√ Algeria economia e risorse

Agricoltura - Dopo che l'attività agricola era stata la principale fonte di reddito durante il periodo coloniale, la sua importanza si è venuta progressivamente riducendo con la messa in produzione dei giacimenti petroliferi sahariani. Inoltre, il fallimento della politica socialista in questo campo, con la creazione di grandi fattorie di Stato e di villaggi agricoli, acuito dalla micidiale siccità verificatasi nel 1988, ha visto scendere la produzione a livelli sempre più bassi, costringendo il Paese a massicce importazioni di derrate, compensate però largamente dalle esportazioni petrolifere e metanifere. Le colture principali sono rappresentate dal grano e dall'orzo che coprono complessivamente il 30% delle terre coltivate, ma dal rendimento piuttosto basso (2.600.000t e 1.200.000t rispettivamente) , destinate al consumo interno. Destinata all'esportazione è invece la coltura della vite (che ha fornito circa 280.000t d'uva nel 2004), in epoca coloniale assai estesa e ora molto ridottasi di superficie. Sono inoltre presenti tutte le più tipiche colture di ambiente mediterraneo, dall'olivo agli agrumi, agli ortaggi (patate e pomodori) e alle pomacee. Nelle oasi del deserto è diffusa la palma da dattero. Non mancano anche colture industriali come il tabacco e la barbabietola da zucchero. Le foreste forniscono legni pregiati (pino d'Aleppo, cedro, quercia da sughero) per circa 7,5 milioni di m3 l'anno, mentre della vegetazione delle steppe dell'Atlante sono utilizzate l'alfa e la palma nana. Il patrimonio zootecnico è costituito essenzialmente da ovini e caprini (circa 22 milioni di capi complessivamente). Circa 245.000 sono i cammelli. Numerosi sono i porti di pesca sul Mediterraneo, dove annualmente si sbarcano circa 135.000 t di pesce.
Commercio - La bilancia commerciale con l'estero è costantemente in attivo, spinta dalle esportazioni di idrocarburi, in crescita. Tra i principali partners commerciali, oltre ai Paesi europei mediterranei, figurano anche gli Stati Uniti e il Giappone.
La rete delle comunicazioni, una delle eredità del regime coloniale, è stata ulteriormente potenziata, soprattutto nelle regioni interne sahariane. Essa è costituita attualmente da 104.729 km di strade (2001) e da 3.572 km di ferrovie (2003) di cui solo una minima parte elettrificata. Il parco automobilistico ammonta a oltre 3 milioni di autoveicoli (2003). La rete dei trasporti aerei collega inoltre tutte le principali città della costa e dell'interno. La marina mercantile dispone di un buon sistema di porti. Gli scali più attivi sono quelli di Arzew, Algeri e Orano. Ancora molto scarse sono le capacità ricettive ai fini turistici.
Industria e risorse - Prima ancora della scoperta del petrolio, l'Algeria disponeva di cospicue risorse minerarie, anche se non interamente sfruttate. Di essa la principale era costituita da minerale di ferro, estratto da giacimenti ubicati nelle regioni dell'Atlante Telliano (valle dell'Oued Cheliff, monti della Medjerda, ecc.),e dai fosfati (monti di Tébessa), ambedue avviati prevalentemente all'esportazione. Più modesta è l'estrazione di altri minerali come piombo, zinco, rame, argento, antimonio, manganese e mercurio. I principali giacimenti di petrolio sono ubicati nelle province sahariane di Ouargla (campi di Hassi-Messaoud e di el Gassi), collegate con una rete di oleodotti ai porti di Beja'ia, Skikda e Arzew (Orano) dove sorgono anche gli impianti di raffinazione. Altri cospicui giacimenti petroliferi sono ubicati al confine con la Libia (Hassi-Mazoula, Zarzaitine, ecc.) a loro volta collegati con un oleodotto al porto tunisino di Sekhira. La produzione negli ultimi tempi si è attestata sugli 83,6 milioni t l'anno, con ampie riserve accertate. Migliori sono le prospettive che derivano dall'estrazione del metano che si ricava da numerosi giacimenti in varie località del Sahara, ma soprattutto dal grande campo gassifero di Hassi R'Mel (Ghardaia), collegato con appositi gasdotti ai porti mediterranei (Arzew, Algeri, Bugia, Skikda), nonché, attraverso la Tunisia, direttamente con l'Italia (Sicilia) tramite il gigantesco gasdotto transmediterraneo entrato in attività nel 1983. La produzione annua di gas è stata nel 2003 di 82 miliardi di m3. Oltre che verso l'Italia, le esportazioni di gas e di petrolio sono dirette verso altri Paesi mediterranei ed europei (soprattutto la Francia, la Spagna, il Belgio, la Grecia, la Turchia, ecc). In particolare, l'esportazione del gas avviene dopo la sua liquefazione in appositi impianti, tutti ubicati ad Arzew. L'apparato industriale algerino è oviamente dominato dagli idrocarburi che alimentano numerosi impianti del settore chimico e petrolchimico, assicurando il fabbisogno energetico per altri settori, anche tradizionali, come quello tessile (filati e tessuti di cotone), metallurgico (acciaierie di Annaba e di Orano), della gomma (pneumatici), del cemento, ecc. La produzione di energia elettrica (circa 26,9 miliardi di kWh nel 2003) è infatti quasi interamente di derivazione termica. Sono presenti poi industrie metalmeccaniche (montaggio di autoveicoli) ed elettrotecniche, che si avvalgono di apposite joint-venture con alcune grandi aziende europee. Altre industrie con una discreta diffusione sono quelle alimentari (enologica, dello zucchero, della birra), mentre l'artigianato produce ancora tradizionali articoli da esportazione (tappeti, ecc).