Haussa, un gruppo etnico che riuscì a creare uno Stato feudale molto potente, nonostante i confini incerti. Il regno di Kanem-Bornu divenne un importante centro di commercio degli schiavi, fungendo da ponte tra l'Africa nera e le città arabe della costa mediterranea.
Nel XV secolo, i Fulani, un altro gruppo etnico, si stabilirono nel territorio di Kanem-Bornu, contribuendo alla frammentazione dello Stato Haussa in una serie di unità politiche minori. Questo periodo fu caratterizzato da instabilità politica e conflitti, che culminarono alla fine del XVIII secolo con la creazione del potente Stato di Sokoto sotto la guida del capo religioso Fulani, Usman Dan Fodio.
Usman Dan Fodio, un leader carismatico e fervente musulmano, guidò una rivoluzione islamica che portò alla fondazione del Califfato di Sokoto alla fine del XVIII secolo. Questo Stato divenne uno dei più potenti dell'Africa occidentale, estendendo la sua influenza su gran parte dell'attuale Nigeria settentrionale. Il califfato di Sokoto non era solo un'entità politica, ma anche un centro religioso che promosse l'Islam e consolidò il potere dei Fulani nella regione.
Mentre il nord della Nigeria era dominato dagli Haussa e dai Fulani, la fascia meridionale del territorio vide lo sviluppo di altre potenti unità politiche, come i regni Yoruba e il regno del Benin. Gli Yoruba, un gruppo etnico che si stabilì nella zona sudoccidentale della Nigeria verso la fine del primo millennio, crearono un sistema sociale ed economico altamente organizzato. La loro cultura, ricca di espressioni artistiche, fu centrale nello sviluppo delle città di Ife e Oyo, che divennero importanti centri politici e culturali.
A stretto contatto con il territorio Yoruba, e in certi momenti anche sovrapposto, fu lo Stato del Benin, con la città omonima come centro politico. Il regno del Benin è famoso per il suo considerevole sviluppo culturale e artistico, tanto da rappresentare uno dei momenti più gloriosi dell'arte africana.
Il primo contatto tra le popolazioni nigeriane e gli europei avvenne nel XV secolo, quando i portoghesi stabilirono alcune basi commerciali lungo la costa. Queste basi furono utilizzate principalmente per la tratta degli schiavi, con la regione interna della Nigeria, densamente popolata, che diventava una fonte primaria di "merce umana" destinata alle piantagioni dell'America Centrale e Meridionale. Questa parte dell'Africa divenne nota come la "Costa degli Schiavi", un nome che testimonia la tragica storia di questo periodo.
Con l'abolizione della tratta degli schiavi, l'interesse dei portoghesi per la regione si affievolì, lasciando spazio all'influenza crescente dell'Inghilterra. Gli inglesi, motivati dalla necessità di garantire l'approvvigionamento dell'olio di palma e di controllare un mercato per i tessuti di cotone, iniziarono a stabilire una presenza significativa nella regione. Lagos, una delle principali basi portoghesi, fu acquistata dagli inglesi nel 1861 e divenne un protettorato britannico alla fine del secolo.
L'espansione britannica verso nord fu guidata dalla preoccupazione di neutralizzare l'influenza francese nel medio bacino del Niger. Quando nel 1898 i confini tra l'espansione inglese e quella francese furono definiti con un accordo tra Parigi e Londra, l'Inghilterra organizzò il possedimento in colonia e nominò Frederik Lugard come primo governatore.
L'estensione del controllo militare inglese nel nord della Nigeria fu un processo lungo e difficile, ma Frederik Lugard riuscì infine a imporre il dominio britannico su tutta la colonia. Lugard mise in atto una politica di colonizzazione indiretta, che lasciava il potere periferico ai capi locali, i quali continuarono a gestirlo secondo le norme consuetudinarie. Questa politica permise agli inglesi di mantenere il controllo con risorse militari limitate, garantendo al contempo una certa stabilità.
La dominazione coloniale inglese portò alla costruzione di infrastrutture come ferrovie e strade, che favorirono lo sviluppo economico della regione. Tuttavia, la colonizzazione generò anche una coscienza sociale tra la popolazione indigena, portando alla nascita di un movimento nazionalista che chiedeva maggiore autonomia e diritti.
Dopo la Prima Guerra Mondiale, la vita politica della Nigeria iniziò ad animarsi, con l'emergere di una coscienza nazionale e una crescente richiesta di autonomia. La Gran Bretagna, consapevole delle tensioni etniche all'interno della colonia, cercò di mantenere un equilibrio tra i diversi gruppi etnici, evitando di favorire apertamente uno rispetto all'altro. Tuttavia, la disuguaglianza economica tra le diverse regioni, con il Sud più ricco e sviluppato rispetto al Nord, divenne una fonte crescente di tensioni.
Nel 1945, con l'inizio delle discussioni sull'indipendenza, la Gran Bretagna adottò una Costituzione che riconosceva le principali etnie e divideva la Nigeria in tre regioni autonome: il Nord dominato dagli Haussa-Fulani, il Sudest degli Ibo e il Sudovest degli Yoruba.
Il processo di decolonizzazione accelerò negli anni '50, con la Gran Bretagna che sperava che le varie componenti etniche trovassero una soluzione per governare unitariamente il paese. Nel 1960, la Nigeria ottenne l'indipendenza in un clima di tensione e incertezza. Il leader del partito Ibo, Nnamdi Azikiwe, detto popolarmente "Zik", divenne il primo presidente federale, mentre il partito Yoruba rimase all'opposizione.
L'indipendenza, tuttavia, non risolse i profondi contrasti etnici ed economici che affliggevano il paese. Al contrario, queste tensioni si acuirono, portando a violenti scontri tra le diverse etnie e creando un clima di instabilità politica che avrebbe segnato la Nigeria per decenni.
Nel 1966, in un clima di crescente violenza e instabilità, il generale Ironsi, di etnia Ibo, prese il potere con un colpo di stato. Ironsi cercò di abolire la Costituzione federale per togliere ogni autonomia alla regione settentrionale, dominata dagli Haussa-Fulani. La reazione della popolazione islamica del Nord fu violentissima, portando all'assassinio di Ironsi e all'ascesa al potere del generale Yakubu Gowon, di etnia Haussa.
Gowon cercò di disinnescare le tensioni etniche frazionando lo Stato in dodici regioni, ma questa mossa non fece che esacerbare i problemi. Nel 1967, il colonnello Ojukwu, leader degli Ibo, proclamò la secessione della regione sudorientale, dando vita alla Repubblica del Biafra. Seguirono tre anni di guerra civile, durante i quali il Biafra lottò disperatamente per la sopravvivenza, resistendo agli attacchi delle truppe federali. La guerra si concluse nel 1970 con la sconfitta del Biafra e una Nigeria profondamente segnata dal conflitto.
Dopo la fine della guerra civile, la Nigeria si trovò a dover affrontare una difficile fase di ricostruzione. Il paese era stremato, con il sistema economico in rovina e una popolazione traumatizzata. La corruzione dilagante, l'abbandono delle campagne e la diminuzione del prezzo del petrolio contribuirono a rendere ancora più difficile il recupero.
Gowon fu destituito nel 1975 e sostituito con un generale Haussa, che tentò di avviare un processo di ricostruzione economica e di smobilitare l'esercito. Tuttavia, nel 1976, il nuovo presidente fu assassinato, e la Nigeria entrò in un periodo di instabilità politica caratterizzato da una serie di colpi di stato militari.
Negli anni '80, la Nigeria fu scossa da diversi colpi di stato che videro l'ascesa e la caduta di vari leader militari. Il regime del generale Ibrahim Babangida, nato da uno di questi golpe, tentò di avviare una transizione verso un sistema più liberale, con un parziale ritorno al potere dei civili nel 1990. Tuttavia, le tensioni politiche e sociali continuarono a minare la stabilità del paese.
La Nigeria rimase sotto il controllo militare fino al 1999, quando il generale Olusegun Obasanjo, già leader militare e ora democraticamente eletto, divenne presidente. Questo segnò l'inizio di un nuovo capitolo nella storia del paese, con un lento ma costante ritorno alla democrazia.