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Diecimila anni fa, il Sahara iniziò a mostrare i segni di una crescente aridità, spingendo i cacciatori nomadi verso la valle e il delta del Nilo. Questa migrazione segnò l'inizio di una straordinaria trasformazione che avrebbe plasmato l'antica civiltà egizia. Coltivando orzo e frumento, addomesticando capre e altri animali, i nomadi formarono tribù autonome, ma con il passare del tempo, queste tribù si unirono, dando origine, circa 6.000 anni fa, a due regni distinti: il Basso Egitto nella valle e l'Alto Egitto nel delta.
L'unificazione di questi due regni, simboleggiata dalla rappresentazione di Seth e Horus intreccianti il giglio del Basso Egitto con il papiro del delta, segnò l'inizio dell'epoca leggendaria dei faraoni. Questa straordinaria civiltà, che aveva attirato l'attenzione del mondo per 3.000 anni, iniziò a perdere terreno intorno all'anno 1000 a.C., quando gli imperi ittiti e assiri si preparavano a invadere. Nel 666 a.C., i re assiri occuparono la valle, trasformandosi da vicini turbolenti a una civiltà antagonista.
Successivamente, l'Egitto conobbe l'invasione persiana, seguita dall'arrivo di Alessandro Magno nel 333 a.C., che diede vita all'ellenismo. Questo periodo vide la formazione dell'impero dei Tolomei, concentrato sul commercio e sulle arti più che sulla guerra. Nonostante l'egemonia romana nel 30 a.C. e il sogno infranto di Cleopatra di regnare sull'Oriente, l'Egitto rimase una provincia romana, mantenendo gran parte dell'eredità tolemaica.
L'amministrazione fu rivoluzionata sotto l'egida romana, ma la lingua ufficiale rimase il greco. Grazie ai lavori di canalizzazione del Nilo, l'Egitto ritornò fertile, producendo grano, vino, olio di oliva, papiro e altro ancora. Tuttavia, da questo momento fino al XX secolo, la storia dell'Egitto fu una lunga decadenza, interrotta solo da brevi momenti di felicità, tra cui l'epoca ommayyade (661-750) caratterizzata da splendori artistici, letterari e scientifici.
Il dominio ottomano nel XVI secolo portò un breve periodo di rinascita sotto Mehmet Ali, un avventuriero albanese, che governò dal 1805 al 1848. Durante il suo regno, l'Egitto si unificò con il Sudan, migliorò le tecniche agrarie, costruì canali e introdusse colture commerciali. L'apertura del Canale di Suez nel 1869 conferì all'Egitto un'importante posizione strategica, ma attirò l'attenzione delle potenze europee.
Il dominio inglese persistette oltre la prima guerra mondiale, ma nel 1936, Nahhàs Pascià, capo del partito nazionalista Wafd, ottenne l'evacuazione delle forze britanniche, portando a una formale indipendenza sotto la monarchia. Tuttavia, il periodo post-seconda guerra mondiale vide il re Faruk regnare su un paese afflitto da miseria, sottosviluppo e disuguaglianze sociali, dando vita a un dibattito tra modernismo e riformismo, con l'Islam che si inserì con una ventata rivoluzionaria nazionalista e xenofoba.
Il colpo di stato militare guidato da Nasser nel 1952 segnò l'inizio di una fase rivoluzionaria in Egitto, culminando nella formazione di un governo militar-rivoluzionario che abbracciava tendenze socialiste. Questo nuovo governo, immediatamente dopo la sua ascesa al potere, si concentrò su riforme agrarie, industrializzazione, nazionalizzazione di beni stranieri, recupero del capitale egiziano e sulla costruzione della diga di Assuan. Questa forma di governo, unica nel suo genere, rifletteva gli interessi della piccola borghesia e, in modo indiretto, delle classi lavoratrici urbane e rurali.
Uno dei problemi principali affrontati era la miseria e la disoccupazione, che portò alla limitazione della proprietà privata della terra nel 1969. Una persona poteva possedere solo 50 feddàn (circa 20 ettari), mentre una famiglia poteva raggiungere i 100. Gli affitti furono ridotti e si promosse la piccola proprietà dei contadini all'interno delle cooperative agricole. Tuttavia, nonostante questi sforzi, le tecniche agrarie non furono sufficientemente sviluppate e la popolazione continuò a crescere in modo significativo, passando da 22 milioni nel 1953 a oltre 50 milioni negli anni Novanta.
Dopo la chiusura del Canale di Suez e la crisi con i paesi occidentali, Nasser orientò l'Egitto verso una politica economica mista controllata dallo Stato, stabilendo legami più stretti con l'Unione Sovietica e i paesi del blocco orientale. Contemporaneamente, l'Egitto giocò un ruolo chiave nel mondo arabo, formando la Repubblica Araba Unita con la Siria e successivamente, nel 1971, la Repubblica Araba d'Egitto che comprendeva anche la Siria e la Libia. Tuttavia, il conflitto con Israele portò a perdite territoriali significative, inclusa la Penisola del Sinai e l'occupazione del Canale di Suez.
La morte di Nasser e l'ascesa di Sadat segnarono un cambio di rotta nella politica del paese. Nel 1972, i consiglieri sovietici furono allontanati, dando spazio alla penetrazione del capitale occidentale e arabo. Si intraprese una politica interna più liberale, che ridusse i poteri della polizia politica, ripristinò le attività industriali e commerciali private e restituì progressivamente le terre ai vecchi proprietari. Nasceva una nuova borghesia, creando un divario sempre più ampio con la maggioranza della popolazione, ancora alle prese con problemi strutturali.
Le rivolte della fame del 1977 riflettono la tensione crescente. La decisione di Sadat di eliminare le sovvenzioni statali ai generi alimentari di base, come olio, zucchero e farina, scatenò proteste diffuse in tutto il paese. Nel 1978 e 1979, l'Egitto concluse gli storici accordi di Camp David con Israele, impegnandosi a rinunciare alla Penisola del Sinai. Questi accordi provocarono reazioni negative dagli altri paesi arabi, isolando temporaneamente l'Egitto, anche se fu compensato da un sostanziale inserimento nell'orbita dei paesi occidentali.
Continuando sulla strada dell'occidentalizzazione, Sadat dichiarò l'Egitto un regime multipartitico nel 1980 e sciolse la Lega Socialista Araba, il partito unico fino ad allora. Nel 1981, Sadat cadde vittima di un attentato, ma il suo successore, Hosni Mubarak, proseguì con determinazione la politica di liberalizzazione economica, promuovendo anche un riavvicinamento con i paesi arabi moderati. Tuttavia, la questione palestinese impedì la normalizzazione dei rapporti con Israele.
Negli anni '90, l'Egitto ospitò una riunione della Lega Araba, dimostrando un superamento della frattura causata dalla pace di Camp David. Nel 1990, il Cairo appoggiò la coalizione anti-irachena nella guerra del Golfo, ottenendo vantaggi economici e riduzioni del debito estero. Nonostante ciò, l'Egitto continuò ad affrontare sfide economiche, tra cui l'aumento del debito estero, l'inflazione galoppante e i salari operai rimasti a livelli bassissimi.
La complessità politica dell'Egitto si è sviluppata nel corso dei decenni, con cambiamenti di leadership, politiche interne ed esterne in evoluzione e sfide economiche sempre presenti. La storia del paese è un susseguirsi di fasi di rivoluzione, sviluppo economico e complessità politica, riflettendo la sua posizione chiave nel panorama regionale e internazionale.