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L'Etiopia, uno dei paesi più antichi del mondo, vanta una storia ricca e affascinante che si estende per millenni. Questo articolo esplora le tappe cruciali della storia etiope, dalle antiche migrazioni e il regno di Axum, fino agli eventi più recenti che hanno modellato il paese come lo conosciamo oggi.
Gli abitanti dell'Etiopia attuale arrivarono dall'Arabia dopo il 1500 a.C., e si mescolarono con i Cusciti locali. Questo incontro di culture portò alla formazione delle prime comunità stabili nella regione, gettando le basi per lo sviluppo delle civiltà successive.
Il regno pagano di Axum fu fondato nel I secolo d.C. Questo regno divenne uno dei più potenti dell'Africa sub-sahariana, grazie alla sua posizione strategica e al controllo delle rotte commerciali. Nel IV secolo, sotto il regno di Ezana, Axum adottò il Cristianesimo, diventando uno dei primi stati cristiani del mondo. Ezana iniziò a estendere il suo potere, e il regno prosperò fino al VII secolo, quando l'espansione dell'Islam isolò Axum dal resto del mondo cristiano, segnando l'inizio del suo declino.
Nel 1137, la dinastia Zagwe prese il potere. Durante questo periodo, furono costruite alcune delle più grandi opere architettoniche dell'Etiopia, tra cui le chiese scavate nella roccia di Lalibela, considerate patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. La dinastia Zagwe regnò per circa un secolo, fino a quando fu rovesciata nel 1270.
Nel 1270, una nuova forza emerse, rivendicando la discendenza dal re Salomone e dalla regina di Saba. Questa dinastia restaurò la linea salomonica al trono e fece della regione Amhara il centro politico dello stato. Gli Amhara dominarono il trono e l'impero, stabilendo una lunga tradizione che avrebbe influenzato la politica etiope per secoli.
Il periodo moderno della storia etiope può essere fatto risalire al regno di Menelik II, che fu imperatore dal 1889 al 1913. Menelik II è noto per aver stabilito Addis Abeba come capitale permanente e per aver creato una rudimentale struttura di governo, istituendo un consiglio dei ministri. La sua vittoria contro le truppe italiane nella battaglia di Adua nel 1896 fu un evento significativo, segnando una delle poche vittorie africane contro il colonialismo europeo.
Nel 1930, Hailè Selassiè I divenne imperatore. Nel 1931, promulgò una Costituzione che creò il primo Parlamento etiope, sebbene con poteri molto limitati. Tuttavia, nel 1935, l'Italia invase l'Etiopia, e Hailè Selassiè fu costretto all'esilio. L'Etiopia fu rapidamente conquistata e integrata nell'Africa Orientale Italiana insieme all'Eritrea e alla Somalia. Hailè Selassiè tornò nel 1941, quando le truppe britanniche liberarono il paese dagli italiani.
Nel 1974, l'imperatore Hailè Selassiè fu rovesciato dalle Forze Armate etiopi, che sospesero la Costituzione e dichiararono la fine della monarchia. Il nuovo governo, noto come Derg, era di ispirazione marxista e iniziò una massiccia riforma agraria, redistribuendo la terra dai grandi proprietari ai contadini. Tuttavia, il Derg si trovò a fronteggiare numerose sfide interne ed esterne.
Nel 1977, l'Ogaden, una regione popolata da una maggioranza somala, si ribellò, sostenuta dalla Somalia. Le truppe somale occuparono la zona, ma nel 1978 l'esercito etiope, con l'aiuto di sovietici e cubani, riuscì a riprendere il controllo della regione. Nel 1988, un trattato di pace tra Mengistu e Siad Barre, presidente somalo, pose fine al conflitto.
Oltre all'Ogaden, altre due regioni scelsero la strada della secessione: l'Eritrea e il Tigrè. Il Fronte di Liberazione Popolare dell'Eritrea (EPLF) e quello del Tigrè (TPLF) iniziarono una guerriglia contro il governo centrale. La situazione si deteriorò ulteriormente negli anni '80, con migliaia di morti tra la popolazione civile.
Nel 1991, la crisi culminò con la fuga di Mengistu Haile Mariam e l'instaurazione di un governo provvisorio formato da vari movimenti indipendentisti, organizzati nel Fronte Popolare Democratico Rivoluzionario del Popolo Etiope (FPDRPE), guidato da Meles Zenawi. L'Etiopia accettò la proclamazione dell'indipendenza dell'Eritrea nel 1993 e avviò una riorganizzazione economica e politica del paese.
Nel 1998 scoppiò un conflitto di frontiera con l'Eritrea per il controllo di un'area del Tigrè nord-occidentale. Dopo una grande offensiva etiope in territorio eritreo nel 2000, la guerra si concluse con gli accordi di Algeri, che stabilirono il ritiro delle truppe etiopi dai territori occupati e portarono a nuovi prestiti dalla Banca Mondiale e alla cancellazione del debito estero dell'Etiopia.
Dopo la firma del trattato di pace con l'Eritrea, le forze di interposizione dell'ONU furono schierate per fissare le nuove linee di confine. L'Etiopia ha continuato a svilupparsi, affrontando tuttavia sfide significative, tra cui tensioni etniche interne, riforme economiche e politiche e la necessità di stabilizzare una pace duratura con l'Eritrea.