Sassari è capoluogo di provincia e centro commerciale di una regione agricola in parte coltivata a ulivi. Situata nella parte nord-occidentale dell'isola, alle falde del Tavolato Sardo dove questo comincia a degradare verso il mare. E un attivo centro commerciale e sede di industrie nei settori alimentare, meccanico, del vetro, del mobile e farmaceutico. Seconda città della Sardegna, ha un nucleo antico, dall'impronta medievale e un'evidente influenza spagnola, intorno alla quale si è sviluppata la città moderna che si è estesa rapidamente verso Fertilia e Porto Torres. Discreto è l'apporto del turismo, grazie anche alle manifestazioni tradizionali come la Cavalcata sarda, la Processione dei candelieri e il Maggio sassarese.
Cosa vedere - Il Duomo di Sassari ha una facciata molto originale. È stata completata nel secolo XVIII con disegno rinascimentale illeggiadrito da nicchie, rilievi, lesene baroccheggianti di pretta ispirazione coloniale spagnola. L’edificio presenta anche elementi romanici (la parte inferiore del campanile) e gotici (le volte a costoloni dell’interno). Non mancano dipinti cinquecenteschi sia nel tempio stesso, sia nell’aula capitolare, sia nell’archivio.
Da segnalare anche la chiesa S. Maria di Betlem, con l'interno a volte gotiche, la facciata romanica e la cupola settecentesca.
Una sosta merita il Museo Nazionale Sanna, Le diciotto sale del Museo sono ripartite in tre sezioni: la pinacoteca, la sezione archeologica e quella etnografica. Sono splendide testimonianze storiche e suggestive raccolte folcloristiche: quanto basta per darci una conoscenza abbastanza approfondita del mondo sardo.
Manifestazioni - 14 agosto: La Processione dei Candelieri è, con la cavalcata dell’Ascensione, la manifestazione più tipica di tutta la Sardegna settentrionale. La festa risale addirittura al XIII secolo. Fu ripresa nel XVI in occasione di una pestilenza cessata, secondo la tradizione per intervento divino. La processione ha carattere votivo: anticamente coincideva con l’offerta di grossi ceri, finemente decorati e lavorati. Ogni cero veniva portato per le vie della città e poi depositato in chiesa da uno dei sette « gremi » (corporazioni di lavoratori e di artigiani).
Oggi i ceri sono stati sostituiti da enormi colonne di legno scolpito. È rimasto comunque tutto l’antico folclore della manifestazione: i portatori (otto per colonna) procedono con complicati passi di danza. Dalla sommità delle colonne pendono lunghi nastri che ricadono mollemente attorno alla base e sono tenuti da persone in costume. Completa la processione una schiera di cantori e suonatori. Il corteo parte da piazza Castello e arriva alla chiesa di Santa Maria di Betlem.
Storia - Sorta nel Medioevo con il nome di Tathari, ebbe un notevole impulso tanto da divenire la capitale del giudicato di Torres. Dal 1236 ebbe un governo comunale, ma con scarsa autonomia. Dal 1257 fu dei della Gherardesca, che ne entrarono in possesso dopo che Genova ebbe concesso a Pisa il castello di S. Igia, la roccaforte sassarese. Nel 1288 tornò ai Genovesi, sotto i Doria; nel 1323 si dette agli Aragonesi cui rimase, se si eccettua una breve parentesi con Mariano IV d'Arborea e sua figlia Eleonora, fino al 1409. Passò poi ai conti di Narbona e nel 1417 ad Alfonso V. Occupata e saccheggiata dai Genovesi con Andrea Doria (1527), tornò agli Spagnoli che la tennero fino al 1720, quando divenne con tutta l'isola dominio dei Savoia.