Oristano economia cosa vedere cenni di storia numeri utili

Oristano è una città della Sardegna, capoluogo di provincia. Situata all'estremità settentrionale della pianura bonificata del Campidano, sulla riva sinistra del fiume Tirso e nei pressi del golfo di Oristano, è un mercato agricolo e centro commerciale tra i più importanti dell'isola. Importanti sono le industrie di trasformazione dei prodotti agricoli (caseifici, aziende enologiche, alimentari) e della lavorazione del legno; ancora attivi l'artigianato (ceramiche, ricami), la pesca e l'attività estrattiva.
Cosa vedere - La Porta Manna (dal latino « magna », cioè grande) in piazza Roma. Si tratta di un torrione dedicato a San Cristoforo, di forme massicce, sormontato da grossi merli e da una torre campanaria. Risale al 1291 e faceva parte della cerchia delle mura erette al tempo di Mariano II d'Arborea. L’antica campana suona solo per particolari solennità. Oltre a questo monumento la piazza Roma è caratteristica per l’aspetto tipicamente sardo della popolazione che l’anima.
San Francesco e il Duomo - Da piazza Roma la via Umberto I conduce alla piazzetta Eleonora, con il monumento ottocentesco alla famosa eroina dell’indipendenza sarda. Nella stessa piazzetta sorge la chiesa di S. Francesco, ricostruita non molti anni fa su un tempio gotico del secolo XIII. L’interno custodisce parecchie opere d’arte: un Crocifisso ligneo trecentesco con evidenti influssi spagnoli, una statua di vescovo, opera in marmo di Nino Pisano (secolo XIV). Più interessante è la Cattedrale. Il tempio è stato rifatto nei secoli XVIII e XIX; si notano però ancora le strutture duecentesche dell’abside e quelle trecentesche dell’agile campanile ottagonale, adorno di monofore a sesto acuto di elegante disegno. Nell’interno, che tende al barocco, troveremo opere d’arte notevoli dei secoli XIII e XIV.
L’Antiquarium Arborense, è una raccolta piccola, ma molto interessante, di reperti archeologici di varie età, da quella neolitica a quella romana.
Le lagune - Il paesaggio e l’economia di questa zona litoranea sarda sono legati, per così dire, alle lagune e agli stagni, che un tempo erano la causa della malaria, ora scomparsa. Oristano stessa sarebbe sorta là dove anticamente era uno stagno, prosciugato da un mitico re di Tharros, per amore della bella Oristana, figlia di un capo saraceno da lui sconfitto. Ci sono tuttora gli stagni di Cabras, Santa Giusta e San Giovanni. Essi danno al paesaggio un tocco inconsueto e hanno anche influito sull’insediamento umano. Noteremo infatti le capanne rettangolari dal tetto a spioventi molto inclinati (capanne dette alla spagnola « barracas »), con uno scheletro di legno e la copertura fatta con un’erba palustre chiamata « cuccuri », fittamente intrecciata con canne.
Le rovine di Tharros - Sulla punta estrema della penisola di Sinis, il Capo San Marco (dove la leggenda vuole che l’Evangelista sia una volta sbarcato), ci sono le rovine di Tharros, che fu un centro cartaginese. In parte sono sommerse e in parte già messe allo scoperto, come a Nora. Vedremo resti di mura, del porto, di case, di templi e di necropoli. L’interesse è costituito anche dal fatto che, anche qui come a Nora, varie civiltà si sono sovrapposte in uno stesso luogo. Non per nulla un tempio è punico, avanzi di terme sono di epoca romana e resti di un battistero sono protocristiani. Tharros deve aver vissuto per qualche millennio, dall’epoca nuragica sino al secolo XI, sotto i Fenici, i Cartaginesi e i Romani. Infine furono i Saraceni che la distrussero.
Villaggi di San Salvatore e San Giovanni - Sempre nel desolato paesaggio della penisola di Sinis, si incontrano due paesini: San Salvatore e San Giovanni. Nel primo, nella chiesa omonima, c’è un ipogeo da visitare; esso comprende un pozzo del secolo IV a.C. Sulle pareti dell’ipogeo ci sono iscrizioni greche, latine e arabe che testimoniano come in origine questo fosse un tempio pagano.
A San Giovanni venne eretta nella seconda metà del secolo V, poi restaurata e ampliata nel secolo XI, una chiesetta di forme tozze, S. Giovanni in Sinis, che è considerata una delle più antiche costruzioni cristiane dell'isola.
Cenni di storia - Fondata nel 1070, per mano dei profughi dalla vicina città di Tharros, divenne diocesi e capitale del giudicato di Arborea, raggiungendo il suo massimo splendore nei secoli XIII-XIV, soprattutto con la giudichessa d'Arborea che con la "carta di Logu" dette alla città una equa legislazione. Il declino giunse con la sconfitta di Macomer (1477) e l'arrivo degli Aragonesi. Oristano è capoluogo di provincia dal 1974.