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Vibrazione naturale, scossa o tremore del terreno, di solito di breve durata e intensità variabile che si verifica quando in qualsiasi luogo sulla Terra c'è stato un improvviso rilascio di energia. Questa energia viene generata quando due forze agiscono in direzioni opposte e producono una deformazione elastica nella roccia per raggiungere il punto di rottura, a questo punto, la roccia vibra più volte a causa di rimbalzo elastico fino a quando detta forza cessa. Queste vibrazioni vengono trasmesse in tutte le direzioni sotto forma di onde sismiche. Le vibrazioni prodotte da una sorgente sismica trasportano una certa quantità di energia che si propagano attraverso la Terra, l'energia viene assorbita dalle varie cose che attraversa, in base alle loro proprietà fisiche, esplosioni artificiali possono anche causare questo tipo di vibrazione così come frane o addirittura il passaggio dei treni. Ipocentro è chiamato il punto o la regione interna della Terra dove il terremoto ha origine. Da quel punto le vibrazioni si propagano in tutte le direzioni, producendo onde che si propagano in una forma simile a un palloncino che viene gonfiato. L'epicentro è il primo punto della superficie dove le onde arrivano e si trova in perpendicolare all'ipocentro. Una prima classificazione dei terremoti si può fare rispetto alla profondità alla quale si trova il loro ipocentro: - profondo: terremoti originati a profondità superiori a 300 km. - intermedio: terremoti che hanno il loro ipocentro tra i 300 ed i 60 km. di profondità. - poco profondo: terremoti originati a profondità minori di 60 km. La propagazione delle onde prodotte dalla vibrazione dall'ipocentro si propaga in tutte le direzioni in modo concentrico. Avendo la terra una costituzione eterogenea, la velocità di propagazione varia secondo le caratteristiche del materiale che attraversa; normalmente è maggiore quanto il terreno è più rigido. Quando lungo la loro traiettoria trovano una superficie che separa due materiali di differente densità e rigidità, una parte dalle onde si riflette.
Sempre gli uomini si sono rivolti questa domanda. Nell'antichità si pensò a qualche divinità infuriata contro gli uomini; poi il fenomeno venne studiato scientificamente. I primi progressi veri e propri si ebbero nell'Ottocento. Vediamo, con l'aiuto della moderna geologia, che cosa c'è all'origine dei terremoti. La Terra, che ci può sembrare tanto vecchia (ha quasi 5 miliardi di anni) in realtà è un pianeta abbastanza giovane. Ebbene, i terremoti sono semplicemente la conseguenza di un continuo processo di assestamento della crosta terrestre, ancora molto lontana dal suo assetto definitivo, soprattutto in certe zone (le zone sismiche).
La moderna teoria della tettonica a placche considera che la parte esterna della Terra, chiamata litosfera, è divisa in vari blocchi o placche che ricoprono l'astenosfera, (più duttile della litosfera). Questi blocchi o placche si muovono in direzioni opposte l'uni rispetto agli altri, lungo i loro confini, segnati da faglie, vengono generati i terremoti. Se si osserva la mappa con la distribuzione degli epicentri registrati negli ultimi decenni, in tutto il mondo, notiamo che i sismi si concentrano su determinate zone che segnano i limiti o bordi delle placche litosfériche corrispondenti alle creste delle dorsali oceaniche, alle faglie, e zone di subduzione (o affondamento di una placca sotto l'altra). Alcuni terremoti possono generarsi in zone di margine continentale passivo o all'interno delle placche continentali ma la loro frequenza è molto bassa rispetto ai primi. I livelli di profondità dei terremoti sulla placca o in prossimità dei confini di placca, variano da superficiali nelle zone delle dorsali oceanice e faglie, in cui si verificano a profondità inferiori a 70 km, molto profonde, fino a 700 km nella regione del Pacifico,a seconda della natura del limite di placca. La zona dove si concentra il maggiore numero di terremoti è la cintura di fuoco del Pacifico, zona che va dalle regioni costiere dell'America, dal Cile fino all'Alaska, seguendo poi gli archi insulari situati nelle coste dell'Asia ed Australia, e che coincide coi bordi di placca di subduzione. In questa cintura è anche concentrata un alta attività vulcanica, e i terremoti che si verificano in essa tendono a concentrarsi a più di 100 km di profondità. Le regioni della costa mediterranea, sono un'altra zona dove si verificano terremoti, come il medio oriente fino alla regione del Himalaya e dell'Indonesia. Questa zona coincide col bordo di sutura tra la placca euroasiatica e le placche africana, arabica ed australo-indiana. Si verificano movimenti sismici anche negli oceani Atlantico, Pacifico ed Indiano, in coincidenza con le aree delle dorsali medio-oceaniche, che rappresentano i limiti di placca in espansione. Sotto le dorsali i terremoti hanno un ipocentro poco profondo. In Africa, troviamo un'altra zona sismica che si estende da est del continente ai Grandi Laghi, il Golfo di Aden ed il Mar Rosso. Questa attività è dovuta ad una frattura della placca africana. Gli indici di sismicità misurano il numero di terremoti che si verificano su base annua per 100.000 km2. Il Giappone è il numero 1 con un indice di 382 terremoti all'anno per ogni 100.000 km2, gli seguono da vicino Cile e Nuova Zelanda.