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Il Cairo, capitale dell'Egitto e una delle città più antiche e ricche di storia al mondo, ha visto l'ascesa e la caduta di imperi, dinastie e culture.
Circa 2000 anni fa, i Romani costruirono nel luogo dell'attuale Cairo una fortezza chiamata Babilonia. Questa struttura rappresentava una delle principali difese dell'impero romano in Egitto, situata strategicamente lungo il Nilo. Con l'arrivo degli Arabi nel 640, l'area intorno alla fortezza vide l'insediamento di un accampamento militare chiamato al-Fustat. Questo primo insediamento arabo fu il seme da cui germogliò la futura metropoli.
La vera espansione del Cairo iniziò nel 969, quando i Fatimidi conquistarono l'Egitto e fecero della città la loro capitale. Con la costruzione del Cairo, chiamato al-Qāhirah ("la Vittoriosa"), i Fatimidi stabilirono un centro politico e culturale che attrasse studiosi, artigiani e commercianti da tutto il mondo islamico. Durante questo periodo, la città fiorì, diventando un importante snodo commerciale e culturale.
Nel XII secolo, Saladino prese il controllo del Cairo e iniziò a fortificare la città contro le crociate. Egli costruì la famosa Cittadella di Saladino, un'imponente fortezza che divenne il centro del potere politico per i secoli a venire. Successivamente, i Mamelucchi presero il controllo della città e continuarono a farla prosperare, realizzando grandi opere architettoniche come le numerose moschee e scuole coraniche.
Nonostante il periodo di prosperità, il Cairo subì un lungo declino a partire dal XV secolo. Le pestilenze, l'invasione dei Mongoli e infine l'occupazione ottomana contribuirono a un periodo di stagnazione. Le malattie e i conflitti ridussero drasticamente la popolazione e l'importanza della città.
Il XIX secolo segnò un nuovo capitolo nella storia del Cairo con l'ascesa di Muhammad Ali, che regnò dal 1805 al 1849. Sotto il suo governo, l'Egitto ottenne una quasi indipendenza dall'Impero Ottomano, e Muhammad Ali avviò una serie di riforme che modernizzarono il paese. Suo nipote, Ismail Pasha, continuò questo processo di modernizzazione, ispirandosi ai modelli europei per trasformare il Cairo in una città moderna con ampi viali, ponti e palazzi.
Il XX secolo fu un periodo di grande fermento politico per il Cairo. Nel 1922, l'Egitto ottenne l'indipendenza dagli inglesi, con Fouad della dinastia Muhammad Ali come re. Tuttavia, la presenza britannica continuò a influenzare la politica egiziana fino alla metà del secolo. Nel 1936, il trattato di Mustafa El Nahas limitò ulteriormente l'intervento britannico negli affari egiziani.
Nel 1945, il Cairo ospitò la fondazione della Lega Araba, un'organizzazione che promosse il nazionalismo arabo e rafforzò i legami tra i paesi arabi. Questo evento incrementò il sentimento anti-coloniale e anti-britannico tra gli egiziani, che si intensificò dopo la guerra arabo-israeliana del 1948.
Il punto di svolta arrivò nel 1952 con la Rivoluzione degli Ufficiali Liberi, guidata da Gamal Abdel Nasser e Muhammad Naguib. Il colpo di stato del 23 luglio depose re Farouk e pose fine al dominio britannico in Egitto. Nel 1953, l'Egitto fu dichiarato repubblica con Naguib come primo presidente, anche se fu rapidamente sostituito da Nasser, che divenne il leader carismatico della nazione fino alla sua morte nel 1970.
Dopo la morte di Nasser, Anwar El-Sadat salì al potere e guidò l'Egitto attraverso un periodo di trasformazione economica e politica. Nel 1979, Sadat firmò il trattato di pace con Israele, un evento storico che gli valse il premio Nobel per la pace, ma che fu anche causa della sua controversa assassinio nel 1981.
Dopo l'assassinio di Sadat, Hosni Mubarak divenne presidente e mantenne il controllo dell'Egitto per quasi tre decenni. Il suo regime fu caratterizzato da stabilità politica ma anche da crescenti tensioni sociali ed economiche, culminate nelle rivolte del 2011 che portarono alla sua deposizione.